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Nino Di Matteo, Confindustria e l’agguato al Governo

Di paolo (---.---.---.49) 6 maggio 2020 09:06

Certo le scarcerazioni dei mafiosi sono un segnale che preoccupa non solo Di Matteo ma tutti (tranne ovviamente coloro che col fenomeno convivono, ottengono consenso e ci fanno affari). Ma il punto è che il ministro Bonafede non ha alcuna responsabilità diretta nelle scarcerazioni, che sono materia costituzionale della sola magistratura. Il solo ipotizzare che su Bonafede ci possano essere state pressioni politiche o da ambienti mafiosi per fargli cambiare idea sulla nomina al DAP, ha fornito un assit a Giletti e a La7 per montare il caso.

Fermo restando che su una nomina importante come quella è del tutto fisiologico che ci possano essere state pressioni politiche. Altra cosa paventare che Bonafede abbia concordato la nomina con i boss mafiosi. Oltre al fatto che Di Matteo spara la cartuccia a distanza di due anni e con modalità del tutto inusuali, per rimanere sul soft. Credo che il CSM dovrà valutare la condotta del magistrato perché qualcosa non quadra. Mentre Bonafede dovrà legittimamente riferire i fatti in Parlamento. Il paese in momenti come questo non può permettersi di non fare chiarezza.

Per il resto la capisco, io ci ho convissuto per decenni senza un partito di riferimento, pur essendo culturalmente di sinistra. Il mio appoggio (critico) al M5S è una conseguenza. E dico la verità, spero che, al netto dei tanti errori e delle inevitabili incazzature, il M5S rimanga una forza politica non solo significativa ma decisiva per gli equilibri istituzionali.

saluto


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