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 Home page > Tribuna Libera > Smentiti gli israeliani sul missile iraniano?

Smentiti gli israeliani sul missile iraniano?

Con una certa enfasi La Stampa ci ha voluto informare che secondo la “bibbia britannica degli armamenti”, il “IHS Jane’s Defence Weekly”, le tesi israeliane sui missili a testata nucleare dell’Iran sono state smentite.

In realtà la testata inglese si è limitata a ridimensionare un servizio della televisione israeliana Channel 2 relativo ad un presunto missile a lunga gittata che sarebbe stato individuato nel centro spaziale nella provincia di Semnan.

Il servizio era effettivamente un po’ superficiale e le conclusioni affrettate, ma le conclusioni del quotidiano torinese lo sono notevolmente di più dal momento che dal falso scoop di Channel 2 sembra dedurre nientemeno che tutte le preoccupazioni israeliane in merito al programma atomico e missilistico iraniano sarebbero fantasticherie senza fondamento.

In realtà la rivista inglese si è limitata a sostenere che “L’Iran non si sta preparando a lanciare un nuovo razzo con un satellite, come sostenuto dai media israeliani” e che il nuovo impianto missilistico non è ancora terminato.

Niente di più. Il che non intacca quello che già si sa, da tempo, sul progetto missilistico iraniano. Altra cosa da quello atomico che è alla base delle attuali trattative che tanto preoccupano Gerusalemme.

Come ci ricorda un libro di Anthony H. Cordesman e Martin Kleiber, Iran's Military Forces and Warfighting Capabilities, pubblicato nel 2007 dal Center for Strategic and International Studies, l’Unione Sovietica produsse e stoccò in Ucraina un notevole numero di Raduga KH-55, missili da crociera, capaci di portare testate nucleari fino a 2500-3000 km. di distanza.

Al dissolvimento dell’Unione Sovietica la maggior parte di questi missili rimase in Ucraina e un certo numero di essi prese strane vie non ufficiali né consentite dagli accordi internazionali. Cioè illecite.

Gli autori sostengono che nel 2001 dodici di questi missili abbiano preso la strada per l’Iran, sei per la Cina e che di un altro paio si siano perse le tracce. La notizia è stata confermata da ufficiali ucraini, ma ovviamente smentita dai governi di Teheran e Pechino.

I missili non costituiscono un problema reale in sé, ma sono sufficienti per permettere di acquisire le capacità tecniche della tecnologia missilistica finalizzata al trasporto di testate nucleari e al suo successivo sviluppo e ammodernamento.

La questione era ben nota almeno dal 2005 quando il procuratore generale ucraino, Svyatoslav Piskun lo ammise ufficialmente. La notizia fu quindi riportata dal Financial Times.

Perfino un paper sulla questione del nucleare iraniano, pubblicato nel 2008 sul sito del Centro Universitario di Studi Strategici ed Internazionali dell'Università di Firenze, accennava alla questione dei missili ucraini.

La conclusione, piuttosto banale, nonostante le smentite de La Stampa, è che è noto a tutti, non solo a Israele, che l’Iran non si preoccupò affatto del rispetto delle convenzioni internazionali e portò a casa, illegalmente, missili in grado di trasportare per almeno 2500 km. delle testate nucleari (quindi abbondantemente in grado di colpire Israele).

Per quale motivo si è dato tanto da fare per procurarsi vettori di quel tipo se ha sempre dichiarato che il suo programma atomico è finalizzato solo ed unicamente a fini non militari, resta la domanda a cui non si vuole rispondere.

Foto: janes.com

Commenti all'articolo

  • Di Persio Flacco (---.---.---.201) 9 febbraio 2015 09:48

    E’ davvero singolare che un paese che dispone di svariate centinaia di testate nucleari si senta minacciato dalla sola possibilità che altri paesi nell’area vogliano anch’essi dotarsene. Suona, come dire, arrogante oltre ogni immaginazione? Autoreferenziale al massimo grado?

    Sempre ammesso che l’Iran voglia dotarsi dell’arma nucleare. Personalmente credo che intenda limitarsi a creare le condizioni di potersene dotare in un tempo abbastanza breve in caso di necessità. 
    Comprensibilmente, aggiungo, visto che il regime sionista non ha fama di ricorrere malvolentieri alla violenza estrema e che più volte ha dichiarato per bocca dei suoi massimi esponenti di voler provvedere ad escludere definitivamente anche questa possibilità.

    Non mi pare che gli iraniani, per quanto governati da una teocrazia, abbiano finora dato segno di essere tanto pazzi da voler preparare un duello tipo sfida all’OK Corral con Israele a colpi di missili nucleari. Mi sembra invece che la minaccia israeliana fornisca loro più di una ragione per desiderare uno strumento di dissuasione efficace, come quello di far pensare che nel giro di qualche mese potrebbero disporre dello strumento necessario a far pentire amaramente chi volesse attaccarli.

    Certo, a nessuno piace rinunciare al vantaggio di essere l’unico su piazza a disporre di armi nucleari, ma se i sionisti si decidessero a mettere fine al conflitto con gli arabi palestinesi e, di conseguenza, a quello col mondo arabo islamico, non vi sarebbe più motivo per ritenere decisivo il possesso dell’arma finale.

    Ma se i sionisti si decidessero a mettere fine al conflitto non sarebbero più sionisti: sarebbero solo israeliani. E loro alla sicura fede sionista ci tengono troppo per rinunciarvi.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 9 febbraio 2015 09:53
    Fabio Della Pergola

     La questione riguarda il fatto che l’Iran ha sottoscritto il trattato di non proliferazione nucleare. Un paese islamico come il Pakistan che - come Israele - non ha sottoscritto quel trattato non è sottoposto ad alcun controllo internazionale.

  • Di GeriSteve (---.---.---.24) 9 febbraio 2015 15:31

     


    Segnalo due regole generali, di cui qui si trovano interessanti esempi, e una mia considerazione.

    1) Se io dimostro che un ragionamento che porta ad una certa conclusione è sbagliato, quasi tutti riterranno che io abbia dimostrato che quella conclusione sia falsa. 
    Il fatto è che la gente conosce la retorica, ma quasi tutti ignorano la logica. Supponiamo che in questo momento uno scolaro, su domanda del suo professore, stia dimostrando il teorema di Pitagora e che lo scolaro ne dia una dimostrazione sbagliata: non per questo il teorema di Pitagora è falso. Questo lo capiscono quasi tutti, ma se poi La Stampa contesta una inchiesta che tende a dimostrare che l’Iran abbia certi missili, quasi tutti capiscono che La Stampa sostiene che quei missili non ci sono.

    2) Una bugia, se ripetuta tante volte, viene percepita come una verità. Notoriamente questo lo diceva il nazista Goebbels (autentico ministro delle bugie), ma prima di lui lo scriveva in "Propaganda" Barnays, il due volte nipote diSigmund Freud, uno "spin doctor" che ha "vinto" molte campagne di opinione pubblica.
    Un esempio?
    "se i sionisti si decidessero a mettere fine al conflitto con gli arabi palestinesi e, di conseguenza, a quello col mondo arabo islamico, non vi sarebbe più motivo per ritenere decisivo il possesso dell’arma finale".

    La mia considerazione invece riguarda il possesso o meno dell’atomica.

    Ci sono anche dei leaders che vogliono acquisirla come si vuole acquisire uno Status Symbol, ma è un simbolo che ha dietro un significato molto solido.  Ci sono due categorie di paesi: quelli aggredibili (aggredibili con armi tradizionali o atomiche) e quelli che non lo sono, perchè nel caso risponderebbero lanciando atomiche sull’aggressore.

     E’ comprensibile che tutti preferiscano stare nella seconda categoria o perlomeno in una alleanza forte con paesi che ci stanno. Le recenti aggressioni all’Afganistan e all’Iraq hanno rinforzato questa preferenza, ma è sempre per quel motivo che si sono dotati di armi nucleari la Corea del Nord, India e Pakistan e -soprattutto- Israele. Ormai è trascorsa storia a sufficienza per affermare che quella deterrenza è servita e che ha effettivamente protetto quei paesi.


    Propaganda interna a parte, nel caso dell’Iran non è pensabile un ruolo difensivo dell’atomica e quindi resta soltanto il -preoccupante- ruolo aggressivo. Francamente, che Israele se ne preoccupi non mi sembra nè autoreferenziale nè arrogante.

    GeriSteve

    • Di Persio Flacco (---.---.---.201) 9 febbraio 2015 21:47

      1. Gli iraniani non nascondono affatto le loro potenzialità missilistiche. Al contrario, quando possono le esagerano:
      http://www.reuters.com/article/2014...
      I loro missiloni li portano fieramente in parata, altro che nasconderli:
      http://www.aljazeera.com/news/middl...

      Dunque di che parliamo? O sospetti che La Stampa, per rassicurare obliquamente i lettori sulla inoffensività dell’Iran, volesse smentire gli stessi iraniani?

      2. Non capisco in cosa consisterebbe la bugia. L’iniziativa di pace della lega araba, che in cambio del riconoscimento da parte di Israele di uno stato palestinese indipendente e di una trattativa sui profughi offriva il riconoscimento di Israele da parte degli stati arabi, è stata presentata nel 2002: 12 anni fa, e non è mai stata presa in considerazione per una trattativa. Questa non è una bugia, è un fatto. Eppure i sionisti non fanno altro, da decenni, che lanciare allarmi sulla implicita minaccia esistenziale contenuta nel rifiuto degli stati arabi di riconoscere l’esistenza di Israele.
      Dunque ribadisco: se i sionisti al potere in Israele si decidessero a porre fine al conflitto con i palestinesi molte delle minacce provenienti dal mondo islamico, Iran compreso, cesserebbero di esistere. E’ che proprio non vogliono.

      Ora speriamo che l’alleanza tra Hadash e partiti arabo israeliani porti buoni frutti alle prossime elezioni, e che questo limiti lo strapotere dei sionisti, altrimenti la situazione continuerà a degradare sempre peggio.

      A proposito, posso segnalarti una coraggiosa organizzazione ebraica che si batte per contrastare la visione sionista delle cose e, dunque, per la pace?
      https://org.salsalabs.com/o/301/p/s...
      Se vuoi spendere bene qualche euro adesso sai come farlo.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.201) 10 febbraio 2015 12:21

      Scusa, nella fretta mi era sfuggita questa tua affermazione: "nel caso dell’Iran non è pensabile un ruolo difensivo dell’atomica e quindi resta soltanto il -preoccupante- ruolo aggressivo.".
      Considerata la fine che hanno fatto due dei tre oppositori regionali al regime sionista (il terzo, per ora, ha ancora la pelle intatta, ma non è sicuro che la mantenga tale a lungo) direi che hanno più ragioni di premunirsi gli iraniani di quante ne abbiano gli israeliani.
      Certo, qualche ruolo nell’avversione per Israele (meglio: per il regime sionista) penso lo giochi anche la recente memoria storica degli iraniani. In fondo sono passati solo 35 anni da quando il Mossad ha smesso di addestrare la polizia politica dello Scià: la SAVAK. Ma credo, tutto sommato, sia un ruolo marginale. Molto più pesante e realistica è la prospettiva di fare la fine dell’Iraq o della Libia, per un motivo o per l’altro. Avere l’atomica a portata di mano, obiettivamente, aiuterebbe a disincentivare tentativi in tal senso.
      Dunque non è affatto vero che, per esclusione, l’atomica iraniana avrebbe un ruolo esclusivamente offensivo: hai escluso troppo, troppo in fretta, e senza fornire fondamento alle esclusioni.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 9 febbraio 2015 17:25
    Fabio Della Pergola

    Preferisco evitare di entrare nella polemica con alcuni commentatori di cui conosco l’ossessività. La consequenzialità logica di GeriSteve è invece del tutto condivisibile a mio parere.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 10 febbraio 2015 07:38
    Fabio Della Pergola

    Quindi da oggi siamo cortesemente informati che gli iraniani non negano affatto di avere missili da crociera in grado di portare testate nucleari, perché, ci viene detto, che non lo negherebbero affatto. Non risulta che fosse così fino a ieri, ma prendiamone atto.
    Resta la domanda finale dell’articolo: per quale motivo l’Iran si è dato tanto da fare per procurarsi vettori di quel tipo se ha sempre dichiarato che il suo programma atomico è finalizzato solo ed unicamente a fini pacifici ?

    • Di Persio Flacco (---.---.---.201) 10 febbraio 2015 12:58

      Intanto diciamo che sulla base di accordi sottoscritti all’epoca dal regime dello Scià con gli USA, la Germania, la Francia, altri, la costruzione del primo impianto nucleare iraniano per scopi civili fu avviata da Siemens e Aeg-Telefunken negli anni ’50. E’ storia "antica" quindi.
      Per farla breve, e non prendendo per oro colato le ripetute assicurazioni iraniane circa lo scopo esclusivamente civile del nuovo impianto di Bushehr, ritengo possibile che l’Iran voglia mettersi nelle condizioni di poter realizzare, al bisogno, un ordigno bellico nucleare nel giro di qualche mese.
      In altre parole: se qualcuno progettasse un attacco dovrebbe considerare l’eventualità di una risposta nucleare, non immediatamente ma in breve tempo. Questo sarebbe già un elemento di dissuasione.
      Se così fosse gli iraniani non starebbero mentendo quando assicurano che il loro nucleare è esclusivamente per scopi civili *adesso*. Alcuni indizi lasciano però pensare che potrebbe diventare da civile a militare in breve tempo, al bisogno.

      Riguardo ai missiloni attualmente in dotazione alla FFAA iraniane sono presumibilmente caricati a robaccia chimica e batteriologica. Potrebbero essere caricati con ordigni nucleari se ricorressero le condizioni di cui sopra.

      Ripeto: gli iraniani non sono scemi. Sanno che ad un loro attacco seguirebbe una catastrofica risposta israeliana e statunitense: sarebbe un suicidio. 
      Ma a parte questo non hanno alcun fondato motivo per attaccare Israele.

  • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.12) 10 febbraio 2015 13:16
    Fabio Della Pergola

    Questo commento merita una risposta: il Trattato di Non Proliferazione nucleare non impedisce a nessuno di sviluppare ricerca ed impianti atomici per uso pacifico. Cioè sotto una determinata soglia di arricchimento dell’uranio (sul plutonio la questione è piuttosto diversa). Cosa che l’Iran fa già da tempo (altrimenti a cosa servirebbero le migliaia di centrifughe che ha?). Quello che l’Iran non può fare né "adesso" né fra un po’ - se non violando il trattato di cui sopra - è passare all’arricchimento per usi militari. In quel caso sarebbe sottoposto a ritorsioni. E il fatto che sia tuttora sotto sanzioni significa che non ha convinto gli ispettori dell’AIEA nei loro ripetuti controlli sul campo.

    Resta la domanda: che se ne fa di missili da crociera in grado di trasportare testate atomiche se il suo programma è pacifico?

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