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Mi chiamo Ribelle. Di cognome Moderato

Associated Press

(di Lorenzo Trombetta)

Mi chiamo Ribelle Moderato. Ribelle di nome e Moderato di cognome. Nella realtà non esisto. Esisto solo nei discorsi ufficiali dei politici americani e di qualche loro altro collega occidentale. Da un po’ di tempo faccio spesso capolino anche nei titoli e negli articoli dei giornali che parlano di Siria.

Non ne parlano per la Siria in sé. Ma da quando i cattivoni-non-moderati hanno decapitato in Siria due giornalisti americani e, in Iraq, si sono accostati ai pozzi petroliferi gestiti dagli occidentali, il presidente Barack Obama e i suoi alleati sono stati costretti a fare la voce grossa. E hanno urlato vendetta.

Mi chiamo Ribelle Moderato. Ma fino a qualche mese fa per Obama ero solo un contadino. O, al massimo, un dentista. Uno insomma a cui non si dà un fucile per combattere. Per Obama, io e i miei fratelli eravamo troppo divisi, poco coordinati, indisciplinati, inaffidabili e, soprattutto, deboli. Aveva ragione. Ma oggi siamo ancora più deboli di ieri.

Di recente, qualcuno ha fatto notare a Obama che per sconfiggere i cattivoni-non-moderati non basta lanciare bombe in Iraq. Bisogna colpirli anche in Siria. Obama si è così ricordato di me. E dei miei fratelli.

Mi chiamo Ribelle Moderato. Sarò anche un contadino, ma adesso servo per giustificare un intervento armato in Siria contro i cattivoni-non-moderati. Sì, è vero: le bombe che Obama dice di voler lanciare in Siria finiranno per favorire il mio nemico, il regime di Bashar al Asad. Ma queste sono sottigliezze e sofismi che gli spettatori del Tg serale non coglieranno.

Quegli stessi spettatori non ricordano che dallo scoppio della rivolta armata, tre anni fa, nonostante i proclami e le promesse io e i miei fratelli dall’Occidente e dai loro alleati abbiamo ricevuto solo pochi fucili e una manciata di lanciarazzi. Adatti a far male a qualche carro armato e a tirar giù un elicottero a bassa quota. Sempre che non ci sia troppo vento.

Anche per questo molti miei fratelli hanno da tempo deciso di cambiare nome e cognome. Hanno accettato gli aiuti di regimi cattivoni-oscurantisti-ed-estremisti. Alcuni non si chiamano più Ribelli Moderati ma Islamisti, Qaidisti, Jihadisti, Salafiti, Takfiri. C’è chi li chiama Miliziani. Più neutro, dicono.

A fine mese i miei fratelli hanno in tasca uno stipendio migliore del mio. Molti di loro hanno una macchina o un pick-up. Non vanno in giro col trattore come me. Hanno uniformi e berretti, non magliette sdrucite come quella che ho indosso. Soprattutto, hanno armi più lucide e migliori delle mie. E poi hanno tante munizioni. Non come me, che la mattina conto le pallottole del carniere per timore di sparare a vuoto. E di non tornare più a casa.

Mi chiamo Ribelle Moderato. Se Obama potesse, oltre al fucile, mi darebbe una giacca e una cravatta, un rasoio per non spaventare nessuno e uno spazzolino da denti per sorridere sempre di fronte alle telecamere. Dal tg ho appreso poco fa che l’Arabia Saudita ha ufficialmente detto sì alla richiesta Usa di addestrare sul suo territorio me e altri miei fratelli.

Saremo Ribelli Moderati addestrati formalmente in un Paese che di moderato non ha niente. Saremo stipati in camion militari e vedremo la luce solo prima di entrare in capannoni bianchi. Qui, ufficiali americani, tradotti da interpreti sauditi e giordani, ci daranno lezioni su come ci si dimentica di usare la zappa. E si impara invece a usare il fucile. Su come si diventa dei veri Ribelli Moderati.

Poi saremo di nuovo spinti dentro camion militari. Attraverseremo quel deserto infame che porta alla frontiera giordano-siriana. Avremo un’uniforme. Agli spettatori dei tg serali diranno che siamo lì per proteggere le “minoranze del Medio Oriente”. Alcuni di noi saranno avio-trasportati al confine turco-siriano, sempre che Ankara accetti. E in appena poche settimane costituiremo la prima linea di un’offensiva che, in realtà, non offenderà mai nessuno. Né i cattivoni-non-moderati. Né, tantomeno, Asad e i suoi alleati.

Mi chiamo Ribelle Moderato. E sto seriamente pensando di cambiare nome. Sono tentato di scegliere quello di Cattivone-Non-Moderato. Che dite? Non mi dispiace nemmeno l’etichetta di Qaidista. E’ vero, è un po’ fuori moda ma – mi dicono – lo stipendio è comunque dignitoso. E se hai moglie e figli ti danno una casa più larga e qualche assegno familiare. Non male per un contadino come me.

L’alternativa? Lasciare le armi. E scappare da qui. Infilarmi su un barcone. E sperare di raggiungere i binari della Stazione Centrale di Milano. Dove le telecamere del tg serale verranno a illuminare il mio viso non rasato e i miei pochi denti gialli. Mi chiederanno con insistenza come mi chiamo: “Ribelle Moderato”, risponderò. 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.132) 22 settembre 2014 11:11

    Ma di scrivere le tue richieste e le tue aspirazioni, metterle in un programma politico e candidarti alle elezioni? No? Forse temi che a vederle scritte, quelle tue pretese di ribelle "moderato", a vedere messo per iscritto che alle donne che oggi in Siria votano e insegnano e sono ministri della Repubblica, si dovrebbe calare in testa un burqa e chiuderle in cantina insieme alla tolleranza per i cristiani, gli ebrei, i laici che fino ad oggi il tuo Paese ha garantito, i siriani forse possano pensare che tanto "moderato", in fondo, non sei...

  • Di (---.---.---.119) 23 settembre 2014 00:26

    ahahah alle donne che oggi in siria votano.Anche in korea del nord le donne votano e sono pure ministri.

  • Di (---.---.---.234) 23 settembre 2014 09:14

    ahahahah esilarante @Di (---.---.---.132) 22 settembre 11:11. Il tuo commento è la sintesi del qualunquismo e della propaganda di regime. Peccato che la donna in Siria abbia iniziato a votare nel ’49 (2 anni dopo l’Ita) e non grazie ad Assad, anzi allora c’era un pluralismo politico soppresso dal Baath di Assad padre (non dal Baath di ’Aflaq). Per non parlare di donne in cariche pubbliche, prima di Assad c’erano e potevano anche dissentire senza finire in carcere! Fai bene a scrivere Repubblica con la Maiuscola, ti devi autoconvincere che sia così, una repubblica dove i dissidenti politici e le donne (che citi) che dissentono finiscono in carcere è una repubblica orwelliana. La Siria è SEMPRE stata caratterizzata da una tolleranza religiosa e etnica, questo non è il risultato di Assad, lo era anche prima della presa del potere di Hafez. Se il tuo assioma fosse vero, che ad Assad esiste solo il caos e il fondamentalismo, lo stesso Assad sarebbe ben felice di liberare giornalisti e donne arrestate in 4 anni. Alla tua proposta di elezioni che dovrebbero fare i ribelli (o dissidenti) sono già sotto il tavolo e sto ridendo....sei esilarante... Ma cosa leggi, la Pravda o guardi la Sana su satellite? Elezioni regolari in Siria? Uno dei 2 candidati che "sfidavano" Bashar è ora candidato nel suo governo. In Siria c’era un’opposizione interna tollerata dallo stesso regime, incontrava Assad, i Russi, i Cinesi, leggi che fine ha fatto: "Michel Kilo vive all’estero perché la sua casa in Siria è stata confiscata ed è ricercato dai servizi di sicurezza del Regime, Samir Aita vive all’estero, Ali Rahmun è stato arrestato per un mese e poi liberato, ‘Abdul Aziz Kheir è stato arrestato lo scorso anno di ritorno da una visita ufficiale in Cina a colloquio con il Ministro degli Esteri e non si sa più nulla di lui". Secondo Human Rights Watch (Hrw), l’organizzazione internazionale basata a New York e la cui legittimità è riconosciuta dallo stesso presidente siriano Bashar al Asad (in un’intervista alla tv russa nel 2012 ha citato come autorevoli dei reports di Hrw), il tribunale speciale utilizza le disposizioni della legge antiterrorismo per condannare gli attivisti pacifici con l’accusa di favoreggiamento al terrorismo. Le accuse contro gli attivisti fanno riferimento agli “atti di terrorismo” ma di fatto vengono applicate a una sorta di “reati” che nulla hanno di terroristico, come distribuzione di aiuti nelle zone liberate, partecipazione alle proteste, e documentazione delle violazioni dei diritti umani.

    • Di Persio Flacco (---.---.---.250) 25 settembre 2014 21:10

      Metà del territorio siriano è in mano ad integralisti, entità etniche, insorti di varia estrazione. In questa condizione, dopo più di tre anni di scontri all’ultimo sangue, con l’eventualità sempre incombente di un attacco militare da parte di una potente coalizione, quale regime tollererebbe manifestazioni, anche se pacifiche, e oppositori?
      Anche un regime democratico in tali condizioni imporrebbe la legge marziale e manderebbe sotto processo per tradimento chi creasse ostacolo o seminasse sfiducia.

      Comunque, in buona fede o meno, il regime aveva proposto di risolvere il conflitto per via democratica. In base alla nuova costituzione varata nel 2012 si sarebbe potuto sfidare il regime alla prova delle urne. A rifiutare non è stato il regime, sono stati gli Amici della Siria (USA in testa), che hanno confermato la loro scelta iniziale: dare la parola alle armi. Questo è un fatto.

    • Di (---.---.---.107) 25 settembre 2014 23:36

      Lei parla di elezioni riguardo al regime siriano, è evidente che non sa di cosa sta parlando e la Siria l’ha letta da qualche parte. Insomma come se io volessi parlare del Burkina Faso... Uno dei candidati "indipendenti" sfidante Bashar alle ultime elezioni è appena entrato nel governo del Presidente.

  • Di Persio Flacco (---.---.---.250) 25 settembre 2014 00:37

    Mi piacerebbe potermi augurare che Assad cada, in modo che il ribelle moderato possa vedersela con l’ISIS e i suoi fratelli.
    Purtroppo non posso farlo: ci andrebbe di mezzo anche la gente vera, non solo i pupazzi creati da SiriaLibano.

    • Di (---.---.---.107) 25 settembre 2014 13:15

      I pupazzi creati da SiriaLibano sono siriani in Siria (come alcune penne di SiriaLibano). La gente vera ci sta già andando di mezzo da 4 anni, quella gente che SiriaLibano sostiene dandole voce con i suoi articoli, denunciando sia il regime che il fondamentalismo. Per me i pupazzi sono quelli che fanno i politologi dalla poltrona di casa, facendo finta di non vedere quelle bombe sganciate da Assad e quei civili morti straziati sotto queste, nel numero di quasi un centinaio al giorno.
      Alberto Savioli

    • Di Persio Flacco (---.---.---.250) 25 settembre 2014 19:25

      Caro Savioli, dalla mia poltrona di casa io ho posto una semplice questione al Ribelle Moderato: se domani il regime di Assad cadesse, andresti tu al potere? E ho dato la mia risposta: secondo me è molto improbabile.
      Dunque ho invitato chi gli da voce a riflettere: in tal caso quale sarebbe la sorte del Ribelle Moderato? 

      Ma non solo: se al potere andasse chi ha dimostrato di avere il predominio militare, cioé l’ISIS e i suoi fratelli, quale scelta pensa verrebbe data dopo la sconfitta a quei siriani in divisa che sono conformi ai requisiti integralisti e che ora combattono nelle FFAA di Assad?
      Sa cosa penso? Penso che di colpo l’Isis e i suoi fratelli si troverebbero a disporre di forze armate regolari, bene addestrate ed equipaggiate di missili, aerei, carri, navi e chissà che altro. Se lo immagina? Lei no ma io si, e non perché faccio il politologo.

      Ma pensiamo all’unico soggetto che per noi, Comunità Internazionale, dovrebbe contare in questa tragedia: la popolazione civile siriana.
      Cosa ne sarebbe, ad esempio, di quei circa 7 milioni di persone che compongono le minoranze alle quali l’ISIS e i suoi fratelli solitamente offrono la cura del coltello alla gola o del colpo alla nuca? E ai siriani che secondo l’ISIS corrispondono ai requisiti del vero islamico, è sicuro che verrebbe offerta più libertà, sicurezza, democrazia, di quanto gliene offriva Assad?

      Sono domande semplici, partorite da una mente semplice seduta sulla sua poltrona di casa, alle quali i veri siriani sapranno rispondere facilmente. Prego.

  • Di (---.---.---.56) 26 settembre 2014 07:58


    Per prima cosa non sono Caro, non la conosco e non mi interessa conoscerla. Secondo, io mi firmo con nome e cognome, mi piacerebbe che anche i politologi da poltrona non si nascondessero dietro a pseudonimi, quando avrò di fonte una persona vera mostrerò il dovuto rispetto e smetterò con il sarcasmo.

    Lei pone delle questioni lecite, ma sono curioso di sapere quale era la sua posizione 4 anni fa, quando c’erano delle alternative concrete e non rischiose, e quando non esisteva Nusra e Isis. Era con il ribelle o era con Assad? Ma soprattutto era con la società civile, ha mai ascoltato quello che diceva?

    Lei parla al ribelle moderato come se a un naufrago in mezzo al mare chiedesse, ma ce la fai ad arrivare a riva? è evidente che la risposta è no! Forse il naufrago ha bisogno di qualcuno che lo traghetti.

    Quante rivoluzioni popolari hanno trionfato senza un aiuto esterno?

    Senza gli americani avrebbero vinto i partigiani? Non lo so...

    Come se Assad fosse resistito da solo... Nel 2012 la caduta del regime sembrava imminente nonostante l’incredibile supporto russo, i ribelli avevano accerchiato Damasco. Sono direttamente intervenute le milizie di Hezbollah e i generali iraniani a resuscitare Bashar.

     

    Vedo che a lei importa molto della popolazione siriana, quando si chiede "cosa ne sarebbe dei 7 milioni delle minoranze". Ma non le importa evidentemente di quella parte che muore sotto i bombardamenti del regime o è stata sfollata dalla propria casa: 6.5 milioni dentro il paese e 2.5 fuori, metà della popolazione.

    Le domande che pone è vero sono semplici, o Isis o Assad, chi è meglio? Mi pare siano frutto però di chi in quella poltrona da politologo ha dormito per 4 anni. Ripeto, 4 anni fa senza Isis e Nusra, lei sosteneva Assad?

    Se la risposta è affermativa, si risparmi la retorica, che peraltro è in linea con la filastrocca di regime "o noi o il fondamentalismo", esattamente quello che i sui shebbiha (non i soldati dell’esercito) scrivevano sui muri: O Bashar o il caos!

     

    A lei signor politologo senza nome che mi scrive a proposito dell’Isis con sarcasmo "Se lo immagina? Lei no ma io si", oppure "sono domande semplici...alle quali i veri siriani sapranno rispondere", sappia che i tagliagole di cui parla li ho visti più vicino di quanto immagina, ad agosto in Iraq li avevo a 10 km mentre attaccavano i poveri Yezidi che ho visto scappare in massa. E sappia anche che i miei parenti, sono sciiti siriani, alcuni arrestati da Assad (mentre il politologo dormiva) e che rischiano ora la vita per l’avanzata dell’Isis (quando il politologo si è svegliato). Se lei ha dormito sulla poltrona x 4 anni, allora continui a farlo e si risparmi domande retoriche nascosto dietro ad uno pseudonimo. Per la filastrocca “o il regime o l’Isis” ci basta Assad, di cui peraltro conosciamo anche il nome. A. Savioli

    • Di Persio Flacco (---.---.---.250) 26 settembre 2014 20:13

      Cosa facevo quattro anni fa? Assistevo con angoscia impotente all’inizio dell’ennesima tragedia umanitaria, all’avvio dell’ennesimo crimine contro l’umanità che, come altri prima, avrebbe lasciato una terribile scia di sangue, sofferenza, distruzioni. E che come altri prima sarebbe rimasto impunito.
      L’inizio conteneva già scritto l’esito finale: la coesione sociale del Paese distrutta; il sorgere di odi settari che non sarebbero bastati decenni per sanare; la guerra civile: la peggiore disgrazia che possa toccare alla gente comune; infine uno stato fallito e la popolazione in balia di signori della guerra, attentati, stragi.
      Ed era già chiaro dall’inizio quale era lo scopo di tutto questo: il cambio di regime in Siria, da attuare secondo un copione già ben collaudato e a qualsiasi costo.

      E come veniva trattato l’inizio di questa tragedia dai potenti della Terra, dai politici, dai mass media, probabilmente da SiriaLibano? Secondo lo schema consueto: il dittatore deve essere abbattuto; ha ucciso il suo stesso popolo: è delegittimato; i siriani hanno diritto alla libertà e alla democrazia; la comunità internazionale ha il dovere di intervenire per difendere la popolazione civile. Maledetti ipocriti: sapevano già come sarebbe finita la loro guerra umanitaria. 

      Ma come opporsi se chiunque osasse contraddire la loro strategia criminale veniva bollato come pro-Assad? Proprio come fa lei ora, Savioli. Da questo viene il mio sarcasmo amaro.

      Come giustificare l’opposizione alle azioni che venivano intraprese con il dovere di proteggere la popolazione civile se chi le poneva in essere dichiarava di agire per questo fine?
      E se quelli che ripetevano il mantra del feroce dittatore che deve essere abbattuto avevano dimenticato l’esito tragico di azioni analoghe, come fare per mettere sotto i loro occhi quello che volevano caparbiamente ignorare?

      E anche oggi, quando ormai dovrebbe essere del tutto evidente che è stato perpetrato un crimine contro i siriani mascherato da intervento in loro favore; che la loro salvezza e il loro futuro non interessa a nessuno; che l’unica cosa che interessa è cambiare il regime a qualsiasi prezzo; SiriaLibano se ne esce col panegirico del Ribelle Moderato.

      Le domande che ho rivolto all’autore dell’articolo, e alle quali lei ha non ha dato risposta, preferendo liquidarle come irricevibile frutto una mia presunta faziosità pro Assad, ho iniziato a porle da ogni tribuna che mi era possibile raggiungere già quattro anni fa.
      Provi a valutarle seriamente alla luce del diritto internazionale, del diritto umanitario, delle conseguenze sulla popolazione civile, delle scelte che vengono fatte sul campo e non dalla propaganda.

      Saluti

    • Di (---.---.---.34) 26 settembre 2014 21:00

      Signor Flacco, quando lei ha posto domande agli articoli di cui io ero l’autore, le ho sempre dato lunghe risposte con dovizia di dettagli. Se è così interessato a porre domande e a volere risposte, può sempre scrivere un commento su SiriaLibano, l’autore le risponderà.
      Con lei è impossibile confrontarsi perchè parte dall’assunto teorico che è tutto un complotto e le manifestazioni di piazza non sono mai esistite. Quando uno le risponde nel dettaglio delle questioni che ha toccato con mano, lei la butta sulla geopolitica e su situazioni che ha solo letto, non mi pare ci siano molti margini di discussione. Anche perchè pretende da me risposte, che lei poi si rifiuta di dare, quando le vengno posti quesiti, per questo sostengo che lei è retorico e in realtà non cerca un confronto.
      La sua chiosa finale è la ciliegina sulla torta "provi a valutarle seriamente alla luce del diritto internazionale, del diritto umanitario... non dalla propaganda". Quando SiriaLibano riporta con dovizia di dettagli storie di persone (con cui spesso ha contatti diretti tramite parenti o amici) arrestate e torturate, lei fa finta di non vedere e anzi parla di propaganda. Salvo poi rispolverare, quando le fa comodo, il diritto civile. La sua invece non è propaganda quando parla di libere elezioni in una dittatura in cui non ha mai messo piede probabilmente. SL da anni denuncia i crimini di tutti, ribelli e fondamentalisti inclusi, dunque o ha torto sempre o mai, non solo quando le fa comodo. A.S.

  • Di (---.---.---.56) 28 settembre 2014 12:33

    Cose che differenza l’uomo dà gli ANIMALI.

    Da persona ignorante mi sono posto spesso questa domanda  e questa è la risposta che mi è venuta

    Il Regno ANIMALE si differenza dal nostro mondo perché privo d’ipocrisia egoismo e sete di onnipotenza.

    Nel MONDO degli UMANI chi comanda sottomette il POPOLO. 

    Questo nel regno ANIMALE non succede è il capo branco che si espone  ha difesa del suo branco.

    Se prendessimo esempio dalla NATURA il MONDO Sarebbe migliore.

    Se chi comanda dovesse battersi personalmente per il POPOLO

     come per  incanto scoppierebbe la PACE nel MONDO.

     PS Mi  sono chiesto spesso cosè
    L’Utopia e da ignorante l’unica risposta che mi è venuta in mente

    È L’UTOPIA è la scintilla che
    manca a l’essere umano per essere simile ha DIO.

    DIVULGO ciò che penso nella speranza che persone colte possano estrapolare il meglio dai  miei commenti e completarli con le parole più consone. VITTORIO

  • Di (---.---.---.69) 28 settembre 2014 16:30

    a me fa spavento notare quanto certe persone non facciano i conti con le dissonanze cognitive che hanno davanti.

    è chiaro a tutti che gli attacchi americani siano stati concordati col regime, è chiaro che regime e americani stiano collaborando.

    ma ancora certe persone pensano che questa cosa che sta avvenendo sia un attacco americano al regime.

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