Notizia pubblica o notizia privata, dove si trova il confine?

Domenica 3 maggio 2009.
Questa mattina mi sono svegliato e sono uscito.

Tutto quello che ho fatto rientra nella mia sfera privata, per cui se non mi va di raccontarlo a nessuno, posso decidere di non divulgarlo.

Potrei compiere tante azioni generose verso il mio prossimo, oppure potrei chiudermi nel mio egoismo e fregarmene del mondo intero, nessuno lo saprebbe mai se non voglio. A meno che non mi succeda un episodio eclatante che attiri l’attenzione.

Quando accade qualcosa che può suscitare interesse per il pubblico in quell’arena mediatica che è il mondo intero, i media si tuffano sulla notizia, anche banale e la sfruttano, diciamo che sono come dei protettori, mentre i fatti sono delle prostitute, i clienti siamo tutti noi che prestiamo attenzione a tutte le notizie e foraggiamo con i dati sull’ascolto questo meccanismo diabolico, che ha mescolato definitivamente il pubblico e il privato, facendo disinibire la massa delle persone, per cui tutto sembra lecito.

Alcune parole, quali la vergogna, la riservatezza, l’onestà, l’altruismo, l’impegno, la responsabilità, l’etica, la morale, il dolore, le regole, vengono banalizzate e vengono svuotate di senso.

Si parla di tutto e quindi si può fare di tutto, tutti siamo vittime e tutti siamo complici.
I divulgatori di notizie perdono spesso il senso dell’utilità del loro lavoro, raccontano di tutto e di più, non si curano minimamente delle condizioni di vita di chi ascolta, gli fanno sapere, per esempio, che un Capo del Governo ha una relazione extra coniugale, va alle feste di compleanno dei suoi conoscenti privati, fa dei regali ai suoi amici e così via.

Ora è forse venuto il momento di fare una riflessione: siamo sicuri che raccontare sempre e tutto della vita degli uomini più in vista e non, faccia bene alla nostra società?