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 Home page > Attualità > Società > 10 agosto 2009: una notte di San Lorenzo un po’ strana

10 agosto 2009: una notte di San Lorenzo un po’ strana

Si sostiene, da parte di taluni, che il succedersi degli eventi e delle ricorrenze di antica tradizione costituisce un mero fatto di calendario e nulla più, come se, insomma, la società contemporanea fosse oramai impostata ed organizzata su scansioni del tutto avulse dal passato e finanche dalle cose belle e sane di ieri.
Personalmente, non sono per niente d’accordo con questa sorta di scisma ideale; mi trovo, anzi, convinto che l’unica scelta saggia, per l’uomo del terzo millennio, sia quella di dialogare e convivere con la modernità, il nuovo e, se si vuole, anche con la rivoluzione dei costumi, e però serbando, sempre, saldi legami con determinate abitudini e, soprattutto, con certi valori del modello esistenziale che contraddistingueva, se non i secoli, almeno i trascorsi decenni.
 

Cosicché, nella modesta biblioteca della mia mente, ha ancora posto, fra le altre, la ricorrenza del 10 agosto, intitolata a Lorenzo il santo del giorno, con il rito, o meglio dire, il mito, delle stelle cadenti.
 
Sì, pure adesso che espongo capelli prevalentemente grigi, io sono solito attendere il 10 agosto, alla stregua di una parentesi magica che si inserisce nel processo meccanico, agitato e confuso della quotidianità.
 
Non a caso, quindi, stasera sono a cena, in familiare allargata compagnia, su una veranda a ridosso della scogliera che, in questo tratto di costa salentina, incornicia il bel mare di Puglia: l’illuminazione è sobria, in alto il manto blu cupo è nitido e distinto, con le sue innumerevoli brillanti punteggiature.
 
Fra una portata e l’altra, invece di indulgere alla conversazione con i commensali, mi accorgo di rivolgermi, di tanto in tanto, verso l’alto e di scrutare; alla fine del pasto, oriento e trattengo più insistentemente gli occhi su quei puntini sfavillanti che, secondo il mio sentire, già nella loro immobile fissità, inducono ai sogni.
 
Giunge così a passare abbondantemente la mezzanotte, ma, invero, di stelle cadenti non mi capita di scorgerne alcuna.

 
Al che – pur con ogni rispetto per i fisici e gli astronomi, i quali, da parte loro, sostengono che le stelle cadenti sono visibili durante tutto l’anno, purché si osservi il cielo - mi viene spontaneo pensare che, anche con riferimento all’evento canonicamente odierno, non solamente il mondo, ma addirittura l’universo, non sia più lo stesso. Ciò, non tanto per via di mutamenti naturali in senso stretto, quanto per effetto del nostro approccio con le leggi ed i fenomeni, appunto, della natura e, più precisamente, per il mutato spirito con cui ci disponiamo nei confronti dell’ambiente circostante e/o sovrastante.
 
Non è sufficiente osservare, quindi, che non esistono le stagioni di una volta, il clima di una volta; occorre, bensì, prendere atto che non esistono più nemmeno le stelle cadenti di una volta.
 
Come tutti ricordiamo, la visione dei fantastici schizzi di luce nel buio della notte veniva collegata ad un sentimento umano qual è, in fondo, la formulazione di un desiderio, con la credenza che, attraverso quell’arcano abbinamento, se ne sarebbe resa agevole la realizzazione, l’avveramento.
 
Ora, invece, per come si sono messe le cose, è bene che ci poniamo, più che altro, a pensare e a meditare, in tal modo lasciando riecheggiare il fenomeno nella nostra fantasia ed immaginazione e serbandocelo, contemporaneamente, nel cuore, come veicolo vivificante e di sostegno per affrontare il cammino di ogni giorno.
Mi piacerebbe, tuttavia, che ciò valesse unicamente per le persone comuni, come chi scrive, ma non per le figure che sono o sono state protagonisti o testimoni di vicende ed eventi straordinari, belli e brutti, positivi e negativi, talvolta finanche nefasti, per coloro che effettivamente hanno lasciato un segno indelebile: vorrei far voti affinché, al loro cospetto, alle loro pupille restasse sempre puntuale e consueta, sotto l’arco blu di questa notte, la corsa delle stelle cadenti originali, autentiche e millenarie.
 
Nel ruolo di spettatori privilegiati, vedrei i nostri connazionali militari impegnati in paesi stranieri, le masse di disperati che fuggono nelle tenebre, tra mille pericoli, sulle onde dei nostri mari, il presunto simbolo del terrorismo Ben Laden, il nuovo Presidente americano Obama, il Papa tedesco che, con i suoi occhi, di visioni ne ha godute davvero tante, la bella signora fuggita dalla sua baita ai piedi di montagne lontane sulla scia di una drammatica tragedia familiare, nel cui copione si è consumata l’esistenza di un bimbo.
 
Infine, vorrei includere anche la figura dolce, mite e semplice di una mamma ancora così giovane che il destino ha voluto che mi privasse della sua compagnia e dei suoi consigli ed ammonimenti.
 
E’ tra questi poveri pensieri che ho avvertito un po’ strana la notte di San Lorenzo 2009.

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