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Siamo tutti iraniani

Quel che sta succedendo in Iran è davvero incredibile e la grande novità, senza precedenti mi sembra di poter dire, è che noi possiamo seguire l’evento così come lo vive e lo costruisce la gente. Non sono i media tradizionali che ci raccontano quello che succede ma è la rete che documenta, organizza e sostiene la rivolta del popolo iraniano contro i parrucconi medioevali che opprimono quel grande popolo.

Cari amici di agoravox,

permettetemi di rivolgermi con familiarità ed affetto perchè voi tutti, che usate questo potente strumento di informazione, siete parte della trasformazione diretta ed indiretta che tutti stiamo vivendo in questi anni.

La rete non sta soltanto cambiando i rapporti fi forza nel sistema dei media ma, come dimostrano i fatti iraniani, ha raggiunto una tale energia che sta modificando gli equilibri di potere laddove nessuno avrebbe neanche osato sognarlo.

Quel che sta accadendo in queste ore in Iran è un fenomeno senza precedenti e capirlo e sostenerlo è un dovere per tutti noi.

E’ la rete che ha favorito negli anni grazie all’attività instacabile di blogger e naviganti il dissenso contro i parrucconi, e che sta guidando oggi la protesta contro il regime anacronistico che regge quel paese.

Ognuno di noi può semplicemente aprendo una pagina oppure settando il proprio IM seguire il flusso degli eventi così come lo vive la gente che organizza e sostiene la rivolta in atto.



E’ un’emozione davvero grande. Io sto seguendo da un paio di giorni dopo che Baccanico ci ha insegnato cosa fare per seguire gli eventi.

Gli studenti, le donne, tutti quelli che si sentono offesi e delusi dai brogli del regime contribuiscono in un flusso incessante di osservazioni, testimonianze, proposte, imprecazioni, speranze.

Uno dice, Yahoo non funziona più, ed un altro, non riesco ad aprire Gmail da stamattina, ma poi un altro messaggio dice Bebo funziona ancora; e poi c’è chi documenta i feriti ed i morti ignoti, c’è chi incita ad andare alla manifestazione che avverrà nel pomeriggio, chi dice che la rete funziona sempre di meno, chi suggerisce di usare proxy americani per aggirare la censura. Poi arriva uno che dice non soltanto a Teheran avete manifestato, nel mio paese di 40.000 abitanti ieri siamo scesi in piazza in 4.000.

Insomma un flusso inarrestabile di emozioni, di informazioni, di vita, la forza dell’intelligenza collettiva contro la tirannide e l’oscurantismo.

Si vincerà in Iran?

E’ difficile dare una risposta definitiva ma la sensazione che ho è che quel che si è levato in piedi è talmente forte, pacifico, potente ed innovativo che fermarlo sarà davvero difficile.

Commenti all'articolo

  • Di Francesco Rossolini (---.---.---.103) 17 giugno 2009 21:21
    Francesco Rossolini

    In molti sono morti e molti altri, purtroppo, dovranno morire per quel senso di giustizia e di sdegno che ha colpito l’Iran "moderato".

    Pur non avendo elementi per poter giudicare in che misura le elezioni siano state manipolate credo si possa affermare che l’unica cosa da fare per scongiurare il peggio sia ripetere la consultazione. 

  • Di paolo praolini (---.---.---.73) 17 giugno 2009 21:28

    Qualcuno non ha saputo valutare il potere che stavano manipolando i movimenti giovanili e studenteschi.
    La rete come tu riporti è stato un ’amplificatore’ di idee.
    Idee innovative, democratiche, equilibrate e non estremiste contornate dal colore simbolo ’verde’.
    Si la speranza di un cambiamento che con certezza è iniziato ed ha imboccato un lungo e tortuoso percorso.
    Quale sarà il suo destino nessuno lo sà, ma noi ci auguriamo un epilogo positivo.
    Ne riparleremo tra qualche giorno.

  • Di marco (---.---.---.8) 18 giugno 2009 01:08

    Che noia. Quanta retorica. Quanti pappagalli. E non ti rivolgere con familiarità e affetto, per favore.

     In Iran è già finita l’agitazione, ora si torna alla normalità.

  • Di poetto (---.---.---.183) 20 giugno 2009 21:58

    In effetti quello che sta succedendo in questi giorni in Iran ha dell’incredibile.
    Pochi, per lo meno tra i comuni cittadini europei, si sarebbero immaginati la reazione popolare davanti a degli ipotetici...ipotetici?!...brogli.
    Il mio augurio è che il tutto si risolva nel modo meno cruento possibile, senza nessuna guerra civile, senza altro spargimento di sangue.
    Considerando che al potere c’è Ahmadinejad non so quanto questo sia possibile, ma non è detto...nessuno vuole realmente uno scontro all’ultimo sangue.

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