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Donne d’America: i segreti di Osage County

August: Osage County” che esce in Italia col titolo “I segreti di Osage County” è tratto da un’opera teatrale di Tracy Letts per la quale, il drammaturgo, vinse nel 2008 il Premio Pulitzer e che ora cura personalmente la sceneggiatura del film del regista John Wells.

La pellicola è la storia di Violet Weston (Meryl Streep) donna vissuta nell’America della Grande Depressione, della povertà, della mancanza di diritti, che ha combattuto la guerra; la “greatest generation” fu definita dallo scrittore Tom Brokaw che nel 1998 le dedico un saggio. Una donna che ha vissuto tutte le difficoltà di quel momento storico e che ha proiettato sui propri figli tutte le speranze e le aspettative di riscatto sociale (l’emancipazione, la crescita culturale, il successo nel lavoro, la ricchezza, il senso dell’unità della famiglia e il rispetto dei vecchi).

Si ritrova anziana e malata, in occasione dei funerali del marito alcolizzato morto suicida, proprio con le sue tre figlie e con chi le accompagna nella vita; ed è proprio in quest’occasione che si rende conto quanto le sue aspettative siano state disattese e, nello stile classico del teatro americano, è nel pranzo con grande tavolata, post funerale che scoppiano tutte le contraddizioni sinora sopite e che si svelano i segreti più dissacranti di famiglia.

Violet si trasforma in una donna violenta che scaglia contro le sue figlie, in particolare Barbara (Julia Roberts) tutta la sua rabbia e frustrazione complice lo stato alterato in cui si trova, imbottita com’è, di sedativi, antidepressivi e chemioterapici, usati per combattere il cancro che l’ha colpita ma non certo minata nella vivacità e nella forza distruttiva; “una reazione animalesca di difesa, come da belva ferita”, ha commentato la stessa Streep.

Le sue figlie nulla hanno di quello che Violet da loro si attendeva e dopo la resa finale dei conti, si ritrova sola abbandonata da tutti tra le braccia della domestica, l’unica che le sta accanto, ma solo perché pagata; un amarissimo finale di una vita costruita per e sui figli.

Meryl Streep gareggia con Julia Roberts in bravura e personalità interpretativa, tanto che entrambe hanno ottenuto la nomination all’Oscar per miglior attrice protagonista e non; certo sarei imbarazzato a scegliere tra le due chi sia la migliore.

Per chi è appassionato di teatro, un gran buon film che fa riflettere sulla condizione femminile di cui peraltro la Streep vuole essere un’esploratrice (si ricordino le interpretazioni in Kramer contro Kramer, La scelta di Sophie o The Iron Lady); per chi non ama il genere forse un film noioso e schizofrenico.

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