Segnalo due regole generali, di cui qui
si trovano interessanti esempi, e una mia considerazione.
1) Se io dimostro che un ragionamento che porta ad una certa conclusione è
sbagliato, quasi tutti riterranno che io abbia dimostrato che quella
conclusione sia falsa.
Il fatto è che la gente conosce la retorica, ma quasi tutti ignorano la
logica. Supponiamo che in questo momento uno scolaro, su domanda del suo
professore, stia dimostrando il teorema di Pitagora e che lo scolaro ne dia una
dimostrazione sbagliata: non per questo il teorema di Pitagora è falso. Questo
lo capiscono quasi tutti, ma se poi La Stampa contesta una inchiesta che tende
a dimostrare che l’Iran abbia certi missili, quasi tutti capiscono che La
Stampa sostiene che quei missili non ci sono.
2) Una bugia, se ripetuta tante volte, viene percepita come una verità.
Notoriamente questo lo diceva il nazista Goebbels (autentico ministro delle bugie), ma
prima di lui lo scriveva in "Propaganda" Barnays, il due volte nipote
diSigmund Freud, uno "spin doctor" che ha "vinto" molte
campagne di opinione pubblica.
Un esempio?
"se i sionisti si decidessero a mettere fine al conflitto con gli arabi
palestinesi e, di conseguenza, a quello col mondo arabo islamico, non vi
sarebbe più motivo per ritenere decisivo il possesso dell’arma finale".
La mia considerazione invece riguarda il possesso o meno dell’atomica.
Ci sono anche dei leaders che vogliono acquisirla come si vuole acquisire uno
Status Symbol, ma è un simbolo che ha dietro un significato molto solido.
Ci sono due categorie di paesi: quelli aggredibili (aggredibili con armi
tradizionali o atomiche) e quelli che non lo sono, perchè nel caso
risponderebbero lanciando atomiche sull’aggressore.
E’ comprensibile che tutti preferiscano stare nella seconda categoria o
perlomeno in una alleanza forte con paesi che ci stanno. Le recenti
aggressioni all’Afganistan e all’Iraq hanno rinforzato questa preferenza, ma è
sempre per quel motivo che si sono dotati di armi nucleari la Corea del Nord,
India e Pakistan e -soprattutto- Israele. Ormai è trascorsa storia a sufficienza
per affermare che quella deterrenza è servita e che ha effettivamente protetto
quei paesi.
Propaganda interna a parte, nel caso dell’Iran non è pensabile un ruolo
difensivo dell’atomica e quindi resta soltanto il -preoccupante- ruolo
aggressivo. Francamente, che Israele se ne preoccupi non mi sembra nè
autoreferenziale nè arrogante.
GeriSteve