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Mammoni, trash Mediaset ideato da un intellettuale del PD

Ieri sera Italia Uno ci ha regalato una serata di grande tv, con un nuovo programma, manco a dirlo un reality, intitolato "Mammoni". Cinque mamme italiane a caccia del partner giusto per i figli scapoli: i soggetti in questione hanno dai 28 ai 46 anni, sono economicamente indipendenti, di buona presenza, ma hanno un annoso problema che attanaglia le povere mamme: non vogliono andarsene da casa. Sotto, lo spot che presenta i protagonisti. Sembra che alle selezioni preliminari, tanto per cambiare, ci fosse stata la ressa per partecipare.

Le "vicende umane" della trasmissione coinvolgono mamme e figli in un vortice di commenti acidi, consigli amorevoli, ripicche, tenerezza e talvolta cinismo sfrenato. Lo stereotipo inseguito, d'altro canto, è spiegato come meglio non si poteva nella sigla iniziale, interpretata dai Power Francers. Il testo, degno di una menzione speciale al premio Tenco, recita infatti: "Lei che mi vorrebbe single nella vita/ Ma poi piange quando lascio un'altra tipa/ I tatuaggi non li può proprio vedere, e crede ancora nella droga nel bicchiere/ Vuole vedermi senza barba ma che barba/ Resta sveglia finche non torno all'alba...". Tanta roba, insomma. Ah, per non scontentare nessuno e dare un taglio "progressista" uno dei protagonisti è omosessuale. 

Ebbene, chi c'è dietro "Mammoni"? Nientemeno che Simona Ercolani, autrice televisiva di successo e, udite udite, intellettuale di centrosinistra responsabile dell'organizzazione dibattiti culturali della Festa Democratica (Pd). La Ercolani nella sua carriera si è distinta certamente per essere stata tra le menti di "Sfide", un programma di grande qualità. Tuttavia ha soprattutto partecipato attivamente allo sdoganamento massiccio del berlusconismo, essendo autrice de "La Pupa e il Secchione" e di altri reality, oltre che di "Mammoni". 

Di lei Sabina Ambrogi, esperta di rappresentazione del genere all'interno dei media, ha scritto:

"La Pupa e il Secchione è un programma particolarmente emblematico della società attuale, dove c'è l'intellettuale denigrato e la donna idiota, seduttrice compulsiva, entrambi ridotti a prodotti consumabili e consumati, parte fondante dell'obsolescenza strutturale che investe tutto e tutti. Condizione fondamentale per entrare nel casting del programma è l' analfabetismo delle donne, direttamente proporzionale alla deformazione delle loro parti sessualmente rilevanti. Una grande protagonista, ad esempio, come Francesca Cipriani, per l'occasione si fece la sesta di seno facendo di tutto per apparire veramente molto più stupida di quanto non fosse. In conferenza stampa per la presentazione del programma, davanti a una platea di giornalisti sedati, Ercolani spiegava con estro: “la Pupa e il Secchione, va tutto nella direzione delle raccomandazioni di Napolitano di non denigrare le donne in tv. Infatti, ironicamente, si afferma che la donna oggi può anche essere altro”.

Sempre firmato Ercolani è il format “Uman Take Control!” nel quale alcuni soggetti, residui di altri reality, venivano chusi dentro capsule di deprivazione sensoriale. I personaggi dovevano poi affrontare delle sfide umilianti: non lavarsi, parlare ruttando, mettere delle ciabatte in bocca, ecc. ecc.. Tanta roba anche qui insomma. I vertici Mediaset ebbero a dire che si sarebbe trattato di un progetto sperimentale all'avanguardia, prima di sospenderlo. Sperimentale e all'avanguardia: usarono queste parole.

Un lavoro come un altro, direbbe magari Simona Ercolani. Fatto sta che dopo aver preso a picconate il buon gusto, l'autrice come nulla fosse organizzava dibattiti "culturali" per la festa nazionale del Partito Democratico. Ad esempio "“La vita, istruzioni per l'uso. Storie di donne e uomini che sanno costruire”. Presunti esempi virtuosi di uomini e donne coraggiosi, onesti, in guerra perenne contro gli esempi propinati dal berlusconismo. Peccato che autrice di quegli esempi fosse proprio la Ercolani. Sotto, la sua intervista a Renzo Arbore alla Festa Democratica dei Pesaro: un gran parlare di "ricostruire l'Italia, riappropriamoci della cultura, no alle raccomandazioni per andare in tv, no alle scorciatoie facili". Simona Ercolani annuiva. Per verificare le sue conoscenze nella sinistra italiana si legga questo vecchio articolo di Sette.

Insomma, un mezzo putiferio. La trasmissione Mammoni è appena iniziata e c'è da sperare che non abbia lunga vita. Intanto l'autrice, con ogni probabilità, continuerà a tenere un piede in due scarpe. Da una parte demolendo il buon gusto e propinando esempi quantomeno riprovevoli, dall'altro organizzando dibattiti alle feste dei presunti progressisti italiani ai quali, ancora una volta (l'ennesima), bisognerebbe chiedere: ma voi, dirigenti del PD, da che parte state?

 


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