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Magnet link: la fine del diritto d’autore

Con i magnet link il diritto d'autore digitale appartiene al passato. 

C'è una notizia che ieri ha visto scatenarsi le maggiori riviste tecniche americane, specializzate sulla rete, ed infiammato il social network e che qui da noi è stata più o meno ignorata essendo queste le notizie che trova Google news sull'argomento.

Eppure si tratta, a mio modesto parere, di una delle cose più importanti accadute nell'ecosistema della rete in questo giovane 2012. Come spesso accade si vede soltanto quello che ha poca rilevanza ma quello che conta sul serio stenta a farsi capire come meriterebbe.

La notizia è che il famoso sito Pirate Bay non contiene più il famigerato elenco di torrent che hanno alimentato il peer to peer (d'ora in poi p2p) e creato innumerevoli cause per la violazione del diritto d'autore, al punto che in Italia l'accesso al sito è stato a lungo inibito, ma contiene una lista di magnet link. Chi fosse interessato a capire, nel merito, di che si tratta, cos'è un magnet link segua il link in italiano di wikipedia che ho puntato. Per semplificare dirò qualcosa sull'argomento e poi, soprattutto, cercherò di dimostrare perché ritengo questa notizia così importante e "rivoluzionaria".

Se si analizza il traffico di rete nel suo insieme si scopre che il p2p, tramite programmi come µTorrent, bitorrent, gnutella ecc. ecc., occupa una parte molto rilevante dell'insieme. Questo dipende dal fatto che i navigatori scaricano musica, film, software, ebook, insomma tutto ciò che è ricondicibile ad un flusso di byte con grande frequenza ed intensità. Tutto ciò avviene senza grande o nessun riguardo per il diritto d'autore e le grandi multinazionali che vivono di questo hanno cercato in tutti i modi di fermare il fenomeno, con scarsi risultati.

Dunque è molto difficile arginare il fenomeno.

Anche gli stati, la Francia ad esempio, hanno fatto leggi contro il p2p ma il fenomeno è aumentato e secondo molti analisti, proprio per reazione contro le leggi dedicate.

La tecnologia che è stata usata per il p2p è stata la tecnologia torrent ed ha funzionato egregiamente come dimostrano le cose che ho appena detto.

Tuttavia il limite del file torrent è che per poterlo usare con un programma che lo gestisce deve esserci da qualche parte un server, un host dove risiede e che quindi può esser ritenuto responsabile legalmente del traffico che ne deriva.

Pirate Bay è stata denunciata, chiusa, oscurata e come lei tanti siti che nel gioco si sono inseriti.

Posso, dunque, concludere che questo luogo fisico di deposito, dal punto di vista relazionale, è stato il limite, il grande limite del p2p.

Il magnet link nasce proprio per risolvere questo problema e lo possiamo definire un'evoluzione della tecnologia p2p.

Dice wikipedia italiana sull'argomento: "Un magnet link identifica un file non dal luogo o dal nome ma dal contenuto; da ciò si fa riferimento a un file basandosi sul contenuto o i metadati piuttosto che dal luogo. E' particolarmente utile nel contesto p2p perché permette alle risorse di far riferimento senza il bisogno di un host disponibile".

Ecco svelato il mistero del "link magnetico" ed il motivo per il quale la baia dei pirati, come dice il nuovo logo, è diventata Magnet Bay, la baia magnetica.

Non c'è più un server che può essere incriminato perché contiene un file che descrive il contenuto e dunque nessuna corte, sul piano legale, potrà condannare chi gestisce questi magnet link.

Dice ReadWriteWeb commentando la notizia: "Past efforts to prosecute online copyright infringement have been able to target the infringing users themselves. But the cryptographic power of magnet links renders that much, much harder. The cat is out of the bag now. The idea that governments will be able to chase down and censor a simple list of magnet links sounds downright laughable".

Traduco per i quattro amici che avranno avuto la pazienza di seguirmi fin qui: "Gli sforzi passati per perseguire la violazione on-line del diritto d'autore sono stati in grado di identificare gli utenti che lo violavano. Ma il potere di crittografia dei link magnetici rende la cosa molto, molto più difficile. Il gatto è fuori dal sacco ora. L'idea che i governi possano essere in grado di inseguire e censurare un semplice elenco di link magnetici suona addirittura risibile".

Non vi sembra che abbia ragione?

Commenti all'articolo

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.3) 2 marzo 2012 10:29
    Rocco Pellegrini

    Rispetto al contenuto dell’articolo è necessaria una precisazione perché, avendolo scritto ieri, ho ulteriormente approfondito la cosa e le idee mi si sono chiarite meglio. Trovo, nel mio articolo, piuttosto vaga la spiegazione sul funzionamento del magnet link rispetto al file torrent il che lascia la cosa avvolta da un mistero che mal si adatta alla natura razionale dell’informatica moderna.

    Riassumo la domanda per coerenza espositiva. Il file torrent si appoggia su un server, un tracker e contiene la descrizione in pezzi del contenuto quindi è facile capire come fa un client, ad esempio µTorrent, a ricostruire la risorsa cercata. Il magnet link non si appoggia su un server ed allora su che si appoggia?
    La risposta è DHTs cioè tabelle di hash distribuite.
    Questa è la vera grande novità del peer to peer. Queste tabelle sono distribuite in nodi cui partecipano tutti gli utenti dei network p2p. senza entrare nel dettaglio, che ha una certa complessità, l’identificazione e la descrizione della risorsa è distribuita su tanti nodi e questo spiega la velocità e l’ottimo comportamento di questa tecnologia.

  • Di Sandro kensan (---.---.---.207) 2 marzo 2012 13:03
    Sandro kensan

    Non è spiegata la differenza tra magnetic link e link torrent ma l’articolo è molto interessante e da approfondire in separata sede.

  • Di (---.---.---.10) 2 marzo 2012 17:43

    l’unico dubbio (per me) resta questo: se coi torrent bastava cercare "nomefiledascaricare torrent", coi magnet link come funzionerebbe?

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