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Turismo culturale e sviluppo locale. La Sardegna tesse nuove trame

In un’epoca caratterizzata da una dilagante standardizzazione dell’offerta turistica, la riscoperta e la valorizzazione delle identità culturali locali costituiscono un inno alla tutela della diversità nonché uno strategico fattore di sviluppo sostenibile. Come affermato nella Dichiarazione Universale dell’UNESCO sulla Diversità Culturale (Articolo 3) quest’ultima contribuisce ad “un’esistenza più soddisfacente dal punto di vista intellettuale, emotivo, morale e spirituale”.

In Sardegna, scrigno di tesori ambientali e culturali e terra dalla forte identità locale, da alcuni anni si cerca di puntare su politiche di gestione integrata del patrimonio culturale diffuso nel territorio anche al fine di aumentare i flussi turistici nelle aree interne, arginando parallelamente il monopolio del turismo balneare. Le esperienze maturate in regioni come la Toscana, l’Umbria ed il Piemonte, infatti, dimostrano che la gestione reticolare dei beni culturali, naturale traduzione operativa di un approccio olistico alla cultura, è cruciale per un equilibrato sviluppo sociale ed economico.

In questa prospettiva si colloca il progetto “Trame Urbane”, promosso da sette piccoli Comuni del Montiferru e del Sinis (Bonarcado, Milis, Narbolia, Nurachi, San Vero Milis, Tramatza e Zeddiani) nella Sardegna centro-occidentale. Il progetto, finanziato per 6,25 milioni di euro con fondi del POR Sardegna e attualmente in corso di realizzazione, prevede azioni materiali e immateriali per creare un distretto turistico unico gestito con piani intercomunali. “Trame Urbane” propone un’economia fondata sulla conoscenza e sulla promozione delle risorse culturali, ambientali, artigianali ed enogastronomiche, prestando particolare attenzione alle nuove forme di ospitalità diffusa, sempre più richieste dai viaggiatori europei che giungono nella regione.

Tra le azioni materiali si segnalano la riqualificazione urbana dei centri e dei tessuti storici ed il recupero di tre edifici pubblici che ospiteranno dei laboratori tematici destinati anche al coordinamento della rete. Si tratta del Laboratorio Urbano del Territorio (coordinamento scientifico a cura dell’Istituto Nazionale di Urbanistica – Sezione Sardegna), del Laboratorio dei Beni Culturali (coordinamento scientifico a cura delle Università di Cagliari e Sassari e della Soprintendenza dei Beni Archeologici di Cagliari e Oristano) e del Centro Servizi Turistici. Il Laboratorio
Urbano, ad esempio, sta nascendo a Bonarcado dal restauro dell’Ex Acquedotto Municipale, a pochi passi da uno dei più importanti complessi monumentali medievali dell’isola.

Tra le azioni immateriali previste, invece, figurano workshop, formazione per funzionari e tecnici delle amministrazioni coinvolte, programmi educativi sul turismo sostenibile, servizi al turista e potenziamento delle ICT.

Gli obiettivi principali dell’iniziativa, dunque, sono la creazione della rete tematica e la conseguente incentivazione della coesione sociale e della partecipazione dei cittadini alle politiche di sviluppo. Quest’ultimo obiettivo si sposa con la definizione di turismo responsabile adottata dall’AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile), secondo la quale “il turismo responsabile riconosce la centralità della comunità locale ospitante e il suo diritto ad essere protagonista nello sviluppo turistico sostenibile e socialmente responsabile del proprio territorio”. La partecipazione diretta degli stakeholders, infatti, costituisce un fattore sempre più rilevante nel determinare il successo di un progetto di sviluppo locale.

Riferimenti:
www.sardegnacultura.it
www.sardegnaturismo.it
www.sardegnaterritorio.it
www.aitr.org
Croci, E., Turismo culturale. Il marketing delle emozioni, Franco Angeli, Milano, 2009. De Varine, H., Le radici del futuro. Il patrimonio culturale al servizio dello sviluppo locale, CLUEB, Bologna, 2005.

Cappai Luca

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