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L’Italia nel mondo ai tempi della "neopolitica", fra nuove ambizioni e antiche diffidenze

Di Geri Steve (---.---.---.3) 16 marzo 2012 11:32

Sulle considerazioni di eccesso di italico buonismo concordo in pieno, su altre meno, ma l’articolo è lungo, tocca tanti punti e sarebbe troppo lungo rispondere su tutti.

Sul caso dei due maro’ ho scritto qui su agoravox un articolo:
http://www.agoravox.it/Credibilita-...
in cui io richiamo l’effetto BERLU-SCHETTINO di cui soffre l’Italia e su cui direi che l’autore concorda, per cui segnalo soltanto una divergenza di sentimento: io inizialmente ho creduto alla versione italiana delle acque internazionali, di un’altro orario, di un’altra imbarcazione, dei colpi di avvertimento in aria ed in acqua; adesso ho seri dubbi, temo di essermi fidato troppo e di essere stato ingannato.

Su Battisti e Urru tacio per brevità, mentre vorrei analizzare il caso Lamolinara, su cui consiglio di leggere anche l’articolo uscito sul Guardian tradotto in italiano da "Italia dall’estero" http://italiadallestero.info/archiv... , in cui si riporta che, secondo il governo britannico, "gli italiani" erano stati informati del fatto che era in preparazione il blitz, questo poi è divenuto urgente e non si sarebbe potuto dare un ulteriore preavvertimento.

- la prima considerazione è che se tutto fosse andato bene, cioè se si fosse riuscito a salvare i due ostaggi, avremmo avuto grandi felicitazioni e nessuna lamentela da parte italiana.
- la seconda è che indiscutibilmente i due erano ostaggi da nove mesi, e che in tutto questo tempo non si era avuta una liberazione dei due ostaggi a cura dell’Italia.
- la terza è che un’ostaggio era italiano, ma l’altro era britannico, e non si può certo pretendere che la presenza di un italiano impedisca al regno unito di operare al suo meglio per salvare il britannico.

Queste tre considerazioni potrebbero chiudere il discorso in termini di diritto, se non fosse che dietro -come giustamente ricorda l’autore- c’è un altro grosso problema: quello di piegarsi o meno ai ricatti, quello di risolvere o meno i problemi con la corruzione.

Non sto fantasticando: se leggete i commenti al mio articolo sui due maro’ troverete che :
l’ex sottosegretario alla Difesa del governo Berlusconi, Guido Crosetto, ospite di Maurizio Belpietro su Canale 5: L’atteggiamento delle autorita’ indiane, insiste il deputato del Pdl, "grida vendetta", ma Roma "doveva intervenire immediatamente e pesantemente". In ogni caso, palazzo Chigi si sarebbe potuto comportare come e’ gia’ accaduto con i governi precedenti, "facendo cose che si possono fare, anche se non alla luce del sole". Crosetto ricorda, ad esempio, il caso della giornalista de Il Manifesto Giuliana Sgrena, per la cui liberazione "sono stati pagati milioni di euro".
In altre parole: un dis-onorevole membro del governo precedente ha accusato il governo attuale di non aver corrotto la polizia indiana pagando per liberare i due maro’ !!

I governi italiani si sono sempre vantati del fatto che i ns militari impegnati in missioni all’estero siano più bravi di altri nel mantenere buoni rapporti con le popolazioni, cosa lodevolissima; ma i militari di tante altre nazioni hanno spesso accusato gli italiani di subire meno attacchi perchè loro pagherebbero tangenti per non essere attaccati. In Iraq ci sono stati casi precisi, di truppe indiane, avvicendatesi a quelle italiane, che dichiararono di aver subito attacchi "perchè loro non pagavano" come invece facevano prima gli italiani, che neanche li avevano avvertiti di questa loro "usanza".

E allora, il discredito italiano è soltanto colpa dei notissimi Berlusconi e Schettino?
Non è che in Italia molti hanno interiorizzato la logica mafiosa per cui è giusto pagare il pizzo, anche se la esprimono richiamandosi sempre alle "soluzioni diplomatiche" ?


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