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Incendi in Sardegna. Resoconto di inizio estate in una regione colpita duramente dai piromani

In pochi giorni la quantità di territorio bruciato in Sardegna equivale a quanta ne brucia nel resto dell'Italia in due anni. Stiamo andando verso la stagione di unvtriste record, di cui si ne poteva benissimo fare a meno. E questo nonostante gli allarmismi e gli inviti alle autorità a puntare sulla prevenzione prima della macchina che dovrà intervenire. Infatti i piromani trovano vie facili e sicure nel potare a termine il loro annuale disegno distruttivo; proprio perché non esiste un piano di prevenzione efficace per controllare il territorio.

A questo bisogna anche aggiungere le carenze e i ritardi degli interventi di spegnimento e l'assistenza alle popolazioni colpite da parte della protezione civile. Insomma nulla funziona: pare che sia tutto a favore dei piromani e della tramontana, immancabile complice delle menti criminali che ogni anno mandano in fumo pezzi pregiati della Sardegna.
 
Per il resto lascio alla buona volontà delle persone oneste la voglia di andare a vedere veramente cosa succede ogni anno in questi ambiti e al fresco delle loro posizioni di controllo, e dove ogni anno piove una parte dei milioni di Euro destinata alle emergenze incendi, che sono veri atti di guerra per mano di un manipolo di criminali senza scrupoli contro il popolo Sardo. 

Viene da piangere guardando le immagini dall'alto di un territorio incenerito, ma anche tanta rabbia e voglia di reagire per porre fine a un dramma che puntualmente si ripete ogni anno. Chiediamo insieme alla regione Sardegna che il modo tradizionale di fare fronte agli incendi estivi è un fallimento che si ripete da sempre uguale nella sua tragicità. Il governo sardo deve essere in testa ripensare il tutto e affrontare questa tragedia nel modo più appropriato ed efficace possibile. Prevenzione quindi.

"Deserto artificiale" nel centro occidentale della Sardegna
Questo è lo scenario dopo una settimana di fuoco che riduce in cenere oltre 4.000 ettari di territorio insieme alla fauna che vi abitava (un'estensione immensa se pensiamo che la Sardegna ha una superficie e di 24 100,02 km² ) e un colpo mortale all'economia regionale. 
Animali domestici e selvatici carbonizzati, aziende e impianti distrutti, allevatori rimasti con un pugno di cenere nelle mani. Danni da calcolare ma evidenti, che pesano non poco sulle spalle di un popolo giò di per sé ai margini del mercato globalizzato, quindi, già escluso a priori dai contesti economici dove i dominatori hanno tracciato dei solchi invalicabili a una produzione di qualità che altrimenti avrebbero spazzato via ogni tipo concorrenza nel mercato comunitario con la (M) maiuscola.
Quindi con i righi estivi la Sardegna si trova ad essere penalizzata il doppio in un contesto Nazionale dove l'economia è azzoppata da scelte politiche spesso non in linea con quelle che sono le esigenze e bisogni del popolo Sardo.
 
Una piaga difficile da estirpare quella dei fuochi.
Mistica e misteriosa poi la parabola storica dei piromani, dove una volta incendiavano per dispetto fra pastori e contadini, per pascoli negati o vendette trasversali etc. Oggi, da alcuni decenni, i roghi estivi sono diventati business che chiama le mafie del mattone: svalorizzano i terreni con il fuoco, poi comprano e cementificano (è ciò che è successo nelle coste per dare spazio ai residence e ai resort turistici, sfregiando per altri dei panorami naturalistici unici al mondo). Da sempre il governo ha dovuto elargire ingenti somme di denaro per fare fronte ai fuochi estivi, ma mai hanno pensato di fare fronte al vero nemico del territorio, agli assassini piromani.
 
Mai hanno pensato che bisogna prima di tutto controllare il territorio capillarmente con squadre accessoriate di tutto: anche di droni che vigilano dall'alto; telecamere e posti di blocchi (se conosci i movimenti della gente che lascia i centri abitati, non farai nessuna fatica a intercettare i piromani in caso dalla zona poi si alzano ali di fuoco e fumo; poi strumenti a raggi infrarossi la notte etc). 
 
Non lo vogliono capire: stessa tattica da secoli, se pur ora hanno a disposizione costosissimi aerei ed elicotteri parcheggiati e pronti per eventuali chiamate. Ma se altri mezzi di piccoli dimensioni potevano vigilare dal cielo prima dell'innesco degli incendi non era meglio? Funzionerebbe da mezzo persuasivo efficace, non vi pare? Invece no, non lo vogliono capire, e il motivo è evidente: non lo vogliono capire perché a piloti vigili ausiliari e assunti stagionali 70-80 milioni l'anno, fanno comodo, e mai permetteranno che ne vengano usati di meno o addirittura destinati ad altre categorie. 
 
Signori siamo di fronte alle lobby del fuoco e senza la consapevolezza di tutti mai riusciremo a porre fino a uno dei drammi più disastrosi della nostra amata Sardegna. Non potete fare finta di niente di fronte alla verità e ai fatti concreti, chi tace è complice dei piromani, sappiatelo...moltretutto pene severe a chi viene beccato in flagrante. Chi brucia il territorio equivale ad uccidere; pene adeguate quindi prima di tutto.
 
Condividete e divulgate quanto potete, grazie!
 

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