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 Home page > Attualità > Cultura > Si può difendere una religione con la spada?

Si può difendere una religione con la spada?

Lo spaesamento del mondo e le guerre di religione. Un convegno all'Istituto per gli Studi Filosofici di Napoli, lunedì 26 febbraio alle ore 17.30. 

Diceva Woody Allen “Marx è morto, Dio è morto e anch'io non mi sento molto bene”

Questa frase non è uno scherzo. E' un manifesto. E' chiaro che tra le righe Allen intende dire che senza Marx e senza Dio, l'umanità muore. Muore anche la scienza che mantiene un atteggiamento fortemente critico e analitico soprattutto in fatto di religione. Come conciliare Marx, Dio e scienza?

 La socialità nel mondo moderno si è trasformata dalla sua forma autentica è transitata verso una forma funzionale all'economia; la stessa religione ha perduto i connotati classici per assumere le mille sfaccettature imposte dalla globalizzazione, deprivandosi del suo autentico messaggio.

 Eppure fondamentalismo e ateismo non sono forse la faccia di una stessa medaglia che perde sempre più valore? La violenza e la non violenza non viaggiano a braccetto impoverendosi? Fede e Logos non sono da millenni sempre assieme, indebolendosi ?

 Oggi più che mai avvertiamo queste dicotomie e questi scivolamenti filosofici e oggi più che mai sentiamo forte l'esigenza di risolverli. Chiediamo punti fermi, scelte sicure, ci appelliamo alla tradizione come ancora di salvataggio, per alcuni, come punto di contrasto e di svolta, per altri. E' la crisi del mondo moderno, dove a pieno titolo si colloca il discorso di Papa Ratzinger a Ratisbona. La lectio magistralis "Fede, ragione e università"

 Credere o non credere e a chi credere e a chi non credere. Quale la forma migliore di religione. Essa è necessaria? L'uomo di oggi si riconosce ancora in Dio o pensa di averlo superato? Può la religione ammettere la violenza per affermarsi? Possono i diversi volti della religione convivere?

 Se ne parlerà all'Istituto per gli Studi Filosofici il 26 febbraio prossimo in un convegno dal titolo IL CRISTIANESIMO E LE SFIDE INTERCULTURALI. UN DIALOGO NECESSARIO,  in occasione della presentazione del libro LA PROVOCAZIONE DEL LOGOS CRISTIANO. IL DISCORSO DI RATISBONA DI BENEDETTO XVI E LE SFIDE INTERCULTURALI a cura di Laurent Mazas e Gabriele Palasciano. Premessa del Cardinale Ravasi. Introduzione di Mons. Antonio Raspanti.

 Se Giovanni Paolo II ebbe un approccio molto morbido sulle diversità religiose ammettendo che alla fine un unico Dio accomunava tutte, Ratzinger ha avuto un posizione più ferma e per questo fortemente criticata.

 Dice il Vangelo secondo Giovanni, ma l'assunto lo ritroviamo anche nella Genesi: in principio era il "λόγος" e il logos (λόγος) era presso Dio. Dunque il Logos come Pensiero che era (ed è) presso Dio.. quindi Dio ammette la razionalità antecedente le azioni ed ogni cosa è stata fatta secondo razionalità, la terra e le creature tutte. La natura del resto segue una propria razionalità. Qindi Dio infonde razionalità come motore del mondo ma chiede il Credo come motore dell'animo, tessendo un canovaccio per la convivenza tra scienza e religione. Gesù dice: date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio: a Dio appartiene l'animo e a Cesare appartiene l'amministrazione del mondo. E' come se Dio ci suggerisse di mantenere due piani distinti: quello dell'anima e quello della razionalità ma non distanti, anzi uniti in un unico schema, ogni amministrazione deve informarsi alla vera essenza dell'animo umano ed ai mille aspetti con cui si presenta il mondo.

 Ma Dio non ammette l'idolatria, come dice Ibn Ḥazm. Uno è Dio ( e ciò è in ogni scrittura), pur con le Sue Ramificazioni.

 Siamo stati bravi ad arrivare alla luna, alle galassie, all'universo ma non siamo assolutamente in grado di capire com'è che sono lì, e cosa sia successo. Dio non ci rivela il suo volto ma la sua volontà. Dunque il credo e l'amministrazione nell'unicum umano.

 Ma si può difendere un credo con la spada? Anche qui ci giunge una indicazione. E' come se Dio ci dicesse che le leggi degli uomini devono regolare i rapporti tra gli uomini che poi renderanno conto a Dio secondo la propria natura trascendentale. Questo per i cristiani, e sempre secondo i cristiani, quindi, una religione che va contro le leggi degli uomini non può essere ammessa presso Dio, sarebbe un non senso. Sarebbe un ripetere la Croce che in nessuna scrittura è chiesta, mi sembra.

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