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Sulla censura: lettera aperta ad AV

Di Rocco Pellegrini (---.---.---.3) 6 ottobre 2009 18:00
Rocco Pellegrini

 Molte delle cose dell’articolo le condivido ma non il punto 3. Le cose vanno dette in modo formale e non usando insulti. Questo per due motivi.
a) Il male sono gli atti e non chi li commette. Ciò vuol dire che è il comportamento che va ripreso e non la persona e quand’anche non si riesca del tutto a seguire questo principio molto importante, a parer mio, è meglio cercare di dire le cose in modo che la persona non sia direttamente insultata.
b) Non è la parolaccia o l’insulto che rafforza un’argomentazione. Questo è un comportamento puerile e, comunque, poco apprezzabile come di quei comici che per far ridere usano le parolaccie. Socrate quando si arrabbiava abbassava la voce e tutti capivano che si era arrabbiato. Lo so che nel rumore del mondo un simile comportamento possa apparire assurdo ma io lo trovo geniale, come quasi tutto di quel gigante della storia.
Infine nel merito del caso che ha scatenato la discussione. Non c’è censura in quel che è accaduto perchè non è cambiato il senso di quello che l’autore voleva dire, a meno che non si pensi che cambiare qualche parola comporti reato di lesa maestà o di lesa autorevolezza: nel qual caso bisogna evitare di darsi troppa importanza.


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