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Commento di

su Mi chiamo Ribelle. Di cognome Moderato


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23 settembre 2014 09:14

ahahahah esilarante @Di (---.---.---.132) 22 settembre 11:11. Il tuo commento è la sintesi del qualunquismo e della propaganda di regime. Peccato che la donna in Siria abbia iniziato a votare nel ’49 (2 anni dopo l’Ita) e non grazie ad Assad, anzi allora c’era un pluralismo politico soppresso dal Baath di Assad padre (non dal Baath di ’Aflaq). Per non parlare di donne in cariche pubbliche, prima di Assad c’erano e potevano anche dissentire senza finire in carcere! Fai bene a scrivere Repubblica con la Maiuscola, ti devi autoconvincere che sia così, una repubblica dove i dissidenti politici e le donne (che citi) che dissentono finiscono in carcere è una repubblica orwelliana. La Siria è SEMPRE stata caratterizzata da una tolleranza religiosa e etnica, questo non è il risultato di Assad, lo era anche prima della presa del potere di Hafez. Se il tuo assioma fosse vero, che ad Assad esiste solo il caos e il fondamentalismo, lo stesso Assad sarebbe ben felice di liberare giornalisti e donne arrestate in 4 anni. Alla tua proposta di elezioni che dovrebbero fare i ribelli (o dissidenti) sono già sotto il tavolo e sto ridendo....sei esilarante... Ma cosa leggi, la Pravda o guardi la Sana su satellite? Elezioni regolari in Siria? Uno dei 2 candidati che "sfidavano" Bashar è ora candidato nel suo governo. In Siria c’era un’opposizione interna tollerata dallo stesso regime, incontrava Assad, i Russi, i Cinesi, leggi che fine ha fatto: "Michel Kilo vive all’estero perché la sua casa in Siria è stata confiscata ed è ricercato dai servizi di sicurezza del Regime, Samir Aita vive all’estero, Ali Rahmun è stato arrestato per un mese e poi liberato, ‘Abdul Aziz Kheir è stato arrestato lo scorso anno di ritorno da una visita ufficiale in Cina a colloquio con il Ministro degli Esteri e non si sa più nulla di lui". Secondo Human Rights Watch (Hrw), l’organizzazione internazionale basata a New York e la cui legittimità è riconosciuta dallo stesso presidente siriano Bashar al Asad (in un’intervista alla tv russa nel 2012 ha citato come autorevoli dei reports di Hrw), il tribunale speciale utilizza le disposizioni della legge antiterrorismo per condannare gli attivisti pacifici con l’accusa di favoreggiamento al terrorismo. Le accuse contro gli attivisti fanno riferimento agli “atti di terrorismo” ma di fatto vengono applicate a una sorta di “reati” che nulla hanno di terroristico, come distribuzione di aiuti nelle zone liberate, partecipazione alle proteste, e documentazione delle violazioni dei diritti umani.


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