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A 48 ore dalle presidenziali USA…

US Election 08Per 12 esperti su 14 sarà Obama a conquistare la Casa Bianca. Questa la previsione numero uno dei “pundit” politici intenti a studiare la sfera di cristallo per il Washington Post alla previgilia del voto elettorale.

A darne pronto rilancio è l’editoriale domenicale di Arianna Huffington che stavolta, anziché ricapitolare il meglio della settimana passata, è tutto puntato, manco a dirlo, al futuro. Anche perché c’è pure lei in quel pool di chiaroveggenti politici, dove l’unico ad assegnare un vantaggio a McCain, seppur minimo (51% contro 49%) è fin troppo di parte: Erick Erickson responsabile del blog tutto GOP Redstate.com. Dove comunque compare un utile resoconto di quanto hanno diffuso stamani i cinque maggiori talk show domenicali (Per gli amanti della politica in pillole, e non sono certo pochi, da una parte e dell’altra dell’oceano, è più che sufficiente scorrere la sintesi della sintesi in homepage).

Invece ben più e articolata, anche visivamente, la prima pagina ancora dell’Huffington Post, come si conviene d’altronde a una star dell’informazione (politica ma non solo), che si propone come aggregatore sui generis inanellando, sotto il titolone EVERYTHING YOU NEED TO KNOW, una serie di link sparati da fonti diverse: New CBS Poll: Obama Leads McCain 54 To 41 Nationally


Nerw USA TODAY/Gallup Poll: Obama Leads McCain 53 To 42 Nationally … Over 80,000 have complained about voting problems.

US Election 08Volendo qualcosa di più ponderato (e professionale?) ecco allora l’approccio di Politico, altra testata (ancora possibile definirli blog?) assai quotata e corteggiata. Tra i cui titoli di prima pagina ne compare uno dedicato, udite udite, al dimenticatissimo Ralph Nader che, forse proprio per farsi ricordare, la spara grossa: “Obama non ha le palle”. Sarà. Intanto i suoi supporter si fanno in quattro per la volata finale, con Moveon che tira la mobilitazione di un esercito pari a 151,129 volontari necessario per conquistare gli otto “swing-state”. Tra i quali rientra il New Mexico, tradizionalmente dimenticato da tutti eppure stavolta in prima fila: nel 2004 Bush vinse per poche centinaia di preferenze, e stavolta è stato visitato ripetutamente dai due candidati - l’altro giorno Obama ha radunato 45.000 persone ad Albuquerque, mentre l’ultimo salto di McCain è previsto per lunedì in giornata. E dove il quotidiano della capitale Santa Fe (altrimenti nota come “The city different“) ricorda che quel che conta è cosa vogliono gli elettori, intervistando e pubblicando un’intera pagina di lettere: come mettere insieme i 5.000 dollari come caparra per la nuova casa a rate? Nutrendo al contempo i figli non solo con “junk food”?

Insomma, meglio non sottovalutare le questioni localizzate, o finanche iper-locali, proprio quelle che secondo alcuni hanno fatto pendere la bilancia a favore di George W. quattro e otto fa. Oltre a temi come l’aborto o il gun control, tutt’ora solchi che dividono un po’ tutti anche se ormai trascurati nei dibattiti in TV.

Una serie di tasselli che compongono il quadro - eccitato ma non (ancora?) convulso - a 48 ore dall’apertura delle urne, pur se stavolta è andato forte il voto anticipato (”early voting”) che in diversi Stati ha registrato un affluenza senza precedenti. Sempre in New Mexico, tra questo e il voto via posta, quasi la metà degli elettori (250.000 circa) eviterà così la calca di martedì 4 novembre. L’early voting non era tuttavia previsto a New York, ha ricordato un paio di giorni fa il seguitissimo Oprah Winfrey Show su ABC, dedicato proprio a “get out the vote” - non velatamente per Obama - pur nel solito poutpurri di consigli per dimagrire e le ultime mode del trucco. E però… che siano sempre più questi salotti a decidere di fatto la Casa Bianca? - checché ne dicano pundit e chiaroveggenti politici. Staremo a vedere.

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