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Corruzione, debito pubblico e welfare

Di pv21 (---.---.---.41) 13 aprile 2012 19:35

Tecno-cinismo >

Sotto l’incombente minaccia di dissesto finanziario Monti, neo insediato, ha avuto “carta bianca” nel dettare la sua manovra salva-Italia. I partiti di maggioranza hanno dovuto “validare” le regole del suo “rigore” imposto dallo stato di emergenza.
Forte della “credibilità” così acquisita Monti ha però preteso di dettare anche le riforme da lui “volute” per fare “crescita e occupazione”.
Convintosi di un mandato “salvifico” non ha temuto di innescare lo scontro sociale (“esodati”, art.18, ..), minacciando perfino di andarsene.

Sono intanto passati altri 4 mesi.
Ancora oggi il Pil è in discesa, le imprese arrancano e la disoccupazione non dà tregua.
Eppure Monti cerca tuttora di “accreditarsi” di proprie “prerogative” decisionali anche nel rapporto con la sua maggioranza. Forse per mascherare la crescente percezione dei limiti connaturati.

Se riequilibrare il bilancio è un esercizio contabile, roba da “tecnici”, concretizzare delle premesse “efficaci” per il rilancio della crescita non può che essere frutto di “scelte politiche” condivise e partecipate.
Non c’è “tecnico” in grado, da solo, di porre le basi su cui ricostruire il futuro di un paese.
Compito precipuo dei “tecnici” è di predisporre un ventaglio delle migliori soluzioni praticabili, ma spetta ai “politici” scegliere tempi e modi del percorso da fare.
Governare è sfida “politica” di capacità e metodo.
Di enunciati e teoremi “paludati” trabocca qualsiasi Dossier Arroganza


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