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Antigone: la disobbedienza del silenzio

Penso che sia indispensabile ribellarci a chi vorrebbe che una libertà di espressione, propria del genere umano, sia lasciata in pasto a cani bramosi di carne umana.

Antigone: la disobbedienza del silenzio

AgoraVox ha pubblicato, l’otto giugno, un articolo interessante di Giulio Cavalli: Voglio battermi per costruire un’Italia migliore. L’articolo era interessante perché parlava di disubbidienza civile a leggi ignominiose, e il nesso che l’autore ha fatto tra il mito tragico di Antigone, la ragazza di Tebe, che sfida Creonte il tiranno, e la legge soprannominata “bavaglio”, era geniale.
 
E un pensiero, se è tale, genera immagini e un altro pensiero … e vengono alla mente le immagini/pensiero della ragazza di Tebe, scritte da Anouilh, nella tragedia che ricrea il mito arcaico di Antigone: È il coro che parla: “Ecco, ancora una volta vedrete recitare la storia di Antigone. Antigone è la magrolina seduta lì in mezzo. Sta pensando. Pensa che tra poco sarà Antigone, che si lascerà alle spalle la magra ragazzina scontrosa che nessuno prendeva sul serio in famiglia e che dovrà affrontare Creonte suo zio, che è il Re”.

Antigone, una ragazza magrolina, senza alcun potere, si ribella al tiranno Creonte il quale ha proclamato una legge iniqua, infame, che ordina ai cittadini di Tebe di lasciare, Polinice, il fratello di Antigone, un essere umano, morto, in pasto ai cani. Al tiranno Creonte che domanda ad Antigone: “e hai osato trasgredire questa legge” , la ragazza risponde “Non è stata Dyke (la dea della giustizia), che dimora con gli dei inferi a proclamarla, ella non ha stabilito per gli uomini una legge come questa. Non ho pensato che i tuoi decreti avessero il potere di far sì che un mortale potesse trasgredire le leggi non scritte degli dei, leggi immutabili che non sono di ieri né di oggi, ma esistono da sempre, e nessuno sa da quando”.

Antigone, che ribellandosi si appella agli dei, in realtà evoca un’etica primaria che ogni essere umano ha avuto in dote dalla nascita. La ragazza, al contrario di Creonte, il tiranno, ha conservato questa identità specificatamente umana, e la afferma con forza: nessuno può emanare una legge che vada a ledere l’integrità psichica di un essere umano.

La tragedia di Antigone è una bellissima simbolizzazione della ribellione che si accende quando l’identità umana viene minacciata. Antigone, difende un diritto naturale, la libertà che è “l’obbligo di essere umani”, come ora molti di noi difendono la libera espressione, legata al pensiero verbale, che noi trasformiamo in parola, in frase, in articolo, in libro… in poesia.

Non dimentichiamolo mai: la ribellione che sale dal nostro profondo non è solo per la libertà di stampa, ma perché qualcuno, vuole castrare la nostra legittima fantasia interna che ci permette, nonostante questa invisibile coltre oppressiva, di esprimersi e di lottare contro coloro che hanno perduto anche quel barlume di umanità che permette di sperare in una società migliore, in una giustizia sociale in un egualitarismo che non sia dato da tante giacche grigie tutte uguali. 

Creonte ha creato una legge disumana creata ad personam , che dice di lasciare un essere umano, morto, in pasto ai cani e l’ha fatta diventare un dogma… Le leggi scritte non sono dogmi, anche se il mito giudaico cristiano racconta di Tavole della legge di pietra incise da una divinità senza volto.

Le leggi scritte sono fatte da esseri umani, qualche volta per difendere la maggioranza degli esseri umani da una oligarchia, altre volte, come quelle promulgate in questo periodo storico, per far sì che una oligarchia possa dominare una finta democrazia.

Penso anch’io, come scrive Giulio Cavalli, che bisogna chiedere, ad ogni cittadino, la disobbedienza civile a una legge ingiusta.” e che sia indispensabile ribellarci a chi vorrebbe che una libertà di espressione, propria del genere umano, sia lasciata in pasto a cani bramosi di carne umana.

Ma, forse, la ricerca più grande è quella di scoprire quale forma dare alla ribellione: una ribellione che non sia suicida né che crei, come durante la Rivoluzione francese, ma anche come durante il terrorismo degli anni di piombo, un clima di terrore, e un annullamento verso quegli esseri umani uccisi come animali dai “rivoluzionari”.

L’unica proposta intelligente l’ho udita qualche tempo fa da parte di Tonino Guerra, il grande sceneggiatore. Egli disse, con la semplicità che gli è propria, che si potrebbe invadere silenziosamente le grandi piazze italiane e sedersi li, in silenzio, per molte ore. Lo so, a prima vista potrebbe sembrare inutile, e forse potrebbe esserlo, ma ci si può provare.

Immaginate Piazza San Giovanni, a Roma, con un milione di persone in silenzio magari solo per quattro cinque ore. Sarebbe un’immagine sconvolgente; sarebbe come far vedere l’immagine del silenzio; il silenzio di chi pensa; un silenzio contro i clamore di chi non è capace di stare in silenzio neppure per qualche minuto per il terrore che il loro vuoto interiore gli invada la mente facendoli impazzire.

Un silenzio che ricrei le parole di Salvador Allende: “Sono pronto a resistere con ogni mezzo, anche a costo della vita, in modo che ciò possa costituire una lezione nella storia ignominiosa di coloro che hanno la forza ma non la ragione”.

I potenti miti si rivitalizzano, si ricreano e raccontano, e ,soprattutto, sanno interpretare i fatti e la storia di ogni giorno, svelando la realtà nascosta che la cronaca, con tutta la sua buona volontà, non riesce a fare.

Schierarsi contro i tiranni liberticidi è sempre lecito; e le leggi non sono dogmi, se lo fossero sarebbe come credere dogmaticamente a ciò che non è… E non pensare.

Perché un pensiero umano muove sempre un pensiero… La credenza lo paralizza.

Come ricorda Giulio Cavalli Antigone non muore, rinasce sempre con panni acconci al tempo del suo rifiuto. Lei c’è quando il dolore psichico per il disumano supera la paura della morte.

La troviamo sulle invisibili barricate che, a volte, scorgiamo in uno sguardo, in un no, urlato in silenzio.

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