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Scienza e discriminazione di genere | L’effetto Matilda raccontato da Ben Barres, scienziato transgender

Di paolo (---.---.---.49) 25 agosto 2018 07:58
Argomento di una complessità estrema. Già è difficile formulare giudizi per categorie, figuriamoci quando si affronta un tema in cui subentrano variabili endogene, condizionamenti, ruolo sociale, diversa fisiologia ecc....
Partiamo da un dato certo: Il cervello maschile e quello femminile sono volumetricamente e morfologicamente assai differenti. E questo è scientificamente assodato, corroborato dagli studi più recenti, che utilizzano strumenti ed apparati di indagine estremamente sofisticati.
Questa diversità rende improbabile una attitudine di risposta uguale.
Restando all’esperienza comune, è assodato che le donne hanno maggiore "intuito" e superiore "capacità mnemonica", mentre negli uomini prevale la capacità astrattiva(deduzioni logiche) e la spazialità.
Le bambine hanno precoce capacità di linguaggio, i maschietti farfugliano, ecc....
Poi indubbiamente i ruoli sociali hanno un peso, ma fin dai primissimi mesi di vita le differenti inclinazioni sono evidenti.
Insomma non direi che l’effetto Matilda, ammesso in assoluto che ci sia, fornisca una risposta decisiva sulla discriminazione del ruolo femminile. Rimanendo al campo strettamente scientifico, che meglio conosco, è indiscutibilmente vero che esso sia un monopolio al maschile, ma ciò non esclude a priori che una donna non possa eccellere in tutti i campi. E di esempi ce ne sono.

Come conclusione, che esula dal rigore scientifico, direi che il debito assoluto di riconoscenza che gli uomini hanno ( o dovrebbero avere) nei confronti delle donne, è tale che dovrebbe far sparire qualsiasi effetto Matilda, ammesso e non concesso che esista.

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