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 Home page > Attualità > Cronaca > Gianfranco Funari e il presidente plurimputato

Gianfranco Funari e il presidente plurimputato

 Gianfranco Funari: l’uomo che sapeva troppo


Se moltissimi italiani sono stati addolorati dalla morte di Ganfranco Funari - l’uomo che non sapeva mentire - uno certamente avrà fatto i salti di gioia. Il presidente plurimputato, di cui Funari conosceva ”vita, morte e miracoli” in quanto alcuni di questi miracoli li avevano commessi insieme. Il presidente plurimputao, quello del”Lodo Alfano”, avrà sicuramente "gioito" nel venire a conoscenza della morte del povero Funari. Sfregandosi le mani avrà esclamato: ”un testimone scomodo se n’è andato!”. In quanto Funari per il plurimputato era più che un testimone scomodo.
 
Funari certamente non era stato nella sua vita uno ”stinco di santo” ma aveva l’ottima qualità - al contrario del presidente plurimputato che pronuncia due parole e tre sono "menzogne" - di non mentire mai e riconoscere le sue ”imprese” e anche quelle commesse insieme al duo Confalonieri-Presidente plurimputato, all’epoca in cui i due suonavano sulle navi e facevano strani commerci anche con il Funari. Ed ecco alcune”perle”del Funari sul presidente plurimputato.
 
Era passata solo qualche settimana dal giugno 1994 quando una redattrice dell’Indipendente, giornale di cui all’epoca Funari era direttore, smascherò una delle molteplici menzogne quotidiane ”ad uso continuo”. Il presidente plurimputato telefonò a Funari e questi gli rispose che era pronto a ristabilire l’unica verità in un programma televisivo ma il Cavaliere rifiutò la sfida di Gianfranco.
 
Quel giorno del giugno 1994 Funari era chiuso a chiave nella sua stanza -cosa insolita per lui - e aveva detto di non disturbarlo per nessun motivo in quanto stava parlando con il Presidente del Consiglio dell’epoca, che poi era il suo compagno ”di avventure” Silvio Berlusconi! Quando uscì dalla stanza Funari prese il suo bastone, salutò tutta la redazione, si mise il cappello e sortì con un suo amico giornalista. Da quel minuto non era più direttore del giornale! Strano, strano ma vero, a meno che il proprietario occulto era uno vicino al plurimputato!

Una volta arrivato nel garage per prendere l’auto, Funari raccontò testualmente al suo interlocutore, che il plurimputato lo aveva minacciato: “Piantala di rompermi i coglioni, sono il Presidente del Consiglio, non te lo dimenticare”.
 
Quel giorno il Funari impavido morì e sicuramente per le minacce -solito comportamento dei plurimputati, quando l’adulazione e le lusinghe non funzionano - smise di polemizzare e continuò a fare le sue telepromozioni su Retequattro, fino alla scadenza del contratto che, ovviamente, non fu mai più rinnovato.
 
Continuò però a dettare le ”memorie” per il libro ”Funari è Funari?" Che stava scrivendo un giornalista de l’Unità Davide Greco.
 
La cosa strana che Funari si autocensurò su molte dichiarazioni precedentemente fatte al giornalista, pur se alcune di quelle affermazioni furono pubblicate dal magazine ”Sette” del Corriere della Sera, come anticipazioni del libro.
 
Appena pubblicate tali anticipazioni scoppiò il finimondo.Tutti volevano gli approfondimenti e anche la Magistratura cercava le registrazioni dei colloqui, in quanto stava indagando sulla proprietà effettiva di Telepiù, in cui risultava l’illegale proprietà del presidente plurimputato appunto.

La magistratura convocò il giornalista che candidamente dichiarò che le bobine originali erano depositate prsso la Casa Editrice Rizzoli; la Casa editrice negò in un primo momento e di fronte ad un’accurata perquisizione dei Carbinieri per tutto un giorno si riuscì a scovare le bobine - quasi per magia - e ad allegarle agli atti investigativi.
 
Ma dopo quel ritrovamento il libro sparì dalle librerie e diventò - cosa molto usuale in Italia - clandestino! Ma un’altra ”perla” riferì Funari ai tempi sempre di Retequattro.
 
Un giorno il padrone delle chissà quante televisioni - alcune detenute illegalmente ancora oggi - un giorno lo chiamò e pretendeva non solo di imporgli chi doveva invitare ma anche cosa chiedere ad un certo onorevole dei miei stivali, che ancora oggi è alla corte del presidente plurimputato.
 
Questo era Carlo Vizzini - all’epoca ”socialdemocratico” e sottosegretario e il plurimputato raccomandò a Funari di trattarlo con i guanti bianchi perché codesto ”onorevole” avrebbe dovuto firmare il rinnovo delle concessioni televisive per conto del delinquente prestato alla politica Bettino Craxi.
 
Funari accolse in trasmissione Vizzini con una velina scosciata che recava su un cuscino di velluto una penna stilografica d’oro. Vizzini impallidì e chiese: "Cos’è questa?”. E Funari rispose: "Ho deciso di farle un modesto omaggio perché so che lei presto dovrà firmare il rinnovo delle concessioni a Berlusconi. O sbaglio?”
Vizzini non svenne per puro miracolo, il plurimputato andò su tutte le furie ma c’è di più!
 
Funari era cocainome e spesso spariva in bagno. Non ne parlava mai con nessuno ma un giorno ebbe una crisi di bile contro il plurimputato, il giornalista suo collaboratore gli disse: "Anche tu sei attaccabile, Gianfranco. Come ti comporterai se Berlusconi ti accuserà di essere cocainomane?” Lui mi rispose di getto, senza scomporsi: ”Gli dirò: Cavaliere, si ricorda di tutto quello che abbiamo fatto insieme?” Io rimasi di stucco e con me il suo regista Ermanno Corbella, che era con noi quella notte in un albergo milanese.
 
Cosa sapeva Funari e cosa avevano fatto di illecito i tre, forse appunto quando erano sulle navi e il duo suonava?
 
“Sono fiero di vivere in un paese dove il presidente del Consiglio può essere processato». Ehud Olmert, Presidente del Consiglio d’Israele.
 
“Mi vergogno di vivere in un paese dove il presidente del Consiglio non può essere processato”. Edoardo Ravelli, ex cittadino italiano.
 

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