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 Home page > Tempo Libero > Incredibile ma vero! > Festival della felicità 2012. Lo stato di salute dell’Italia non ce lo dice (...)

Festival della felicità 2012. Lo stato di salute dell’Italia non ce lo dice il PIL ma il buonumore!

Si è consumato anche quest’anno dal 25 maggio al 3 giugno l’evento intitolato “Festival della felicità” (www.festivaldellafelicita.it), del quale vi abbiamo parlato anche l’anno scorso. Giunto alla sua seconda edizione il progetto si propone di monitorare lo stato di salute della nostra società partendo da un algoritmo fondamentale, per l’appunto: la felicità! A farlo ormai da più di un anno è la provincia di Pesaro in collaborazione con l'Istat che stilano così un rendiconto sul BES: Benessere Equo e Sostenibile, un indice che prende in considerazione indicatori più articolati di quelli che misurano il Pil. A fine anno, poi, il presidente dell'Istat Enrico Giovannini produrrà il primo Rapporto annuale sul Bes.

Nel 2013 così l'Istat presenterà la prima classifica ''City 4Bes''. Una top ten con le città che stanno sperimentando il nuovo PIL, quello del benessere equo e sostenibile, un progetto al quale hanno aderito anche Roma, Milano, Bologna, Cagliari e Bari. Per gli amministratori locali, ha detto Giovannini all’Ansa, è ''una sfida che aiuta la democrazia, perché si pone in relazione con l'accountability, ovvero la capacità di rendere conto alla cittadinanza di quello che si fa''.
 
Fra i sostenitori più convinti del Bes c'è il sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli, che ha già una serie di iniziative nel paniere: come la bicipolitana o le multe 'morali' elevate dai bambini delle scuole per far crescere il senso civico dei cittadini. L'assessore alla Protezione civile di Venezia Pierfrancesco Ghetti invita a costruire serie storiche, periodi congrui per la valutazione delle tendenze del Bes. Mentre il sindaco di Bolzano, Luigi Spagnolli, pensa che gli indicatori della qualità della vita sono anche uno strumento di misura dei sistemi di governo, ma senza ingabbiare gli amministratori locali, che devono avere un margine di manovra nelle loro scelte. Silvia Giannini, vice sindaco di Bologna, auspica una selezione rigorosa dei nuovi indicatori di benessere: non devono essere troppi, per non creare confusione, e vanno costruiti guardando alle nuove generazioni. Secondo Carlo Mochi Sismondi, presidente del forum delle Pubbliche amministrazioni, ''una città è felice se è ricco il suo capitale sociale. Le parole guida? Partecipazione, integrazione, condivisione''.

Un’edizione questa che però non ha portato informazioni del tutto rinfrancanti; i tempi, lo sappiamo bene, non sono facili: crisi economica, aumento dei Neet, i timori per il futuro e la situazione generale di sfiducia di quest'ultimo anno stanno mettendo a dura prova la nostra propensione all’ottimismo e al buonumore. La mancanza di prospettive, che proviene da un sistema del lavoro basato da un diffuso strato di precarietà e stagismo da cui non si esce facilmente sta facendo impennare il numero di persone che si dichiarano infelici: si tratta di un corposo esercito che raggiunge il 51% dei nostri connazionali. 

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