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Quella sottile differenza tra esprimere un’opinione e fare informazione

Di Geri Steve (---.---.---.254) 3 maggio 2012 16:47

Opinione o Informazione? Il problema esiste eccome. 

 Però nel trattare il problema l’autrice presuppone una distinzione netta fra opinione e informazione che non è né realistica né sostenibile: l’informazione è sempre una rappresentazione di fatti interpretati secondo una certa cultura. Di alcune culture si può dire che sono certamente sbagliate e che falsano la visione della realtà, ma questi sono casi limite: spesso, il preferire una cultura o un’altra è una questione di opinione. Faccio dapprima alcuni esempi semplici, tenendomi volutamente lontano dal più grande problema, e cioè che spesso culture diverse discendono da opinioni politiche diverse e contrapposte.

 Se oggi un medico uccide un paziente dissanguandolo, difficilmente troveremo qualche “giornalista” che sostiene che il medico lo ha curato con un salasso, e magari che il paziente è morto perché il medico non gli ha tolto abbastanza sangue da fargli uscire tutto il male: cio’ dipende dal fatto che quella cultura –oggi- non ha più alcuna credibilità, ma un giornalista di altri tempi lo avrebbe scritto, convinto di rappresentare la realtà.

 Oggi troviamo però “giornalisti” che scrivono che un bagnante è morto di congestione per aver fatto il bagno dopo mangiato, anche se tutta la cultura medica di tutto il mondo ignora la congestione e se tale buffa credenza esiste soltanto in Italia. In perfetta analogia, ogni volta che c’è un’esplosione di gas, i giornalisti scrivono che è esplosa una “bombola”, perpetuando un errore linguistico che confonde il gas con la bombola, il tubo dell’acqua con la pompa, ecc. In questi esempi abbiamo semplicemente delle culture certamente sbagliate ma credibili e credute semplicemente perche’ molto diffuse, pur essendo indiscutibilmente sbagliate. E’ indiscutibilmente pessimo giornalismo, che sarebbe da censurare perchè indiscutibilmente disinformativo.

 Prendiamo il caso di un incidente stradale: secondo un giornalista è stato causato dalla velocità, per un altro dall’incapacità di controllare il mezzo a quella velocità, per un altro ancora dall’imprudenza di essere andato a quella velocità, per un altro dal non avere aumentato la velocità in modo tale da sfuggire allo scontro… Prendiamo il caso di un edificio crollato durante un terremoto: è caduto per il terremoto o perché malcostruito? I morti sono stati uccisi dal terremoto o dal costruttore? Prendiamo il caso di un suicidio: un giornalista scrive che si è ucciso perché era depresso, un altro perché qualcosa gli ha causato la depressione: la perdita dell’amore o la perdita del lavoro e della dignità sociale, un altro perché la sua depressione non era ben curata.

Sono tutte informazioni ben diverse, ma chi potrebbe arrogarsi il diritto di dire quale è vera e quali sono false? Sono tutte informazioni che rappresentano la realtà secondo diversi punti di vista, che sono tutti rispettabili e tutti criticabili, senza per questo essere ugalmente accettabili.

 E finora neanche abbiamo toccato le grandi divergenze che derivano da grandi divergenze politiche e ideologiche: se una produzione viene “delocalizzata” si deve dire che è un problema di costo del lavoro o che è un problema di mancata tutela del lavoro e dei diritti dei lavoratori? Se c’è una recessione si deve dire che la gente o i paesi vivevano al di sopra delle loro possibilità o che la rendita finanziaria sopravanza il reddito da produzione?

Rappresentare opinioni in proposito non sarebbe “fare informazione”? Forse l’unica “informazione” che merita questo nome? Forse sono interrogativi troppo grandi per un articoletto o un commento.

 GeriSteve

 

 

 


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