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Dal Vangelo Secondo Giustino Fabrizio di “La Repubbica”

Dagli atti del giornale “La Repubblica” di venerdì 5 giugno 2009 pagg. I e XVI

“MENTRE Berlusconi mette i magistrati e i giornalisti accanto ai delinquentì, il revisionismo fa un altro passo avanti. Dopo i borboni, i repubblichini e i tangentisti, s’avanza un nuovo eroe sociale: l’astensionista.

 

Ne conosciamo tanti che non vanno consapevolmente a votare, sono tutti della stessa pasta, tanti cobas formati da una persona sola.

Il cameriere ha rivelato che la vera sinistra era lui, lui solo ne incarnava i principi e naturalmente non era mai andato a votare.

Questi signori non si accontentano del menu (è vero, assai indigesto) che offre la politica, loro vogliono il bene. Sognano la palingenesi e assaporano il gusto apocalittico dell’eterno vizio della sinistra “rivoluzionaria”.

E’ il male minore la caratteristica della democrazia, come di qualunque sensata scelta di vita.

Proprio come la vita, la democrazia è imperfezione e lotta, ma è questa l’unica vita che abbiamo ed è questo sistema l’unico rimasto dopo aver visto fallire tutti gli esperimenti sociali che ne volevano costruire uno migliore.

La perfezione è dell’utopia e il bene è l’obiettivo delle dittature, dei tiranni che hanno sempre condotto l’umanità a grandi disastri abbagliandola con i falsi miti.

Ecco dove ci hanno portato tanti anni di antipolitica e di una tv che non forma opinioni ma solo impressioni. Ci hanno portato Berlusconi capo del governo, il pensare in contanti e il trionfo del l’esibizionismo, del narcisismo, della piccola vanità personale. Mi notano di più se vado a votare o se resto a casa?

Per queste persone l’interesse generale va sempre subordinato alla propria particolare vicenda.

Anche quando la luna ha la maschera di Berlusconi o il volto del non bassoliniano Nicolais, costoro non staccano gli occhi dal dito che indica i presunti torti subiti, materiali o ideali, personali o di categoria. Ma l’astensione è il modo di manifestarsi in politica, cioè nella vita sociale, più inconsapevole che ci sia. Chi non vota sceglie, o subisce, la marginalità dell’ignoranza. Chi pensa che il proprio voto conti poco, sappia che il non Voto conta nulla. Qualunque sarà il risultato, diranno: <<lo non c’entro, io non ho scelto>>. Non è vero, hanno scelto. Eraclito lo diceva 2500 anni fa: i dormienti sono artefici e complici delle cose che accadono nel mondo. Astensionisti, è l’ora di svegliarsi”.

Commento di “Marvin”

Io sono un astensionista e mi sto svegliando, ma è sicuro che sia una cosa auspicabile per quelli che la pensano come lei?

Commenti all'articolo

  • Di paleas-paceam-pnc (---.---.---.224) 6 giugno 2009 21:53

    Il non voto non è per sempre, in questi ultimi decenni si è votato sempre il meno peggio, purtoppo le classi più deboli l’hanno sempre preso nel culo.
    Adesso ho deciso di affidarmi alla sorte, almeno chi mi farà il servizio non avrà avuto il mio consenso, quindi quando con il potere vorrà sottomettermi, dovrà usare la violenza.
    Quando quelli a cui sarà usata violenza diventeranno la maggioranza nel paese, forse scorrerà tantissimo sangue, sempre che ce ne sia ancora nelle vene degli italiani, cosa della quale dubito.

    Tra quelli che si dicono dalla tua parte e poi ti tradiscono, e quelli che sono sicuramente contro di te, penso che la pena maggiore si debba applicare ai primi, cioè i traditori.

  • Di Maunvorpiove (---.---.---.226) 7 giugno 2009 13:42

    Vado a casa, prendo la tessera del sindacato e la strappo..... (Bene, gli disse il suo datore di lavoro .)....poi ritorno quì e ti spacco tutto, così non dai la colpa ai sindacalisti ed al sindacato.

    Stesso ragionamento lo feci io al segretario del mio Sindaco: non lo voto più quello lì, così non diranno; chi è colpa del suo mal pianga se stesso. Ma...in Democrazia rappresentativa ci vuol chi ci rappresenti e allora il "nostro rappresentatore" deve assomigliare il più possibile a noi e chiedere il voto a "noi" e non ai "maanche" chi la pensa diversamente, altrimenti si perde le elezioni.

    Basta!!! uno schieramento politico lo dice la parola stesso "schieramento" e allora o di quà o di là.

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