• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Iran, forse siamo in errore?

Iran, forse siamo in errore?

Prosegue la rivolta popolare innescata dal sospetto di brogli elettorali nelle elezioni del nuovo presidente iraniano.

Prosegue anche il martellamento mediatico contro il regime iraniano, sebbene sia stato ormai ampiamente dimostrato che non ci sono stati brogli od altre irregolarità.

A questo si aggiungono le critiche che piovono da siti e blog vari contro la brutale repressione delle manifestazioni, contro Ahmadinejad e contro queste elezioni.

Proprio la rete, in questi giorni, ha perso quella pluralità e quell’obbiettività che la differenzia dai media tradizionali, schierandosi apertamente per i rivoluzionari e non considerando nemmeno per un’attimo di essere nel torto e di avvallare così quella che sembra una manovra atta a far cadere o incrinare l’attuale regime, manovra che con tutta probabilità è stata studiata da potenze occidentali ostili all’attuale governo.

Pochi in rete hanno fatto notare che non vi era uno straccio di prova ad avvallare la tesi dei brogli, considerando che i sondaggi eseguiti da più organi, molti dei quali
indipendenti, davano vincente Ahmadinejad in maniera ampia,proprio com’è avvenuto.

Poche persone hanno messo in evidenza che i "pacifici" manifestanti, in più occasioni, hanno attaccato le forze antisommossa provocando almeno
8 morti fra le milizie Basij
.



Ancor meno quelli che si sono ricordati che, in caso di sommosse popolari, le reazioni delle polizie di tutto il mondo non hanno mai differito tanto da quella che è stata la reazione della polizia iraniana e che in tantissimi casi, nel civilissimo e democratico occidente, le reazioni delle forze di sicurezza hanno prodotto morti e feriti in grande abbondanza.

Un esempio?
Il G8 di Genova conto 1 morto e centinaia di feriti fra i manifestanti e centinaia di arresti, molti dei quelli eseguiti in maniera ai limiti del legale ed in maniera violenta.

E siamo in Italia!
Anche negli Stati Uniti, polizia e guardia nazionale, non sono mai andati con mano leggera in in caso di sommosse... Chiediamo democrazia per l’Iran ma ci siamo domandati che vuol dire questa parola?

LA maggior parte del popolo iraniano ha votato ed ha scelto Ahmadinejad, chi siamo noi per imporre qualche cosa?

Con che diritto una minoranza mette in discussione le decisioni del popolo in base alla parola del loro leader, Moussavi, il quale ha un passato discutibile?
proviamo a pensarci un attimo ed evitiamo di giudicare troppo velocemente qualsiasi cosa e forse, chissà, potremmo cambiare idea su tanti avvenimenti...

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.11) 27 giugno 2009 10:25
    Damiano Mazzotti

    Forse c’è del vero... Ma per ottenere tutti quei voti Ahmadinejad ha usato l’intimidazione e la violenza... oltre all’ignoranza... l’importante è lasciare fare a loro... pressioni di altre nazioni possono essere solo deleterie..
    sembra infatti che ci sia lo zampino del regno unito che vuole vendetta per il petrolio perso molti anni fa...
    in caso di guerra civile sarebbe meglio rimanesse guerra civile, se teniamo tutti alla salute...
    Ricordiamoci della guerra di Spagna...

  • Di georgia (---.---.---.233) 27 giugno 2009 11:06

    tu scrivi: "sebbene sia stato ormai ampiamente dimostrato che non ci sono stati brogli od altre irregolarità."

    Beh sia l’ampiamente che il dimostrato mi lasciano alquanto perplessa. Puoi documentare qualcosa?
    geo

    • Di pint74 (---.---.---.120) 27 giugno 2009 14:58
      pint74

      http://www.ansa.it/opencms/export/s...
      Quello dichiarato dal consiglio dei guardiani dovrà bastare ed,unito ai sondaggi pre elettorali ,sembra una prova sufficente.
      Tu puoi provare il contrario?
      L’opposizione può dire ciò che vuole ma le prove dove sono?
      Si può deleggittimare un’elezione in base ad affermazioni tutt’altro che dimostrabili?
      Troppo comodo così...
      Allora chiunque potrebbe fare lo stesso ed in qualsiasi parte del mondo.

  • Di gregorio (---.---.---.150) 27 giugno 2009 11:14

    I morti ci sono, la protesta della gente pure, 3 milioni di voti non vaidi dichiarati su un controllo paziale delle sezioni anche..Mi sembra che non si possa affermare che "sia ampiamente dimostrata".

  • Di kthrcds (---.---.---.160) 27 giugno 2009 14:00

    Indipendentemente dal fatto che ciò che sta succedendo in questi giorni in Iran sia da considerarsi come affare interno, la brutale repressione del dissenso operata dalle forze governative non dovrebbe lasciare indifferenti coloro che credono che un governo è pienamente legittimato solo quando sa offrire alla popolazione gli strumenti culturali che le consentano di essere consapevole e partecipe del processo democratico.

    Pur comprendendo quanto sia complicato attribuire i torti e le ragioni alle parti in causa nell’attuale vicenda iraniana, non si può comunque rimanere insensibili a quanto sta accadendo in queste ore a quella parte di popolazione iraniana che, rifiutando di continuare ad assoggettarsi ad un’anacronistica teocrazia, subisce arresti, violenze, torture e uccisioni – è di oggi la notizia che i falchi del regime hanno sollecitato l’ayatollah Khamenei ad applicare la pena di morte nei confronti di «quelli che guidano le proteste contro la rielezione di Mahmud Ahmadinejad e maggiori controlli nei confronti della stampa estera» (http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/esteri/iran-5/morte-pena/morte-pena.html), e si vede negato il più elementare dei diritti: quello di prendere le distanze da un potere che non sa e non vuole essere contemporaneo. Di questo si è reso conto Hossein Montazeri, uno tra i maggiori ayatollah iraniani che risiede e lavora nella città santa di Qom, il quale non ha mancato di far sentire la sua voce critica circa l’operato del governo, avvertendo che la repressione delle proteste di piazza potrebbe sradicare le fondamenta del governo, “per quanto possa essere potente”. Sulla stessa linea si è espresso anche Hossein Moussavi Tabrizi, segretario generale del Comitato scientifico della Scuola religiosa di Qom.

    L’Iran non è un Paese del Terzo mondo che subisce il fascino dell’occidente, ma è una nazione di profonda cultura, per molti aspetti moderna, e la sua popolazione è in larga misura composta da giovani che non sono molto dissimili da noi occidentali:vestono come noi, usano le medesime tecnologie, e hanno compreso – non da oggi - che Ahmadinejad è un serio ostacolo sulla strada verso il futuro che vogliono costruire.

    Ciò non significa, però, che i giovani iraniani vogliano ripudiare le tradizioni islamiche del loro Paese per trasformarsi in una massa amorfa di consumatori di cose inutili come accade qui da noi. Vogliono avere voce in capitolo per ciò che riguarda il loro futuro e il progresso della loro nazione, ma non intendono con ciò buttare a mare le loro secolari tradizioni culturali, religiose, sociali e politiche. In altri termini, non si stanno scontrando con il sistema di potere per approdare all’Isola dei famosi o al Grande fratello. Non chiedono aiuto all’occidente per diventare “moderni” perché lo sono già.

    Nel caso dell’Iran sarei portato ad escludere che i movimenti di protesta siano manovrati dagli Stati uniti. È noto che gli Stati uniti hanno sobillato mezzo mondo e instaurato dittature tra le più feroci per proteggere i loro interessi. Ma il caso dell’Iran non mi sembra riconducibile alle recenti “rivoluzioni colorate” – peraltro andate fallite nel breve termine – poste in essere in alcune delle ex repubbliche sovietiche.

    In primo luogo perché, come già detto, l’Iran non guarda all’occidente con reverenziale ammirazione – soprattutto dopo l’operato di Bush in medioriente. In secondo luogo perché Ahmadinejad è funzionale agli interessi del Pentagono perché rappresenta il “nemico” ideale. Quel nemico che gli permette di chiedere ai contribuenti americani gli ingenti contributi fiscali che fagocita ogni anno per sostenere il suo elefantiaco apparato bellico. Dall’altro lato, l’etichetta di feroce nemico del mondo libero consente ad Ahmadinejad di atteggiarsi a difensore degli “interessi nazionali” nei confronti di quella rilevante parte di società iraniana meno attrezzata per rendersi conto di quali siano i reali interessi in gioco.

    In questo particolare momento spiace dover notare l’assenza dei movimenti che si dicono a favore della pace nel mondo. Sarebbe opportuno che l’occidente fosse attraversato da un movimento di contestazione e protesta sul modello del movement statunitense contro la guerra del Vietnam.

    Sarebbe auspicabile che un simile movimento si mobilitasse contro tutti quei Paesi come Iran, Birmania, Corea del Nord, Cina, Cuba, ecc. – e, perché no?, anche questa Italia governata da un nostalgico del fascismo, ormai incapace di intendere e di volere - che rifiutano alle loro popolazioni di decidere per il proprio futuro, , ed elaborasse una strategia di opposizione e resistenza su scala planetaria attraverso Internet.

    Internet forse si rivelerà uno strumento utile a contrastare e rendere evidenti le menzogne dei regimi più retrivi e oscurantisti. L’Iran si sta rivelando un interessante banco di prova per ciò che riguarda le potenzialità della rete.

    Sul web sta girando un video di Joan Baez che canta We shall over come in farsi, la lingua dell’Iran (http://tv.repubblica.it/copertina/joan-baez-canta-per-l-iran/34380?video).

    La guerra in Vietnam finì anche per le proteste dei movimenti che in tutto il mondo ad essa si opposero.

    Se è un’utopia pensare che si possano fermare le guerre e i regimi tirannici solo con la forza delle idee, è un’utopia anche credere che si possa continuare ad andare avanti così ancora per molto tempo.

    Dopo quello che i potenti del mondo ci hanno costretto a subire negli ultimi quarant’anni, forse è giunto il momento di tornare a pensare alle “utopie”.

  • Di savi (---.---.---.85) 27 giugno 2009 16:11

    BASTA RICORDARSI L’EPISODIO DELL’INVASIONE DELLA GIORDANIA IN SUD OSSEZIA PER RENDERSI CONTO DEL CONDIZIONAMENTO CHE HANNO I FALSE/MEDIA SULLA GENTE.
    IN QUEL CASO AVEVANO CRITICATO DURAMENTE LA RUSSIA PER ESSERE INTERVENUTA IN DIFESA DELLA OSSEZIA (CON CITTADINI A MAGGIORANZA RUSSA). MENTRE I RUSSI DENUNCIAVANO DI AVER TROVATO ARMI ISRAELIANE E SOLDATI USA TRA LE FILE DEI MILITARI GEORGIANI (TRA CUI UN CD CON SU SCRITTO FILE RIGUARDANTI AGENTI SEGRETI DEL MOSSAD,POSTAZIONI DI MISSILI E ALTRO) .
    E QUESTA E’ LA STESSA STORIA, SCRITTA UN UN ALTRO MODO
    SIAMO IN MANI AD IMPOSTORI ...CON IL NOSTRO CONSENSO.\

  • Di georgia (---.---.---.233) 27 giugno 2009 20:41

    Io non ho mai criticato l’intervento della Russia in Ossezia invasa dalla Georgia, anzi, ma con quello che succede oggi non c’entra proprio nulla.

    Io so che uno che vince con il 65% non è così fesso da sparare sulla folla, chiudere le comunicazioni e arrestare i manifestanti. Uno con un tale consenso è fortissimo e quindi mostra subito le schede, permette il riconteggio, è in una botte di ferro. Se invece il 65% (dichiarato in un secondo tempo, dopo che dal ministero degli interni era arrivata una telefonata che avvisava moussavi di una vittoria ampia) fosse stato solo un escamotage della Guida suprema per evitare persino il ballottaggio, allora sì che sarebbe necessario usare le maniere forti.
    Tra l’atro anche le elezioni parlamentari del 2004 furono già sospette visto che la Guida suprema e il Consiglio dei guardiani avevano escluso quasi ogni candidatura dei riformisti. Si può parteggiare per chi si vuole, e io posso anche capirlo, ma non è carino raccontare balle in rete come se fossero certezze democratiche smiley
    geo

  • Di pint74 (---.---.---.14) 28 giugno 2009 09:58
    pint74

    E’stato proposto a Moussavi il riconteggio del10% delle schede elettorali.
    Ovviamente questi ha rifiutato e continua a volere l’annullamente delle elezioni,ben sapendo che rifare queste elezioni è ben più vantaggioso per lui,che guadagnerebbe,con le nuove eventuali votazioni,ulteriori elettori visto il disastro prodotto da questa rivolta.
    CAra Giorgia,hai solo un’idea di quanti soldi e tempo occorrano per riconteggiare decine di milioni di schede elettorali?
    Perchè Moussavi non ha accettato il conteggio parziale proposto?
    Se ci sono stati brogli risulterebbero anche da l 10% di schede ricontate...
    Direi che il caro leader dell’opposizione ha pianificatro bene questa rivoluzione,con lo scopo di screditare il governo,rifare le elezioni da cui è uscito perdente ed utilizzare i nuovi consensi da questa rivolta per vincere.
    Forse,cara Giorgia,dovresti dar meno retta alle balle di molti media tradizionali ed iniziare a pensare un pò valutando tutti i fattoriu in gioco.
    Il solo fatto che i media abbiano dato addosso al presidente uscente senza nessuna remora la dice lunga su chi si stia cercando di avvantaggiare e perchè....

    • Di georgia (---.---.---.167) 29 giugno 2009 23:48

      caro pint74 hai idea di quanto tempo occcorra per rifare decine di milioni di schede e compilarle?
      Moussavi non aveva rifiutato qualsiasi conteggio, anzi ma a patto che avvenisse immediatamente, dopo una settimana il riconteggio sarebbe stato nullo, e si capisce bene il perchè smiley
      Guarda questo video
      Capirai che un 10% si può anche rifare, ma di più no smiley. Hai visto come hanno fatto in fretta a cotrollare il 10%? meno di una giornata (per il 100% al massimo occorreva una settimana, solo controllarle però, perchè per ricomporle tutte ... capisco che fosse troppo complicato smiley.
      I brogli sono sicuri (magari non c’è certezza sull’entità dei brogli, ma ahmedinajad il 65% se lo sogna), poi se mi vuoi accampare altri motivi geopolitici ecc. io posso anche capirti, ma il fatto è che se si fa votare poi non ci si può comportare come dei dittatori. Perchè un dittatore coerente non indice votazionismiley. Infatti probabilmente se non cambia qualcosa queste saranno le ultime elezioni in iran.
      geo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares