Opinione o Informazione? Il problema esiste eccome.
Però nel trattare il problema l’autrice presuppone
una distinzione netta fra opinione e informazione che non è né realistica né
sostenibile: l’informazione è sempre una
rappresentazione di fatti interpretati secondo una certa cultura. Di alcune
culture si può dire che sono certamente sbagliate e che falsano la visione
della realtà, ma questi sono casi limite: spesso, il preferire una cultura o
un’altra è una questione di opinione. Faccio dapprima alcuni esempi semplici,
tenendomi volutamente lontano dal più grande problema, e cioè che spesso
culture diverse discendono da opinioni politiche diverse e contrapposte.
Se oggi un medico uccide un paziente
dissanguandolo, difficilmente troveremo qualche “giornalista” che sostiene che
il medico lo ha curato con un salasso, e magari che il paziente è morto perché
il medico non gli ha tolto abbastanza sangue da fargli uscire tutto il male:
cio’ dipende dal fatto che quella cultura –oggi- non ha più alcuna credibilità,
ma un giornalista di altri tempi lo avrebbe scritto, convinto di rappresentare
la realtà.
Oggi troviamo però “giornalisti” che scrivono che
un bagnante è morto di congestione per aver fatto il bagno dopo mangiato, anche
se tutta la cultura medica di tutto il mondo ignora la congestione e se tale
buffa credenza esiste soltanto in Italia. In perfetta analogia, ogni volta che
c’è un’esplosione di gas, i giornalisti scrivono che è esplosa una “bombola”,
perpetuando un errore linguistico che confonde il gas con la bombola, il tubo
dell’acqua con la pompa, ecc. In questi esempi abbiamo semplicemente delle culture
certamente sbagliate ma credibili e credute semplicemente perche’ molto diffuse,
pur essendo indiscutibilmente sbagliate. E’ indiscutibilmente pessimo giornalismo, che sarebbe da censurare perchè indiscutibilmente disinformativo.
Prendiamo il caso di un incidente stradale:
secondo un giornalista è stato causato dalla velocità, per un altro
dall’incapacità di controllare il mezzo a quella velocità, per un altro ancora
dall’imprudenza di essere andato a quella velocità, per un altro dal non avere
aumentato la velocità in modo tale da sfuggire allo scontro… Prendiamo il caso
di un edificio crollato durante un terremoto: è caduto per il terremoto o perché
malcostruito? I morti sono stati uccisi dal terremoto o dal costruttore? Prendiamo
il caso di un suicidio: un giornalista scrive che si è ucciso perché era
depresso, un altro perché qualcosa gli ha causato la depressione: la perdita
dell’amore o la perdita del lavoro e della dignità sociale, un altro perché la
sua depressione non era ben curata.
Sono tutte informazioni ben diverse, ma chi
potrebbe arrogarsi il diritto di dire quale è vera e quali sono false? Sono tutte informazioni che
rappresentano la realtà secondo diversi punti di vista, che sono tutti
rispettabili e tutti criticabili, senza per questo essere ugalmente accettabili.
E finora neanche abbiamo toccato le grandi
divergenze che derivano da grandi divergenze politiche e ideologiche: se una
produzione viene “delocalizzata” si deve dire che è un problema di costo del
lavoro o che è un problema di mancata tutela del lavoro e dei diritti dei
lavoratori? Se c’è una recessione si deve dire che la gente o i paesi vivevano
al di sopra delle loro possibilità o che la rendita finanziaria sopravanza il
reddito da produzione?
Rappresentare opinioni in proposito non sarebbe “fare
informazione”? Forse l’unica “informazione” che merita questo nome? Forse sono interrogativi troppo grandi per un articoletto o un commento.
GeriSteve