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Facebook e l’uso degli pseudonimi

Da oggi, 2 ottbre, sarà possibile accedere a Facebook usando un nome di fantasia. La svolta arriva dopo le proteste di alcuni membi della comunità LGBT, che avevano rivendicato il diritto di comparire sul profilo con con un nome che potesse rappresentare al meglio la prorpia identità, anche da un punto di vista sessuale e di genere.

Era prevista per oggi una manifestazione, organizzata a San Farncisco da attivisti gay e transessuali, per mettere il social network sotto pressione. Facebook si è mosso d'anticipo, offrendo le sue scuse per la politica fin qui condotta, che vietava di registrare un profilo sotto falso nome, pena la cancellazione dello stesso.

Una delegazione della storica comunità LGTB di San Francisco ha incontrato i responsabili di Facebook, ottenendo un rapido successo. “Lo spirito della nostra politica – ha dichiarato Chris Cox, un dirigente della società, dopo l'incontro – è che chiunque possa utilizzare su Facebook il nome che usa nella vita reale”. Dunque, ha continuato riferendosi a due drag queen della scena locale, “Sorella Roma resta Sorella Roma e Lil Miss Hot Mess resta sempre Lil Miss Hot Mess”. Sono poi arrivate le scuse ufficiali: “Voglio presentare le mie scuse alla comunità delle drag queens e dei drag kings, ai transgender e in generale ai nostri amici, vicini e a tutti i membri della comunità LGBT per le sofferenze che hanno dovuto sopportare”.

I portavoce della comunità si sono mostrati sobri, nella vittoria. “E' chiaro che Facebook si è mostrato dispiaciuto e desideroso di trovare delle soluzioni, perché ciascuno di noi possa avere la sua identità sul web”, ha dichiarato il rappresentante dela Centro Giuridico dei Transgender (Transgender Law Center), Mark Snyder.

La novità rappresenta un precedente importante per tutte quelle persone che hanno la necessità di non comparire con nome e cognome reali sul social network, e ce ne sono molte: insegnanti, giudici, operatori sociali e della giustizia, vittime di aggressione o di stalking. La lista porebbe continuare.

Con questa mossa Facebook tenta anche di mettere un freno alle critiche che stanno investendo il gruppo su più fronti, non solamente in relazione al rispetto dell'identità sessuale. Il social network più diffuso al mondo, con un miliardo di iscritti ed un tasso di crescita ancora elevato, viene criticato per le politiche commerciali, per la pubblicità che ne invade le pagine, per i persistenti interrogativi legati alla privacy e, sopratutto, per per l'uso dei dati relativi agli utenti, rivenduti alle agenzie pubblicitarie. Per sfuggire ai tentacoli del gruppo di Palo Alto, molti utenti stanno cercando delle soluzioni alternative. In questi giorni si parla molto di Ello, un social network user-friendly, ancora in versione Beta, che promette ai suoi utenti riservatezza e rispetto nel trattamento dei dati personali. Si legge sul suo manifesto:

“Il tuo social network è proprietà dei pubblicitari. Ogni post che condividi, ogni amico che aggiungi ed ogni link che segui è tracciato, registrato e convertito in dati. I pubblicitari comprano i tuoi dati per poterti mostrare più pubblicità. Tu sei il prodotto ch viene comprato e venduto”.

Il riferimento a Facebook è piuttosto evidente.

Pur essendo del tutto improbabile, almeno sul breve e medio periodo, un indebolimento numerico del re dei social, attraverso cui passa una parte importante delle interazioni virtuali di una persona su sei, nel mondo, la sfida è stata lanciata. Facebook ha captato il messaggio e un primo passo, per sembrare un po' meno cinici, è stato fatto oggi: oguno scelga il nome che più gli aggrada.

 

Foto: Mark Crossfield, Flickr

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