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La gente odia la cultura. Che sia ora di un elitismo illuminato post-demagogico?

Di (---.---.---.47) 26 maggio 2012 17:45

Concordo solo in parte con questo articolo, penso sia vero che gli italiani non siano avvezzi all’arte e alla cultura in generale(anche se l’Italia è ricca di arte, artisti e intellettuali , o almeno lo era..)... ma non amo l’assolutismo di pensiero, la rigidità e ,soprattutto, le categorizzazioni, che sono euristiche di pensiero funzionali ad una sintesi della complessità, ma nel lungo periodo inutili quanto superficiali se si vuole approfondire chi siano davvero , ad esempio,gli italiani...personalmente quando scrivo la frase : " gli italiani non sono avvezzi alla cultura", mi pare ovvio che non mi riferisca a TUTTI gli italiani, ma nemmeno ad un’elité, amo pensare, infatti, alle persone che aldilà del retroterra culturale sono fornite di un cervello e di una personalità specifica,che prescinda da una certà italianità che sicuramente esiste, mi spiego meglio...Non è che l’operaio, o chi si è fermato in terza media, non possa apprezzare un’opera d’arte al pari o addirittura meglio di una persona culturalmente più elevata, anzi, conosco operai e persone estremamente semplici, che possiedono, una sensibilità, una curiosità infinitamente superiore a tanti laureati e pseudointellettuali che, ahimé, sono costretta a frequentare, poi esistono operai non interessati a questo genere di cose, ovvio, ma il punto è che non divido il mondo in due categorie secondo miei parametri del tutto soggettivi: ignoranti: popolo versus acculturati e illuminati: tutto il resto del mondo, così come non penso che chi non sia interessato alla musica classica o all’arte contemporanea per esempio, sia un ignorante e mediocre ... poichè io non detengo le chiavi del sapere e della verità assoluta.Carmelo Bene sosteneva: "La verità è una puttana...", è proprio vero! anche l’arte e la cultura sono relative, infatti io non pretendo che tutti conoscano" l’infant observation", o la trilogia di Kieslowski solo perchè per me è basilare conoscere ciò!!!Questo modo di pensare è estremamente infantile e tipicamente adolescenziale, senza sfumature e alquanto noioso...l’adolescente infatti pensa secondo un pensiero puramente dualistico: odio/amore, nero/bianco, dentro/fuori,poi in genere si cresce e si struttura un pensiero complesso, in cui rientrano anche altri aspetti e con cui si comprende che i numeri e le statistiche non sono un punto d’arrivo, ma un punto d’inizio per riflettere su cosa c’è dietro i numeri, e analizzare seriamente alcune tematiche, questa non è demagogia, si chiama maturità , indipendenza di giudizio e onestà intellettuale...

Persefone

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