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 Home page > Attualità > Società > DOSSIER Omofobia: passare dalle parole ai fatti

DOSSIER Omofobia: passare dalle parole ai fatti

Oggi è la giornata mondiale contro l'omofobia e la transfobia. Ventidue anni fa, il 17 maggio del 1990, l'Organizzazione Mondiale della Sanità rimuoveva l'omosessualità dalla lista delle malattie mentali.

Molte cose sono cambiate in meglio da allora. Ma siamo ancora ben lontani dal pieno riconoscimento dei diritti agli omosessuali, mentre non accennano ancora a scomparire episodi di pura violenza. 

Nel 2007, in seguito ad alcune dichiarazioni di autorità polacche contro la comunità LGBT, l'Unione Europea ha istituito ufficialmente la giornata contro l'omofobia sul suo territorio. Un estratto del testo approvato:

"Il Parlamento europeo [...] ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell'Unione europea senza discriminazioni".

Quelle indicazioni sono state rispettate? Si direbbe di no: il dibattito sui diritti delle coppie gay resta arginato, reclutato in eterno come problema di "secondo piano" e dunque mai affrontato dalle forze politiche con la necessaria chiarezza: complice, naturalmente, il timore di perdere apprezzamenti dalle autorità vaticane. 

Noi vi proponiamo alcuni pezzi pubblicati nelle ultime settimane, perché possiate farvi un'idea migliore della situazione italiana, e mondiale, sul tema

 

- 17 maggio, giornata mondiale contro l'omofobia. Intervista a Paola Concia (PD) di Fabio Barbera

- Matrimoni gay: cosa dice la cassazione di Federico Pignalberi

- Obama è favorevole ai matrimoni gay di Paolo Monarca

- Lista dei politici gay: intervista ad Aurelio Mancuso e Carlo Giovanardi di Lillo Montalto Monella

- Unioni gay, Bersani: "Serve una legge, ma non si parli di matrimonio" di UAAR

- In provincia di Varese gli omosessuali non possono donare il sangue di UAAR 

- "I gay si prostituiscono e sono destinati all'inferno": bufera sull'arcivescovo spagnolo di Aureliano Verità

- "Ok a relazioni gay tra preti per arginare abusi". Lettera riservata di un cardinale irlandese di UAAR

 

L'immagine di apertura è stata realizzata dal sindacato studentesco Unione degli Universitari e dalla Rete degli Studenti Medi


Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.199) 17 maggio 2012 13:37

    Il vescovo spagnolo ci andrà lui all’inferno e.... speriamo presto!

  • Di paolo (---.---.---.189) 17 maggio 2012 15:53

    L’omosessualità non è una malattia dal momento che non esiste o non è ipotizzabile alcuna cura .
    E’ una variante psicofisica e come tale va considerata ,per cui parlare di omofobia ha una valenza simile all’eterofobia .Sono entrambe forme discriminatorie che tendono ad identificare la persona con i propri gusti sessuali .Da ciò consegue che l’amore omosessuale , da un punto di vista etico e morale , deve essere posto sullo stesso piano di accettazione di quello eterosessuale .

    Fatta questa premessa tuttavia una differenza esiste ed è quella biologica .Una coppia omosessuale non può generare se non al di fuori del proprio schema duale e la intrinseca incapacità a generare non deve essere posta sullo stesso piano della sterilità perché non è né una alterazione genetica nè una condizione legata ad una patologia.
    Da ciò consegue che adottare un figlio non rientra nell’ordine naturale di una coppia omosessuale.

    Quindi ,omo ed etero devono essere posti sullo stesso piano dei diritti e dei doveri in quanto "persone " ,con l’unico limite riguardo alla adozione di figli .

  • Di Geri Steve (---.---.---.171) 17 maggio 2012 18:54

    Sono molto d’accordo con Paolo, sulle sue conclusioni e sulle sue motivazioni.

    Aggiungo un’altra considerazione: non mi piace per niente che si parli soltanto di coppie gay e della loro equiparazione alle coppie eterosessuali; capisco che le coppie hanno particolari problemi sul piano del diritto e che (con le riserve sulle adozioni) è ingiusto discriminare quelle omosessuali da quelle etero, ma non mi sembra giusto che gli individui debbano essere classificati come eterosessuali oppure omosessuali.

    Io sono per la libertà sessuale, e quindi desidero che uno/a possa passare da etero ad omo o viceversa e anche contemporaneamente, senza dover essere classificato come etero o come omo o come bisessuale.

    La sessualità dovrebbe essere libera, cioè dovrebbe derivare da una libera scelta momento per momento, con rispetto degli impegni sociali con i figli e con i compagni di vita, ma anche senza condizionamenti superflui.

    Per questo mi riconosco perfettamente contro l’omofobia, ma mi dispiace che, se si scorre quell’elenco redazionale di articoli, tutti i titoli si rieriscano soltanto a coppie gay.

    Geristeve

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