Annullato il tour degli Oasis: è ufficiale si sciolgono
di Francesco Piccinini e Francesco Raiola
La rete è in fiamme appena giunta voce che gli Oasis si siano sciolti e siano anche giunti alle mani nel backstage. Su Twitter è la notizia del momento.
L’unica certezza che il loro tour finisce nel backstage parigino, poco pima di salire sul palco: tutte le tappe europee previste sono state annullate.
Arriva ora anche la conferma ufficiale con una dichiarazione di Noel Gallagher:
"It’s with some sadness and great relief to tell you that I quit Oasis tonight. People will write and say what they like, but I simply could not go on working with Liam a day longer. Apologies to all the people who bought tickets for the shows in Paris, Konstanz and Milan."
Gli Oasis avevano già annullato la tappa del 25 agosto al V festival in Gran Bretagna per la stesso motivo - nonostante la smentita fatta dallo stesso Liam sul suo Twitter - ma si pensava che sarebbero riusciti a portare a termine il loro tour.
Così non è stato.
I fans sono in lacrime, molti se ne vanno mentre altri restano lanciando insulti e bottiglie verso il palco.
Sono i Madness, già protagonisti nel pomeriggio, a rimpiazzare la band britpop.
Una nota di colore: oggi la freepress d’oltralpe 20mintues (media partner dell’evento) in un pezzo che voleva fare ironia sul festival scriveva che "i fratelli Gallagher vengono alle mani per chi sia il peggior cantante del mondo. Noel sostiene sia Jay Z mentre Liam dice che Demon Albarn è ancora peggio (il frontman dei Blur - nda)". Una premonizione che sa di maledizione per un festival che già nel 2008 vide il forfait di Amy Winehouse.
I fratelli Gallagher formano il gruppo rock inglese nel 1991 esportando i loro suoni britpop nel mondo. Gli Oasis hanno venduto circa 65 milioni di dischi in tutto il mondo[2], hanno piazzato 8 singoli al primo posto nel Regno Unito, 22 singoli consecutivi nella top 10 inglese e raccolto 15 NME Awards, 5 Brit Awards, 9 Q awards e 4 MTV Europe awards[3].
Il gruppo conobbe la fama già con l’album di debutto, Definitely Maybe (1994), che propose con forza la band come leader del movimento britpop. Il successivo album, (What’s the Story) Morning Glory? (1995), superò il numero di vendite del precedente, toccando quota 20 milioni di copie vendute[7]. Da quel momento dilagò una specie di Oasis mania[8]: a metà degli anni Novanta gli Oasis conobbero una popolarità altissima, rivaleggiando con i Blur e guadagnando attenzione da parte dei media e del pubblico. Il culmine fu raggiunto nell’agosto 1996, con lo storico concerto al parco di Knebworth, nel corso di due serate in cui accorsero 250.000 spettatori[4].
Il terzo album, Be Here Now (1997), divenne l’album venduto più rapidamente nella storia delle classifiche musicali[9]. Verso la fine del decennio, tuttavia, la popolarità del gruppo andò incontro ad un vistoso calo, almeno negli Stati Uniti. Due membri storici, Arthurs e McGuigan, furono avvicendati da Andy Bell e Gem Archer, con cui la band registrò e pubblicò Standing on the Shoulder of Giants, album che presentava un sound più sperimentale e psichedelico. Il disco non ottenne molto successo, risultando il meno venduto della storia del gruppo. Nel 2001 fu la volta dell’album live Familiar To Millions, registrazione del concerto tenuto dagli Oasis allo stadio di Wembley di fronte a 70.000 spettatori.
Nel 2002 gli Oasis pubblicarono Heathen Chemistry, reputato un ritorno alle origini del suono dei primi tempi, e tornarono al successo. Nel 2005 uscì il sesto album, Don’t Believe the Truth, registrato insieme al nuovo batterista Zak Starkey, il figlio di Ringo Starr. Fu un ulteriore grande successo, che riportò gli Oasis in classifica anche negli Stati Uniti, dove il disco raggiunse la posizione numero 12, e la posizione numero 1 in Giappone. Il 20 novembre 2006 uscì Stop the Clocks, il primo best of degli Oasis che, nonostante conti soltanto 18 canzoni, senza inediti e con l’esclusione di tutti i brani da Be Here Now, ha sorprendentemente venduto tre milioni di copie nel mondo[10]. È uscito nell’ottobre 2008 Dig Out Your Soul, settimo album, lanciato dal singolo The Shock of the Lightning e divenuto disco di platino[11].
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