Mentre da una parte Busi attacca
impietosamente Dalla come un “checchesco bontempone” e “baciapile”, dall’altra
Radio Padania lo processa definendolo uomo di “grandezza mefistofelica al
servizio di un’Italia che è una macchina diabolica”…
Io Dalla l’ho conosciuto
unicamente come fruitrice della sua arte, per il resto non so niente di lui se
non quello che i suoi amici o concittadini riportano.
Lo scritto di Busi è talmente
pregno di astio che personalmente non riesco a trovare una motivazione che giustifichi
lo sdegno per essere stato un pavido omosessuale. Forse Busi non lo vuole dire,
ma probabilmente l’autore di quest’articolo c’ha preso…
Andrea Rognoni trasmette da
Radio Padania le sue invettive giudicando con una banalità e un ostentato
desiderio di polemica a tutti i costi le produzioni artistiche di Dalla.
Io so solo che Lucio Dalla ha
accompagnato per tanti lustri diverse generazioni in un clima di intelligente
leggerezza ed ironia. E’ stato un uomo che è
riuscito a “cantare” fuori dal coro senza uscire dal coro stesso. Non lo trovo riprovevole, lo
trovo grandioso.
Non si è mai esposto politicamente,
né mai ha palesato la sua omosessualità, ma neanche ha mai condannato nessuno,
esattamente come invece stanno facendo Busi e Rognoni. Ha servito una grossa fetta di umanità senza nuocere ad alcuno ed ha
ricevuto la giusta ricompensa, ma forse Enzo Ferrari l’ha pensata giusta: “In Italia ti perdonano
tutto, tranne il successo”.