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A Morrissey nessuna label pubblicherebbe un album? La Palmer gli propone il crowdfunding

I miei 5 dollari per produrre l’album di uno degli artisti più amati al mondo. Parliamo ancora di crowdfunding e lo facciamo partendo dalla lettera che Amanda Palmer ha mandato al Moz, per dargli una mano a produrre il suo prossimo album.

Paghereste 5 dollari per sovvenzionare il nuovo album di Morrissey? È quanto ha chiesto ai propri follower su Twitter Amanda Palmer ricevendo più di mille risposte affermative. E sarebbero ancora di più quelli che lo farebbero per ricevere il nuovo album only digital a casa.

Lo pensiamo noi e lo pensa la Palmer che ha inviato una lettera a Salon per proporre all’ex The Smiths di provare a registrare il prossimo album con il crowdfunding (di cui su VB ci siamo occupati quiqui e qui). Sì, perché come ricordava la Dresden Doll, in un’intervista di marzo al Guardian Morrissey si lamentava, oltre al divieto di poter suonare live, in seguito ai problemi di salute che gli hanno fatto annullare il tour, il fatto che nessuna label era disposta a fargli registrare un album: “Ho un sacco di canzoni, potremmo registrare immediatamente tre album, molto semplicemente. Ma nessuna major è interessata”. Forse, dice al Guardian, perché troppo vecchio e in più nessuna radio lo suonerebbe “perché non ha lo stupido beat elettronico moderno che tanto va di moda oggi”.

Nessuna label gli produrrebbe un album? Chi l’avrebbe mai detto. Eppure volendo credere alle sue parole è così. Ed è qui che arriva in soccorso la Palmer, che dopo aver ammesso la sua devozione totale per il Moz: “Mi hai aiutato ad aprirmi, mi hai insegnato che potevo essere totalmente onesta nelle mie canzoni e che non dovevo aspettare il permesso di nessuno. Mi hai insegnato che posso cantare di tutto ciò che voglio. Quindi non importa chi sei, cosa fai o cosa diventi, mi sentirò sempre in debito con te per i regali che mi hai fatto”. Una dichiarazione d’amore che precede la proposta d’aiuto, da parte di chi il crowdfunding l’ha saputo utilizzare e che s’è anche beccata parecchie critiche per la gestione del surplus di soldi che ha avuto e del modo in cui (non) li voleva spendere (lunga la polemica sui musicisti che non avrebbe voluto pagare).

Insomma la proposta è quella di entrare in studio e registrare un album da distribuire solo in digitale, senza spese di distribuzione, senza tour e chissà, forse anche senza troppo marketing.

“Sei probabilmente uno dei migliori candidati al mondo per il crowdfunding, grazie a ciò che sei e ciò che significhi” e ovviamente per la base di fan fedelissima che lo adora. Se 1400 sono quelli che hanno risposto positivamente a un tweet della Palmer, chissà quanti saranno quelli che si metterebbero in coda per far registrare un nuovo album al Moz. Il pubblico, in fondo, “vuole canzoni. Vogliono ascoltarle, sentirle (to feel, ndt). E benché suoni semplice, un punto importante è che loro vogliono aiutarte. Aiutare me, aiutare te. Fare musica. Internet è il luogo in cui ormai i fan compiono il lavoro di diffondere l’esistenza dei tuoi progetti per te, soprattutto una volta che l’hanno supportato. Tutto ciò che devi fare è lanciarlo su un sito come Kickstarter o Pledgemusic e lasciarlo andare” scrive ancora la Palmer che fa anche due conti al volo, calcolando che si arriverebbe a 2.5 milioni che, tolti i costi della registrazione dell’album e delle commissioni ai siti, si ridurrebbero a 1.5 milioni. Un bel gruzzolo, insomma.

Vabbè, la Palmer l’ha lanciata, ora sta al Moz e al suo entourage raccogliere o meno la mano porta dalla musicista. Noi i 5 dollari li daremmo anche e non crediamo che saremmo i soli.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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