Il marcio degli affari nella sanità lombarda
Il sistema sanitario lombardo mostra le sue crepe nell’intreccio affaristico che ruota intorno a Formigoni e Comunione e Liberazione...
La logica del profitto applicata ai servizi è la ratio della nascita stessa dei cattolici popolari, il braccio armato politico-affaristico di Comunione e Liberazione che nel tempo ha sempre trovato sponda nella fazione andreottiana, passata armi e bagagli a fare affari con il Berlusca quando questi decise di scendere in campo.
Io personalmente ho conosciuti alcuni fra i dirigenti di C.L. che negli anni ’80, in fase di proselitismo esasperato (è una vera setta senza se e senza ma), giravano per tutte le università cercando di raccattare persone e contratti con una furia agonistica che neanche i craxiani della Milano da bere avrebbero potuto vantare.
La voracità affaristica di questa congrega è incredibile ed ormai nota.
Alcuni di loro, per convincermi ad entrare nelle loro fila, mi dissero che loro erano diversi dagli altri gruppi cattolici, per loro era “essenziale vincere, non partecipare” sicché ”come in una corsa di cavalli, se c’era da truffare le regole o dopare il cavallo, lo facevano a cuor leggero”, “noi non siamo come gli altri cattolici che porgono l’altra guancia e vogliono solo testimoniare la loro presenza”, “noi vogliamo vincere, il nostro cavallo deve vincere…”.
Pertanto l’esito giudiziario delle loro attività frenetiche era un po’ iscritto nel dna.
La Guardia di Finanza di Milano un paio di mesi fa ha arrestato con l’accusa di riciclaggio Rosanna Gariboldi, moglie del parlamentare del Pdl Giancarlo Abelli, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dai pm Laura Pedio e Gaetano Ruta.
Con la stessa accusa sono state arrestate altre tre persone, tra cui l’imprenditore Giuseppe Grossi che, alla guida della società “Sadi”, era considerato il “re delle bonifiche”. La signora Abelli è accusata di aver ricevuto soldi da conti esteri a Montecarlo “schermati” dell’imprenditore Grossi.
I dati del computer dell’avvocato Fabrizio Pessina di Chiasso, fermato a Malpensa in primavera, fanno tremare il Palazzo. La rete degli inquirenti comincia a chiudersi e fra le maglie anche molti insospettabili.
Tornando ad Abelli tutti sanno che è il capo della segretaria di Sandro Bondi, il coordinatore nazionale del Pdl di Berlusconi.
Abelli non è un nome da poco nella politica che conta. Non per nulla a Milano è conosciuto come il “Faraone”, l’uomo forte del sistema sanitario lombardo, dai mille agganci con il vecchio potere democristiano e il nuovo centro destra italiano. Sarebbe stato Pessina a spiegare agli inquirenti che il conto denominato “Associati”, in una banca di Montecarlo, su cui si era avuta una sostanziosa movimentazione, era riconducibile all’assessore provinciale pavese.
Si è sentito sollevato per l’avviso di garanzia che lo ha raggiunto certificandolo “solo” come un grande inquinatore insieme alla Moratti, tanto che ne ha dato l’annuncio con enfasi, sventolando il foglio arrivato dalla Procura di Milano.
Ha fatto un po’ il teatrante, sorridente, ironico, sollevato. E sapete perché? Perché era ben altro l’avviso di garanzia a cui tutti avevano pensato, e cioè proprio alla indagine scaturente dall’arresto di Grossi e dal computer di Pessina.
Quando e se il celeste venisse indagato per questa storia, ebbene in tal caso avrà come minimo gravi scompensi cardiaci e più che celeste diverrà di colorito un po’ grigio.
Sembra che ci siano molti giocatori di poker fra i politici ultimamente, nel senso – e l’esempio vien dall’alto – che la partita è una scommessa definitiva ripetuta ogni volta puntando tutto quel che si ha sul piatto. Non potrà andare sempre bene. Ci sono un paio di grosse questioni che stanno rovinando il sistema lombardo.
Per entrambe le questioni - che concernono l’anomalia dei controlli regionali e l’indagine sugli omicidi della clinica Santa Rita - rinvio alla parte finale di questo post su La Conoscenza rende Liberi.
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