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 Home page > Tribuna Libera > Al potere solo se si è delle facce di... bronzo!

Al potere solo se si è delle facce di... bronzo!

È strano, ma ho sempre sostenuto che per poter essere al potere, o esserne i pennivendoli o solerti galoppini e sostenitori occorre una buona dose di "faccia da culo". Cosa intendo con questo che può apparire come epiteto, ma che nelle mie intenzioni è solo la classificazione di una categoria di persone nonché una categoria del pensiero e del pensare?

Faccio un esempio.

Leggo su Fatto quotidiano: Corte dei conti boccia l’austerità e fa i conti della crisi: “E’ costata 230 miliardi” e mi stupisco che anche questa suprema corte di revisori e di attenti osservatori del bilancio pubblico nonché delle tendenze e della situazione economica e finanziaria, si è accorta che forse qualcosa non va e che stiamo marciando in una direzione che al di là delle intenzioni (forse) dei nostri governanti (passati, presenti e futuri). In verità questa è solo l'ultima in ordine di tempo, a lanciare strali ed avvertimenti, ma non la sola.
Ma questa nota mi è particolarmente odiosa, perché mi fa ricordare che non lontano nel tempo, ma solo a maggio del 2011 la stessa Corte invocava una manovra depressiva da 46 miliardi, esaltando l'operazione del 1992 dell'allora salvatore della patria il "sinistrorso" Amato. E mentre qualcuno sia di economisti fuori del coro e pochi altri "terroristi" "comunisti" ecc ecc storcevano il naso e la bocca, la stessa corte nell'ottobre del 2011 criticava, giustamente, che le manovre in atto erano basate solo su risorse non certe e fumose (la famosa finanza creativa di Tremonti, fatta di sberleffi al senso di intelligenza), invocava a cominciare a fare sul serio e a tassare a risparmiare su cose concrete, reali, certe, (lavoro, redditi dipendenti e lavoratori statali, spesa pubblica tradotta welfare ecc ecc).

Recentemente, credo nel maggio del 2012 (ma potrei ricordare male la data precisa), tracciava la stessa analisi, ma questa volta trovava i rimedi nel colpire corruzione e malaffare e naturalmente sanità e pensioni. E così ogni anno che passava e registrava dati economici sempre più neri, si cambiava il colpevole, ma non la politica di tendenza. 

Come quando i generali in guerra (e ricordo la guerra del Vietnam) di fronte ai risultati sempre più catastrofici, sempre più disastrosi, invece di ripensare alla strategia, a rimettersi in discussione, non si faceva altro che aumentare l'impegno bellico, aumentare i bombardamenti, estendere il conflitto. Non era la strategia ad essere messa in discussione, ma la sua messa in pratica sempre troppo debole e minimalista a loro dire.  

Ma forse qui, oltre all'ottusità dei nostri "generali", è che nelle loro menti i risultati ottenuti sono proprio quelli da loro auspicati. Non sono errori (come qualcuno potrebbe farci credere), errori di tattiche, obbiettivi troppo poco aggrediti o poco messi in discussione come qualcuno lamenta. Qui ho l'impressione che non di errori si tratti, ma di propria e vera strategia. Guerra di classe, si chiamava. E la classe dominante si salva dalle sue proprie contraddizioni solo a spese della classe dominata. Questo per "loro" è ben chiaro, e mai nessuno, in questo, è più "marxista" della classe dominante. Infatti una occhiata ai dati macroeconomici e si palesa come i costi della crisi sono pagati solo dalla classe dominata. I ricchi diventano sempre più ricchi e sempre di meno; aumenta l'esercito di riserva, aumenta la precarizzazione e la proletarizzazione anche del cosi detto ceto medio e piccolo borghese o ceto medio, che dir si voglia, e aumenta l'indigenza sia economica che di diritti dei dominati.

I dati sono lì, basta leggerli! Anche questi errori o orrori?

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