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Roma omaggia Guttuso

Fino al 3 febbraio 2013, in occasione del centenario della nascita di Renato Guttuso, sono esposti nel Complesso del Vittoriano di Roma più di 100 opere provenienti da musei nazionali e internazionali, dalle collezioni private e dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna.

Il senso della rassegna è proprio quello di celebrare i cinquant'anni della residenza e del lavoro del maestro in questa città.

Guttuso, nato a Bagheria nel 1911 è stato senza dubbio tra i pittori italiani più rappresentativi nel Novecento europeo. Tra le opere più celebri sicuramente va annoverata "La Crocifissione" che ispirò anche altri disegni che più tardi vennero pubblicati nel volume "Il Dante di Guttuso".

Negli anni Settanta l'artista dipinse "I funerali di Togliatti", un'opera considerata vero e proprio manifesto per l'intero filone della pittura antifascista.

Guttuso scelse Roma nel '31 dopo essersi allontanato dalla Sicilia e qui conobbe e strinse amicizia proprio nella Città eterna con molti letterati e artisti come Moravia, Neruda, Manzù, Visconti e Pasolini con i quali instaurò rapporti importanti e proficui. Guttuso stabilisce proprio nella Città eterna il centro nodale delle proprie relazioni. Egli cerca di rappresentare nei propri lavori l'aspetto più intenso e profondo, sociale, politico, ma anche religioso di questa meravigliosa e vibrante città. Attraverso le sue visioni del Colosseo, dei Tetti di via Leonina, delle misteriose presenze nei giardini pensili romani, che possiamo scoprire una Roma diversa.
Seppur gli influssi artistici e il fervore sociale della Capitale siano stati rilevanti nella sua arte, Guttuso affermò più volte nel corso della carriera che "il pittore dipinge sempre quello che conosce". Infatti nei suoi dipinti, anche quelli del periodo romano, è rinvenibile l'attaccamento alla terra natia. Oltre al senso delle sue radici non si può non notare all'interno della sua formazione il sentimento del tragico e il realismo sempre collegato alle difficili problematiche della Sicilia. 

Questa mostra dunque sembra proprio fornire agli spettatori uno spunto interessante per capire come questo grande maestro contemporaneo, vedeva e viveva Roma nel particolare, fatta essenzialmente di paesaggi e di vicoletti meravigliosi che ispirano emozioni e storie.

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