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Il massacro delle Partite Iva. Una petizione per il Governo #DicaNo33

L'ACTA è l'Associazione Consulenti Terziario Avanzato, un'organizzazione che riunisce i lavoratori autonomi "di seconda generazione", come recita il manifesto reperibile sul loro sito.
 
Siamo una particolare categoria di lavoratori autonomi, non siamo commercianti né contadini, non apparteniamo alle professioni protette da Ordini ma siamo tra i lavoratori indipendenti quelli più “moderni”, figli di un sistema che è stato chiamato “postfordismo”. Ci muoviamo nell’universo, nel mercato, dei beni immateriali.
 
Sono migliaia e migliaia di grafici, designer, traduttori, consulenti, programmatori, tecnici eccetera eccetera. Sono lavoratori iscritti alla gestione separata dell'INPS e sono quelli che pagano più tasse e contributi di tutti, tra i lavoratori indipendenti: addirittura il 27,72 percento, laddove commercianti e artigiani versano rispettivamente il 21 e il 24 percento. La "carne da cannone" delle partite IVA, se volete. O, come l'ha definita una blogger de Il Fatto Quotidiano, "la cassa dei lavoratori di serie B".
 
"Anche rispetto ai dipendenti", scrivono gli attivisti ACTA, "se si confronta la quota di versamento previdenziale per le sole pensioni che corrisponde sostanzialmente all’intero versamento degli autonomi (27% per fondo pensione e 0,72% prestazioni assistenziali di malattia, maternità e assegni familiari), gli autonomi versano di più e pagano completamente da soli l'intero importo contributivo".
 
Sommando i contributi INPS a quelli IRPEF si arriva alla cifra stratosferica del 60 percento; più della metà dello stipendio. E il peggio deve ancora arrivare: la legge 92/2012 (la cosiddetta "riforma Fornero") prevede un aumento dell'aliquota INPS di altri sei punti, fino al 33%, nei prossimi cinque anni. Il primo scatto è previsto per gennaio 2014. 
 
Nella Legge di Stabilità proposta dal governo sono previste misure atte a ridurre il famigerato "cuneo fiscale" ma solo per i lavoratori dipendenti. L'ACTA ha così deciso di lanciare una petizione online, tramite il sito change.org, per chiedere "al governo Letta di bloccare in prima istanza l'aumento dell’aliquota e di ridiscutere del tema previdenziale, in modo da evitare scelte che puntano solo a fare cassa e che impediscono di lavorare e vivere dignitosamente". 
 
25mila firme per costringere il Governo a dialogare con una fetta importante dei lavoratori autonomi di questo Paese, una categoria che raccoglie sempre più persone. Il più delle volte sono professionisti che lavorano di e sul Web a ricorrere alla gestione separata; freelance che faticano a trovare una collocazione in quella galassia nebulosa che è la previdenza italiana
Chiediamo una maggiore equità fiscale e previdenziale per tutti i cittadini lavoratori, indipendentemente dalla loro categoria di appartenenza. Chiediamo che vengano prese in considerazione le nostre proposte, la nostra piattaforma “L’Italia ha bisogno di fosforo” per dare sostegno al capitale umano e rilanciare l’economia e la crescita di questo Paese.
 
La petizione la trovate qui. Al momento mancano circa 8mila firme. 
 
Foto: Il tweet bombing organizzato ieri da Acta

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.192) 17 novembre 2013 00:18

    In realtà il cuneo fiscale del lavoratore autonomo, va valutato considerando quanto paga il committente la prestazione, quindi IVA compresa (anche essa va al fisco).

    Significa che se un committente paga una prestazione 1000€, 180€ sono l’IVA che va versata subito.
    Il 33% di contributi previdenziali ( a regime) su 820€ di imponibile saranno pari a 270€.
    Consideriamo l’IRPEF al 20% sono altri 164€.
    Ammettiamo altre imposte secondarie di 50€, su mille euro riscossi, il fisco ne ha prelevati:
    180+270+164+50=664€

    Tutto questo, senza considerare alcuna spesa, cosa chiaramente assurda, per cui si arriva ad un cuneo fiscale ampiamente superiore al 70%.

    Per avere uno "stipendio" di 1500 € al mese, bisogna incassare 5000 € al mese, spese escluse.




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