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 Home page > Attualità > Società > Sarah uccisa dallo zio. Il mostro in casa. Chi paga per i peccati dell’uomo? (...)

Sarah uccisa dallo zio. Il mostro in casa. Chi paga per i peccati dell’uomo? (Parte Prima)

"Conoscendo mio cognato so che è una persona corretta, a me sembra sincero. E tra lui e Sarah c’è un rapporto tra zio e nipote". Per un’intera settimana la mamma di Sarah ha continuato a credere nell’innocenza del cognato. Poi la scioccante verità è venuta a galla: il mostro era tra le pareti domestiche.


Ha dovuto violentarla da morta dal momento che da viva quella ragazzina ancora bambina, lo rifiutava costantemente. Sarah ha avuto il coraggio di respingerlo, ma non ha avuto il coraggio di denunciarlo, di raccontare tutto a sua madre. Il suo rifiuto le è costato la vita. Sarah aveva solo 15 anni. E sicuramente aveva vergogna, vergogna di una vergogna che avrebbe dovuto essere di suo zio.
Purtroppo quando queste storie vengono a galla, il loro epilogo è drammatico.

Ne sa qualcosa Raffaella Mauceri fondatrice del centro siciliano Le Nereidi, oggi Rete antiviolenza (150 volontarie, 15 presidi, più di mille donne accolte con i loro figli minori, 28 avvocate, 14 psicologhe e 13 pedagogiste) che ci racconta alcuni particolari raccapriccianti.

Ricordo perfettamente – esordisce Raffaela Mauceri - l’espressione di incredulità, diffidenza, scherno sulla faccia di coloro che mi ascoltavano tanti anni fa quando parlavo di violenza alle donne. Erano poliziotti, carabinieri, medici, assistenti sociali, politici, funzionari, docenti… . Ignoravano la violenza sulle donne e qualora mai ne venivano a conoscenza segretamente o esplicitamente pensavano che le donne picchiate come quelle stuprate, se le andassero a cercare loro

Parlo degli operatori istituzionali che oggi, non tutti ma in buona parte, si informano, si attivano, e si schierano per contrastare la violenza di genere, lo stalking, il femminicidio e tutti questi fenomeni antichi che, oggi, etichettati con nomi nuovissimi, sembrano altre cose. Cose appena nate.

Invece sono fenomeni millenari che emergono grazie al coraggio, alla resistenza, alla caparbietà di noi femministe dei mitici anni ’70. Lo dico senza tema di smentita e lo dico con legittimo orgoglio, anzi, con quella vituperata autoreferenzialità che le donne, clamorosamente sbagliando, continuano ad usare troppo poco. Proprio per questo, infatti, l’enorme, straordinario, inestimabile lavoro delle femministe (di ieri e di oggi), è conosciuto così poco e così male.

Mai più potrò dimenticare la prima accoglienza. Si trattava di una donna giovane, bella, raffinata che ci raccontò come aveva a che fare con una bestia di marito che abitualmente la violentava e la sodomizzava completamente indifferente alle sue lacrime e sordo alle sue implorazioni. Fu il primo impatto, un impatto traumatico. Quella notte dormii poco e male, e sin da subito cominciai a chiedermi perché avevo abbracciato un impegno così drammatico.

Più volte me lo sono chiesto in questi ultimi 16 anni di volontariato contro la violenza e sempre torno sul fronte perché non riesco a rinunciare al sudatissimo ineffabile momento della “vittoria”, quando riusciamo a vincere la sfida: quella di arrivare prima dello stalker, prima del potenziale assassino, prima dell'irreparabile. E tutti ormai sappiamo che cosa significa “irreparabile”. Ne sente il fiato sul collo la vittima che ha già subìto un tentativo di strangolamento o un cuscino premuto sulla faccia o un coltello puntato alla gola. Lo descrive la cronaca nera indugiando sui particolari più truculenti perchè chi legge possa sentire il famoso brivido che va su per la schiena.

Mostra itinerante contro gli omicidi di donne

 

Sono tante le socie-colleghe-sorelle-amiche con le quali ho vissuto momenti da thriller, tanti i nomi e i volti delle vittime che affollano la mia mente… come Teresa la giovane siracusana che aveva sposato un etiope e costui si era portato via il figlioletto al suo paese e l’aveva fatto circoncidere. Dopodiché si sarebbe portato via anche la piccola Sharon per farla infibulare… Gli occhi dilatati dal terrore, Teresa ci chiede di aiutarla a salvare l’innocente da una simile devastazione. Mentre lei parla, ci accorgiamo che il viso della piccola e bellissima Sharon che dorme ignara fra le sue braccia, prende una strana piega di dolore: chissà, forse attraverso quel filo potente e misterioso che lega le madri alle proprie creature, percepiva il panico della mamma e aveva voglia di piangere.Una corsa contro il tempo, una separazione e un affido fanno il miracolo di salvare madre e figlia. Appena in tempo.

Raffaella Mauceri

 

O come Giusi. Un giorno sì e uno no, i medici del pronto soccorso se la vedevano arrivare piena di tagli e lividi. Le dicevano: ‘Signora perché ci racconta che è caduta dalle scale? Perché non dice la verità?’

Ma la verità Giusi non la poteva dire perché lui era sempre lì davanti a lei e con gli occhi gelidi e velenosi le prometteva altre botte meglio assestate. E se poi l’ammazzava, chi avrebbe pensato ai suoi bambini? Chi li avrebbe protetti, curati, abbracciati? Ché se non fosse stato per quel poco che guadagnava lavando scale, avrebbero fatto pure la fame. Ogni tanto le dicevano: ‘Mamma perché non ce ne andiamo in un posto lontano lontano dove papà non ci trova più?’.

Beata innocenza, che ne sanno i bambini di quanto è difficile cambiare città senza lasciare tracce? Che ne sanno di quanto è duro riuscire a sbarcare il lunario con un lavoro a nero, malpagato, se si trova e quando si trova?

Al Centro, Giusi c’era venuta due mesi prima, trascinata da un’amica che non ne poteva più di sentire le sue grida e di sapere che quel mascalzone non portava un soldo in casa ma soltanto minacce, ingiurie e botte da orbi. Giusi mai al mondo si sarebbe immaginata che esistevano donne organizzate per difendere altre donne come lei senza nemmeno conoscerle.

Da quel giorno, dunque, il nostro numero di telefono se l’era tenuto sempre addosso come un santino. E così finalmente il suo grido di aiuto arrivò fino a noi che le avevamo promesso sostegno, aiuto e protezione.

Denunciato, arrestato, condannato: ancora oggi non riesce a credere che il suo aguzzino non può più tenerla in pugno, pestarla, insultarla, terrorizzarla. Dobbiamo ripeterglielo noi: 'l’incubo è finito, Giusi, è finito! Puoi riprenderti la tua vita, i tuoi figli e il tuo futuro'.

O come Lucia. Lei non ha bisogno di essere incoraggiata per parlare, al contrario, è una un fiume in piena di parole tanto che un quarto d’ora dopo sappiamo vita, morte e miracoli del suo matrimonio fallito, dei pestaggi subiti, della disperazione, del lavoro massacrante e di come, da sola, si è tirata fuori da quel mare di guai.

‘Eh sì, me la sono vista brutta - racconta - Lui ha tentato pure di levarmi i figli. Ma deve ancora nascere quello che mi porta via la carne della mia carne!’ E nel dirlo, gli occhi le diventano due pugnali sfavillanti, proprio come una tigre quando le toccano i cuccioli.

‘E per farne cosa? - continua - per farli finire in un istituto, maledetto ubriacone e puttaniere! Ma io ho guardato il giudice dritto in faccia e gli ho detto: dovete ammazzarmi, prima di dare i miei figli a questo debosciato! Mai una volta in dieci anni che si sia disturbato a chiedersi se avevano da mangiare, o panni per vestirsi, o se andavano a scuola e come ci andavano. A "camparli" ci ho pensato io e solo io. Ho fatto mille lavori, ho lavato tante scale che messe una sopra l’altra potrei arrivare in paradiso! Ho fatto il pagliaccio per i bambini malati della gente ricca, ho stirato montagne di biancheria, ho raccolto olive, ho incartato arance... Di tutto so fare, di tutto. Ma la casa popolare non me la danno. Non è che io la voglio con il barocco ‘sta casa, basta che usciamo tutti e quattro da quella specie di tugurio di mia madre ché stiamo uno sopra l’altro come le sarde salate. Lo sapete dove dormo io da tre anni? Su una sedia a sdraio e nemmeno lo so come faccio a stare in piedi e lavorare come una bestia dalla mattina alla sera!’

Il racconto è drammatico, ma Lucia ha una mimica così teatrale, un dialetto così colorito, un’espressione così ironica e mattacchiona che non riusciamo a trattenere le risate. E lei lo sa e ne va fiera: ‘Vi faccio ridere, eh? Lo so, io l’attrice dovevo fare. Lo vedete che personale che ho? - scatta in piedi e fa una piroetta da indossatrice - E che vi devo dire, quanti bastardi ci hanno provato? Appena una chiede una cosa, subito vogliono essere pagati ‘in natura’, i signorini. E te lo dicono chiaro e tondo. In faccia! Capito?’.  E poi ci tocca sentire gente che pontifica sulla prostituzione ‘per scelta’. Quando una donna non ha né lavoro né soldi, è facile chiederle l’unica cosa che le resta da vendere in una società che giustifica chi la compra. Specialmente se ha tre figli da sfamare'.

Trovarle una piccola casa con un affitto modesto e farle avere un contributo abitativo: soltanto questo ci ha chiesto e questo abbiamo fatto. Al resto ci pensa lei con la sua forza e il suo indomabile coraggio. Noi di pagamenti ‘in natura’ a Lucia non gliene chiediamo né sapremmo che farcene visto che siamo tutte donne e mamme come lei. 

(continua)

I commenti più votati

  • Di Grazia Gaspari (---.---.---.3) 8 ottobre 2010 15:08
    Grazia Gaspari

    Mi ha scritto una cara amica, lasciando a me il compito di pubblicare il suo commento, lasciandolo anonimo.... Mi vien da piangere..... perchè nel mio lungo impegno con le donne e per le donne sono venuta a conoscenza di tante storie simili a questa...... 

    Storie di dolore .... per la vergogna di chi non si vergogna. Storie cui dobbiamo mettere in qualche modo fine !!! 
    Sarah è un po tutte noi, solo più piccola e indifesa. Ed ecco la testimonianza di questa amica:

    "
    Ieri sera ho visto dopo mesi mia madre.
    La notizia deilla piccola Sarah era come un palpito tra noi.
    Ha iniziato lei:"ho pensato allo zio".
    Certo, ci avevo pensato anche io.
    Abitava sul nostro pianerottolo. Le porte sempre aperte, il massimo della confidenza.
    Verso i 12 anni, con la pubertà, mi aspettava sulle scale per baciarmi e stringermi.
    Mi faceva schifo.
    Lo raccontai alla mamma spinta da un amico.
    Baraonda familiare, colpe alla vittima, un classico. Ma un salutare trasloco ci separò.
    Oggi scopro che la vera vittima fu mia madre, per anni sottoposta a minacce e veri e propri agguati.
    Nè mio padre nè nessun altro l’aiutò, anzi. Andò a parlare con uno psicologo che la mise in guardia nel non lasciare mai bambini con lui.
    Sola e disperata.
    Tutto il mio impegno per la difesa delle donne e dei minori dalle grinfie degli orchi"
  • Di Filippo Cusumano (---.---.---.135) 9 ottobre 2010 14:23
    Filippo Cusumano

    Bellissimo articolo.
    Mi ha colpito molto la testimonianza che hai pubblicato in uno dei commenti successivi.

    Che dimostra quanto male facciano anche a distanza di anni certe attenzioni.

    Non sono una persona abituata a pensare al peggio, ma debbo confessare che, avendo una figlia, leggo sempre con proeccupazione, profonda inquietitudine e vera sofferenza storie come queste.

    Non è questione di forza o di debolezza delle vittime. E’ questione di strumenti per fermare chi commette atti di violenza.
    Non amo questo governo, ma quando conto - sulle dita di una sola mano- le cose buone che ha fatto, cito sempre la legge sullo stalking.
    Non so se si poteva fare meglio ( probabilmente sì, ogni cosa si può fare meglio di come è stata fatta) ma è sicuramente un passo avanti rispetto al niente che c’era prima.

  • Di Grazia Gaspari (---.---.---.3) 9 ottobre 2010 11:14
    Grazia Gaspari

    Damiano, la Tv gioia e dolore. Da un lato permette una diffusione capillare dell’informazione, dall’altro la deforma non andando in profondità.


    Lo zio di Sarah è diventato un mostro....ma non parlando della famiglia, della condizione delle donne all’interno della famiglia (nonostante i grandi passi avanti fatti dalle donne) ecco che resta un caso, un ORRIBILE caso.... un eccezione!!!

    In questo modo non si mettono sul chi va la le donne, non si aiutano le madri a vigilare sui figli , ecc. ecc.
     
    E’ un’informazione monca, sensazionalista!!! Ma se un comune come Pistoria denuncia 1200 casi di violenza a donne solo in un anno.... quali sono i dati del sommerso!!!!!

    Perchè non informiamo che esistono centri di donne per le donne, non diamo gli indirizzi... ecc. ecc. SE INFORMASSIMO DI PIU’ FORSE SALVEREMMO PIU’ DONNE, PIU’ RAGAZZINE, E RENDEREMMO MIGLIORE L’AMBIENTE IN CUI VIVIAMO.
  • Di (---.---.---.9) 9 ottobre 2010 20:32

    RAFFAELLA SEI VERAMENTE UNICA!
    EMILIO IERACE

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.114) 8 ottobre 2010 14:37

    Io sono per le donne; Se oggi vengono trattate come oggetti del desiderio, e come oggetti trattate, prima desiderate, poi usate o abusate, infine gettate, come oggetti usati, è perchè il modello di società di TV e media, questo ci indica. Perchè la chiesa le considera un accessorio (una costola) dell’uomo e le relega ai lavori di servizio. Invece le donne nn fanno guerre, perchè hanno perso già troppi figli, fratelli, mariti e padri. La parte del Pianeta che funziona meglio, è quella governata da donne (Merkel, Bachelet, McAleese, Rodham Clinton and many more...). Le donne conoscono per forza l’amore, perchè hanno il dono della maternità. Alle donne il sangue nelle vene scorre come un grande fiume lento, che irrora e feconda i continenti, per questo le donne riflettono. Agli uomini scorre come un tumultuoso torrente, che irriga giusto il pietriccio sull’argine. E riflettono meno. Le donne nn possono contare sulla forza bruta, per questo sono più avezze alla forza delle idee. Gli uomini hanno trascorso secoli a trasferire i loro argomenti dalla mente alla braccia. Dio è maschio e io sono ateo, in realtà dio è madre e si chiama Natura. E io sono per le donne

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.137) 8 ottobre 2010 14:53
    Damiano Mazzotti


    La Tv non c’entra un bel niente in questo caso...

    E le violenze familiari erano più diffuse anni fa...

    e molto spesso non venivano a galla..

  • Di Grazia Gaspari (---.---.---.3) 8 ottobre 2010 14:57
    Grazia Gaspari

    Bel commento, grazie. Anche io sono per le donne :))) e per questo sono con Dio, con la natura e con tutto ciò che ci permette di fare un passo in avanti nella civiltà, nell’etica, nella solidarietà!!!

    Peccato che tu non l’abbia firmato!

    Consiglio a tutti di iscriversi al gruppo antiviolenza di Raffaella, è anche su Facebook. Un’ampia rete virtuale e di pensiero può fermare questa cieca, brutale, violenza.... 
    Che orrori del genere non si ripetano.
  • Di Grazia Gaspari (---.---.---.3) 8 ottobre 2010 15:08
    Grazia Gaspari

    Mi ha scritto una cara amica, lasciando a me il compito di pubblicare il suo commento, lasciandolo anonimo.... Mi vien da piangere..... perchè nel mio lungo impegno con le donne e per le donne sono venuta a conoscenza di tante storie simili a questa...... 

    Storie di dolore .... per la vergogna di chi non si vergogna. Storie cui dobbiamo mettere in qualche modo fine !!! 
    Sarah è un po tutte noi, solo più piccola e indifesa. Ed ecco la testimonianza di questa amica:

    "
    Ieri sera ho visto dopo mesi mia madre.
    La notizia deilla piccola Sarah era come un palpito tra noi.
    Ha iniziato lei:"ho pensato allo zio".
    Certo, ci avevo pensato anche io.
    Abitava sul nostro pianerottolo. Le porte sempre aperte, il massimo della confidenza.
    Verso i 12 anni, con la pubertà, mi aspettava sulle scale per baciarmi e stringermi.
    Mi faceva schifo.
    Lo raccontai alla mamma spinta da un amico.
    Baraonda familiare, colpe alla vittima, un classico. Ma un salutare trasloco ci separò.
    Oggi scopro che la vera vittima fu mia madre, per anni sottoposta a minacce e veri e propri agguati.
    Nè mio padre nè nessun altro l’aiutò, anzi. Andò a parlare con uno psicologo che la mise in guardia nel non lasciare mai bambini con lui.
    Sola e disperata.
    Tutto il mio impegno per la difesa delle donne e dei minori dalle grinfie degli orchi"
    • Di (---.---.---.198) 8 ottobre 2010 17:20

      Il problema nasce soprattutto dal fatto che le vittime si vergognano...si vergognano delle colpe chi di chi dovrebbe amarle, proteggerle e rispettarle. Ci sono uomini che non sanno dominare certi istinti bestiali, per questo dobbiamo parlare, con forza, denunciare...avere qualcuno a cui potere confidare l’impensabile.

      Silvana Varotti

    • Di Gian Carlo Zanon (---.---.---.138) 8 ottobre 2010 17:35
      Gian Carlo Zanon

      Grazia, è veramente una tragedia, questo tuo toccante commento, con la lettera della tua amica, è uno specchio della realtà di molte, moltissime famiglie italiane. E non ci sono differenze di classe sociale, è una violenza contro le donne, i minori, i più deboli che attraversa tutta la società a qualsiasi livello.
      Perchè è questo che vogliono questi malati di mente, rovinare per sempre l’identità degli esseri umani, perchè non possono sopportare la vitalità e la voglia di vivere che essi hanno ormai perduto.
      Le famiglie italiane, tanto glorificate dalla nostra cultura, sono molto spesso generatrici di follia e di vilolenza. L ’ 80% delitti contro la persona accadono all’interno delle mura domestiche. Come diceva un’altro commento queste cose sono sempre accadute, ora si sanno, prima non si sapevano e tutti tacevano, perchè le donne erano subalterne all’uomo.
      Adesso le donne hanno più identità, quella che è stata sempre loro negata loro dal patriarcato e dalla Chiesa cattolica, e denunciano più spesso ma non ancora abbastanza.

  • Di (---.---.---.27) 8 ottobre 2010 19:13

    Lo zio di Sarah è un assassino necrofilo, ma la moglie e la figlia dovrebbero finire in galera anche loro. Per un mese e 10 giorni hanno taciuto pur sospettando e poi sapendo, non hanno detto i loro dubbi alla polizia per paura dello scandalo. Viviamo in un Paese in cui la vergogna per lo scandalo è più forte della vergogna per gli atti commessi. Finché non si debellerà questa mentalità rimarremo sempre un Paese incivile.

  • Di (---.---.---.27) 8 ottobre 2010 19:13

    il commento qui sopra è mio, Bruna Durante

  • Di Michele Antonelli (---.---.---.82) 9 ottobre 2010 11:03
    Michele Antonelli

    Secondo il mio modestissimo parere, leggo nell’articolo e nei commenti un’insalata di misto carne-pesce-verdura. Mettete tutto dentro e non salvate niente. Appare una società di mostri e di tristezza infinita. Non è così. Uomini violenti-padroni e donne sottomesse ci sono sempre stati, al di la, poi, del dilagare di mezzi di informazione, sempre più rapidi.

    La violenza nasce da uno status individuale che si evolve quando trova terreno fertile in una società priva di valori che ha come finalità il "consumismo" globale; cioè quella del tutto e subito senza limiti. Le colpe di tutta questa vicenda sta nella debolezza di tutto ciò che ci circonda dove nessuno denuncia. Provate ad immischiarvi in una vicenda che riguarda il vostro vicino di casa. Vi verrà risposto, anche da parte della persona lesa, di farsi i "fatti propri". Provate a riprendere un bambino che sta sbagliando. Il genitore vi denuncerà per lesione della sua sfera tutoriale o chissà per quale altra cosa.
    Riguardo alle donne mi risulta che a volte ammazzino i loro figli e li mettano in un cassonetto della spazzatura. In questo caso si dirà che era malata, vittima di una società anch’essa malata. Balle, sono tutte balle. La società siamo sempre noi con pregi e difetti. Si nasce sani o malati indipendentemente da chi ci ha creati. La malattia è la scusa per giustificare il nostro modo di essere dove nulla facciamo per guarirne.
    Poi che c’entra Dio? In nome di Gesù Cristo si sono consumate scelleratezze e delitti che non sto a elencare. Guardatevi dentro e dite con sincerità cosa fate o fareste voi davanti ad una situazione in cui si svolge questo tipo di delitto?
    Il resto, quello che diciamo a delitto avvenuto, sono solo chiacchiere e gossip per fare audience.
    • Di tiziana (---.---.---.11) 9 ottobre 2010 23:33

      Sig. Antonelli,
      mi permetto di contestare le sue deduzioni per il semplice motivo che il degrado della società non è dovuto al "consumusmo globale", ma al patriarcato. Mi spiego meglio, sin dai tempi ancestrai si tende a considerare la Donna come sottoprodotto del genere umano, da qui quelal forma strisciante e non nascosta, ma mai palese, di misogenia nei confronti di noi Donne. Gli stupratori non vilentano le donne per le loro avvenenze, le violentano per il gusto di mortificarle e non sto qui a spiegare l’etimoligia della parloa Mortificare.
      Lei sospiene che le colpe di tutte queste vicende sta nella debolezza di tutto ciò che ci circonda, dove nessuno denuncia. Le rispondo: Denunci lei i casi di stupro!!!
      per le faccende del vicinato rispondo: ognuno risponde secondo coscienza...

      lei parla di Donne "che a volte" ammazzano i loro figli e li mettnono in un cassonetto della spazzatura...rispondo: lei stesso si è risposto, sono casi rarissimi, casi efferati è vero, ma devo ricordarele i casi di stupro che si perpetuano si dai temi remoti??? o per lei non sono da considerare atti di violenza???Le ricordo che la letturatura delal medicina legale cita casi disparati di Donnicidio.

      Dice bene: la malattia è la scusa per giustificare il modo di essere degli stupratori pedofili.
      Dice bene quando afferma che Dio non C’entera in tutto questo, perchè il Dio dovremmo cercarlo dentro di noi ma a quuanto pare alcuni uomini non ce l’hanno.
      Afferma: gardatevi dentro e dite con sincerità cosa fate o farest davanti ad una situazione in cui si svolge questo tipo di delitto? personalemente le rispondo: ho denunciato e tra mille domande imbarazzanti di due agenti...e le mille difficoltà e e e emi sono sentita dire: chissà tu cosa avevi combinato?! (non era un parente)

      A lei domando: Lei cosa avrebbe fatto?
      ripondo io per lei: avrebbe aspettato 10 anni per denunciare e forse nn le avrebbero creduto ...

      è difficile essere Donna, ma nonostante tutto siamo fiere di esserlo.

      Tiziana Iocolano futura Operatrice già le Nereidi Siracusa

  • Di Grazia Gaspari (---.---.---.3) 9 ottobre 2010 11:14
    Grazia Gaspari

    Damiano, la Tv gioia e dolore. Da un lato permette una diffusione capillare dell’informazione, dall’altro la deforma non andando in profondità.


    Lo zio di Sarah è diventato un mostro....ma non parlando della famiglia, della condizione delle donne all’interno della famiglia (nonostante i grandi passi avanti fatti dalle donne) ecco che resta un caso, un ORRIBILE caso.... un eccezione!!!

    In questo modo non si mettono sul chi va la le donne, non si aiutano le madri a vigilare sui figli , ecc. ecc.
     
    E’ un’informazione monca, sensazionalista!!! Ma se un comune come Pistoria denuncia 1200 casi di violenza a donne solo in un anno.... quali sono i dati del sommerso!!!!!

    Perchè non informiamo che esistono centri di donne per le donne, non diamo gli indirizzi... ecc. ecc. SE INFORMASSIMO DI PIU’ FORSE SALVEREMMO PIU’ DONNE, PIU’ RAGAZZINE, E RENDEREMMO MIGLIORE L’AMBIENTE IN CUI VIVIAMO.
  • Di Filippo Cusumano (---.---.---.135) 9 ottobre 2010 14:23
    Filippo Cusumano

    Bellissimo articolo.
    Mi ha colpito molto la testimonianza che hai pubblicato in uno dei commenti successivi.

    Che dimostra quanto male facciano anche a distanza di anni certe attenzioni.

    Non sono una persona abituata a pensare al peggio, ma debbo confessare che, avendo una figlia, leggo sempre con proeccupazione, profonda inquietitudine e vera sofferenza storie come queste.

    Non è questione di forza o di debolezza delle vittime. E’ questione di strumenti per fermare chi commette atti di violenza.
    Non amo questo governo, ma quando conto - sulle dita di una sola mano- le cose buone che ha fatto, cito sempre la legge sullo stalking.
    Non so se si poteva fare meglio ( probabilmente sì, ogni cosa si può fare meglio di come è stata fatta) ma è sicuramente un passo avanti rispetto al niente che c’era prima.

  • Di (---.---.---.9) 9 ottobre 2010 20:32

    RAFFAELLA SEI VERAMENTE UNICA!
    EMILIO IERACE

  • Di (---.---.---.3) 10 ottobre 2010 07:23

    Iva Testa 

    Sarah..15 anni..strangolata..violentata e gettata in un pozzo..
    Il carnefice era lo zio che più volte aveva cercato di adescarla..
     
    E’ una delle troppe storie di violenza sessuali contro le donne..
    anche se cambiano le dinamiche della violenza, si riperpetua l’antico rito della bestia e della preda..
     
    Le donne lo sanno, capiscono che sono esposte a questo rischio a tutte le età...
    La legge, le leggi, le tutelano poco..
     
    E poi c’é la vergogna, quella profonda, quella che non puoi dire : non é uno sconosciuto ma zio..padre..fratello..cugino..
    Spesso il silenzio delle donne continuamente violentate in casa deriva dalla necessità di proteggere i figli..
     
    Le donne hanno saputo costruire una fitta rete di aiuto e di accoglienza per le violentate..funzionano tuttora sparse capillarmente su tutto il territorio nazionale..
    Le donne hanno anche manifestato per i loro diritti e contro la violenza sessuale, uno dei crimini più orribili..
     
    Ma nella storia di Sarah c’é la novità dei media..
     
    I media si sono sempre interessati di storie morbose..ma questa volta hanno travalicato il segno..
     
    Facebook proliferava con dubbi gruppi alla ricerca di Sarah..I TG raccontavano strane storie sul desiderio di Sarah di scappare dal paesino dove era nata e cresciuta..
     
    Ma la ciliegia sulla torta l’ha messa Federica Sciarelli in Chi l’ha visto?...
    Mentre era in onda la trasmissione, ospite la madre di Sarah ( una statua di gesso ), é arrivata la notizia accertata che l’assassino era lo zio..
     
    La signora Concetta Serano si irrigidisce ancora di più..
    Certo, la Sciarelli le chiede se vuole interrompere il collegamento...ma il danno é fatto..
     
    Queste notizie le danno solo gli inquirenti, gli unici titolari delle indagini..
     
    La storia di Sarah si é interrotta a 15 anni...questa é l’unica verità....
     
    E allora le indagini a chi ne è titolare, nessuna interferenza tra il diritto di informare e il dovere di essere informati..usare i media per far crescere nella coscienza bestiale una parvenza di umanità, continuare a combattere per affermare il diritto delle donne ad essere protagoniste della loro vita...ed entrare con coscienza nella rete, sapendo di maneggiare un materiale delicato...lo dobbiamo a Sarah e alle tante prima di lei..
     
     
  • Di pv21 (---.---.---.58) 10 ottobre 2010 20:12

    Ipocrisie mediatiche > Nessuno (redazione, regia, conduttrice) ha scelto di interrompere il collegamento ed evitare così di "puntare" le telecamere sul volto di una madre mentre le viene comunicata la morte della figlia (ritrovamento cadavere). Giusto il tempo di ragionare "privatamente" sui possibili tragici sviluppi e poi ristabilire il collegamento video con o senza la madre presente. Sono azioni già usate e viste nei programmi di approfondimento. Altrimenti si passa dalla "informazione" a quel "voyerismo" da buco della serratura che fa tanto Auditel e "replicanti" ...

  • Di (---.---.---.195) 12 ottobre 2010 13:25

    Indagine Istat 2008-2009 sulle molestie e i ricatti sessuali subiti dalle donne.

    http://www.istat.it/salastampa/comu...

    Giusto per avere indicazioni sulla diffusione del fenomeno... tanto da poterlo indicare come "emergenza nazionale".

    O forse meglio passare il tutto sotto il solito silenzio?

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