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 Home page > Attualità > Economia > Che cos’è lo spread?

Che cos’è lo spread?

Lo spread BTP-Bund ce lo sparano su tutti i giornali ogni giorno ma… che cos’è lo spread?

Si tratta della differenza di rendimento fra due titoli, in questo caso fra un titolo italiano ed uno tedesco. Generalmente si prende come parametro di riferimento il titolo decennale. Maggiore è la differenza di rendimento, maggiore sarà il rischio percepito dal mercato. Si tratta di un banale sillogismo: di fronte ad un maggior rischio il mercato pretende maggiori rendimenti, dunque se due titoli di pari durata offrono rendimenti diversi quello che rende di più sarà più rischioso e tanto di più lo sarà quanto maggiore è la differenza di rendimento.

Allo stato attuale delle cose il rendimento di un Bund tedesco a dieci anni è 1,80% mentre quello del BTP decennale è pari a 5,64%. La differenza oggi è dunque pari a 384 punti base (cioé 3,84%). Rispetto a solo qualche mese fa la situazione è peggiorata molto (se ripenso che in occasione del BlogEconomy Day dello scorso anno si diceva con Oscar Giannino “speriamo che lo spread non vada a superare i 220 punti sennò son dolori").

L’opinione comune è che il peggioramento sia espressione della crisi del debito dei Paesi periferici, di cui l’Italia ahimé fa parte. Certamente c’è del vero.

Però grattando un pochino la superficie e provando a scavare più nel dettaglio potremmo ricordare che non molto tempo fa su questo blog avvisavo che “lo spread dei BTP avrebbe superato quello dei BONOS Spagnoli”.

Già, perché fino a un paio di mesi fa -tra i cinque Paesi PIIGS- l’Italia era quello con gli spread più bassi, mentre oggi non è più così (in particolare, nel confronto con la Spagna, l’Italia era in vantaggio di una trentina di punti mentre oggi la Spagna ha un vantaggio di circa 40. Il che significa che lo spread BTP-Bonos è peggiorato di circa 70 punti). Si dice che sia perché la Spagna sta attuando riforme condivise tra maggioranza ed opposizione e che il Governo Zapatero sia dimissionario, il che offre prospettive di discontinuità al mercato.
Certamente c’è del vero (ce n’è parecchio).

Quello che non si dice, perché forse nessuno ancora se n’è ancora accorto, è che da luglio ad oggi lo spread fra Italia e Portogallo si è ridotto di 200 punti base e quello fra Italia ed Irlanda di 500. In parole povere la crisi dei Paesi periferici è una cornice, ma il quadro è che l’Italia si sta deteriorando molto più alla svelta degli altri.

Su Twitter sta diventando celebre il mio ashtag #TICTACTICTAC a segnalare che il tempo passa e ce n’è sempre meno. Dei cinque PIIGS l’Italia è quello che strutturalmente ha le migliori possibilità di farcela (lo dice persino S&P mentre commenta il downrating…) Quanto vicino al baratro bisognerà arrivare prima di vedere la svolta?

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.71) 22 settembre 2011 14:38
    Damiano Mazzotti

    Se gli italiani si fossero astenuti dal votare alle ultime elezioni, avrebbero almeno salvato l’onore del paese... Ora gli italiani sono ritenuti corresponsabili di questo andazzo del...

    e se studenti e pensionati non ritornano in piazza a protestare per invocare un governo tecnico che duri fino al 2013, noi nel 2013 saremo ridotti come la Grecia e l’Argentina....

    Gli studenti e i pensionati possono scioperare tranquillamente senza perdere soldi e il posto a scuola o da un’altra parte...

    Se invece si va avanti così i giovani perderanno il loro futuro e i vecchi la loro bella
    pensione.. E moltissimi vecchi non possono migrare all’estero e sono quelli che hanno di più da perdere... Cari vecchi smettetela di sognare quello che fa Berlusconi e manifestate.... Cazzo...

  • Di Renzo Riva (---.---.---.115) 23 settembre 2011 19:41
    Renzo Riva

    Certo che D’Alema e Fassino sono tutt’altra cosa!
    Che cosa non si sa.
    Vuoi mettere, tra una banca e una barca ci passa solo una r.
    Cosa propongono il lanciatore di molotov ed il modello Biafra?
    Il vuoto pneumatico: bel programma.
    Siamo vicini ad un prossimo Aventino?

  • Di pv21 (---.---.---.127) 25 settembre 2011 20:05

    Liturgia >

    Bce, Fmi ed Ocse hanno espresso apprezzamento per manovre “credibili”, “importanti” e che vanno “nella giusta direzione”.
    Manovre fatte di tagli e tasse per complessivi 140 miliardi.
    Ogni volta però manifestano anche “riserve” sulla mancata adozione di riforme strutturali ed interventi funzionali alla crescita. Da qui il perdurare di prospettive “incerte” e con “molti rischi al ribasso” per la nostra economia e la conseguente previsione di ulteriori manovre di aggiustamento.

    In compenso Tremonti è soddisfatto di aver messo i conti in ordine e di aver fatto “meglio di altri”. Per lui ora tocca all’Europa mettere in campo “mezzi straordinari” e la “soluzione” è la Germania e gli Eurobond.

    Intanto la crisi, ex ripresa passata a semi crescita e poi a ricaduta, continua a gravare sul paese come Se fosse stagnazione

  • Di (---.---.---.61) 24 novembre 2011 07:11

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  • Di (---.---.---.30) 26 novembre 2011 08:51

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