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 Home page > Tribuna Libera > A che ora è la fine di Silvio?

A che ora è la fine di Silvio?

E' tutto pronto. Rulli di tamburi. Preparate le auto e i caroselli. Puntate le bottiglie verso l'alto per stappare. Inizia il countdown! 3-2-1....

Booooooooooom!
 
Ci siamo, è tutto pronto: il PD è pronto a guidare il Paese. Bersani annuncia: l'11 dicembre in piazza. Cioè tra un mese.
 
Allora, almeno abbiamo una certezza: un mese. A chi vi chiederà della fine di Silvio rispondetegli che ci vorrà almeno un mese, il tempo che quelli del PD si organizzano.
 
Da Firenze, dalla Stazione Leopolda, Pippo Civati e Matteo Renzi del PD (special guest Debora Serracchiani) dichiarano: l'11 dicembre a Roma ci saremo, ma prima vi rottamiamo. Ovvero: fatevi da parte, cambiamo i leader del PD.

Questo il punto di Matteo Renzi, giovane ed ambizioso sindaco di Firenze: "Noi abbiamo una emergenza: gli stessi leader sono lì da 20 anni. In un mondo normale i partiti rimangono fermi e i leader cambiano, da noi i partiti cambiano e non c'è la possibilità di cambiare i leader".
 
Non si fa attendere la risposta di D'Alema: "Quando Veltroni e io ci disputammo la guida del partito avevamo l'età di David Milliband. A quell'età eravamo già ai vertici e dopo quella disputa collaborammo e in due anni portammo la sinistra ai vertici del paese. E il confronto non fu a colpi di battute e rottamazioni, ma presentammo piattaforme politiche e culturali molto impegnative, passammo delle notti a scrivere".
 
Mentre Baffino ricorda le nostalgiche notti insonni, Nichi Vendola già da alcuni mesi si prepara a fermare l'orologio biologico di Berlusconi e del Berlusconismo, il 19 luglio 2010 si candida e dichiara: "Mi candido a sparigliare i giochi del centrosinistra, se il centrosinistra si presenta come una vecchia liturgia".
 
Neanche questa volta si fa attendere la risposta di D'Alema, che nemmeno due settimane dopo dichiara: "Vendola? Io non lo voterei".
 
Insomma, non potremmo negare che se la domanda che si pone in maniera inquieta la stragrande maggioranza del Paese è "A che ora è la fine di Silvio", c'è anche un'altra parte del Paese che si domanda a che ora è quella di D'Alema.
 
Ma soprattutto, in questo momento, chi è D'Alema?
 
Un ghost writer o lo spin doctor del PD, per dirla all'americana (che fa più fighi), un ideologo o il saggio dei Democratici, o molto più lapalissianamente è uno di quei leader che, per dirla alla Renzi-maniera, non ne vuole sapere di farsi da parte?
 
Insomma è chiaro che, come si può notare dall'etica della reciprocità dell'attuale centrosinistra, se nella migliore delle ipotesi Silvio ora si dimettesse, staremmo inguaiati.
 
Tutto sommato, sembra che intanto anche sull'altra sponda sia quasi tutto pronto per l'ora della fine di Silvio: "Il leader che l'Italia aspetta", così come è stato introdotto domenica dal benaugurante sottosegretario Urso, Gianfranco Fini si presenta al popolo del centrodestra come leader apparente - coerente, apparente perchè in fondo tutti sanno bene che in 16 anni è sempre stato placidamente un Vice con la V maiuscola, coerente... forse per lo stesso motivo.
 
Una su tutte, che potrebbe servire a sintetizzare l'apparenza - coerenza del leader di FLI, è la posizione di FLI in merito all'ultimo Lodo Alfano: una legge che in teoria andrebbe o sarebbe andata bene ai finiani, ma non sarebbe dovuta essere reiterabile. Come dire: caro Silvio una volta te la facciamo scampare (così finiamo tutti la legislatura in grazia di Dio), ma mica sempre (lo sfizio di vederti in galera lo vogliamo anche a noi).
 
Unici assenti ed anche un po' più in disparte, nel chiaroveggente ed ambizioso piano per determinare l'ora della fine di Silvio, si presentano la Lega Nord ed Italia dei Valori, considerevolmente ed auspicatamente alleati dei prossimi, non importa quali.
 
Insomma per concludere, la mia sensazione è che tra le cose da annoverare nell'elenco delle "Prime cose da fare quando Berlusconi non ci sarà più", la prima sarà sicuramente spiegare agli Italiani che esiste, e può esistere, un reale centrodestra ed un riscontrabile centrosinistra in Italia: gli Italiani dovranno smettere di immaginare e di pensare all'Italia come divisa tra chi vorrebbe Silvio al Governo, a Casa o in Galera.
 
Anche perché, a guardarci bene, "Governo", "Casa" o "Galera" sembrano essere gli unici tre partiti che in questo momento. abbiano una reale intenzione di volersi contendere la leadership per governare il Paese.

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