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Dans la maison, nella casa: il film esaltazione dello scrivere

Germain, professore di letteratura in un liceo classico francese, frustrato perché non ha sufficiente talento per fare ciò che più gli piace “scrivere”, si imbatte nella bravura nell’esprimersi letterariamente di un suo allievo (Claude) che, attraverso puntate a seguire racconta, nei temi di classe, una storia di osservazione delle abitudini e dei comportamenti di un suo compagno di liceo (Rapha) e della sua famiglia che frequenta con assiduità.

Il professor Germain condivide, con interesse e quasi morbosa curiosità, con la moglie (Jeanne) la lettura delle “puntate” del romanzo che sta per nascere dalle osservazioni scritte da Claude nelle quali libera i suoi sentimenti, le sue aspirazioni, le sue pulsioni adolescenziali, i suoi punti deboli e soprattutto l’invidia per non avere, come Rapha, una famiglia “normale e borghese”.

Germain convinto delle potenzialità espressive di Claude, si fa coinvolgere e travolgere sino in fondo dai fatti, stringendo un rapporto molto profondo con lo studente fatto di complicità, suggerimenti e macchinazioni atte a far proseguire la stesura degli scritti, dai quali è incuriosito e affascinato.

Il finale in questa commedia che sfiora il thriller drammatico, è imprevedibile. I due appassionati dello scrivere si ritrovano soli, rifiutati ed abbandonati da tutti (Germain è stato licenziato ed abbandonato dalla moglie, Claude ha perso l’amicizia di Rapha che con la sua famiglia si è trasferito lontano), tuttavia rimane in loro il “furor sacro” della letteratura e seduti su una panchina e osservando lo svolgersi della vita quotidiana, attraverso finestre e terrazze di un palazzo che sta loro di fronte, già pensano al soggetto della prossima storia che ci racconteranno.

Un plauso ad Ozon (stella nascente della nuova corrente del cinema francese) che, nell’epoca di internet e della comunicazione veloce fatta per sigle o con numero di caratteri imposto, esalta la creazione artistico letteraria e ci fa capire come giocando sull’osservazione e lasciando, anche a chi guarda il film, la possibilità di dare diverse interpretazioni di ciò che accade, si possa costruire un’interessante storia semplicemente scrivendo.

Da Ozon comunque attendo un “acuto” che ne esalti tutte le potenzialità, essendo sinora le sue opere, a mio avviso, “buoni film” ma non “grandi film”.

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