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La laurea non serve. A volte, neppure il merito

Di Marina Serafini (---.---.---.228) 22 dicembre 2016 11:41
Marina Serafini
(Non avevo fatto l’accesso al sito e il commento è uscito da un anonimo mario rossi, me ne scuso).

No, Roberto, non è che me la prendo, solo che la professione che svolgo non è stata scelta a caso: io credo nello sviluppo del potenziale, credo nel valore delle cose fatte bene e credo nella soddisfazione del fare bene le cose e di vedere le cose fatte bene... Da anni mi occupo di selezione e formazione, gestisco gruppi, curo la comunicazione tra uffici e sciolgo nodi gordiani.... E tanti anni di esperienza mi hanno obbligato a spogliarmi un pò di quel lucido idealismo di cui mi ero impregnata durante gli studi.
Credo che alla fine, la questione su cui convergiamo, nonostante le svirgolate di questo dialogo, sia relativa alle competenze vere, e ad una possibile certificazione della loro reale acquisizione. Purtroppo, il diploma di laurea oggi, in Italia, certifica l’avvenuta acquisizione di strumenti teorici, non certo la capacità di fare. Da alcuni anni sono stati inseriti i tirocini obbligatori in quasi tuti i corsi di laurea, ma 150 ore (approssimative) di attività pseudo pratica, svolta troppo spesso da osservatore ingombrante o da facchino di comodo non risultano di grande utilità. Abbiamo cercato di emulare il modo formativo europeo, ma realizzandolo a modo nostro, ossia con tutte le le scorciatoie e le semplificazioni possibili. I risultati di questo processo sono sotto gli occhi di tutti.
Quindi mi sembra corretto chiudere citando un articolo già pubblicato su questo stesso sito diverso tempofa, scritto da Aldo Giannulli, un autore che leggo sempre con piacere:


:)

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