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Perché la pubblicità non ci ha salvati dalla crisi?

Di mabo (---.---.---.22) 8 gennaio 2009 17:56
Cara Pamela, ho l’impressione che con questo articolo ti sia assunta il ruolo, non sempre comodo, di parafulmine di opinioni dissenzienti, il che non è necessariamente un ruolo negativo. Mi spiego meglio: in una ipotetica società dove le persone interagiscono senza manipolarsi vicendevolmente, la pubblicità assume un ruolo informativo necessario all’interscambio di idee, cultura, merci, informazioni. Ma stiamo parlando di un luogo inesistente. Se, però analizziamo gli attuali sistemi informativi, è evidente la precisa volontà, da parte di chi si propone all’attenzione di un vasto uditorio, di convincerlo della "bontà" della sua proposta e qui nasce il problema. Spesso le strategie informative sono il frutto di studi sociali che utilizzano, amplificandole a dismisura, le debolezze umane. Da ciò alla creazione di bisogni indotti il passo è breve ed ha come risultato la violenza psicologica. Molti “strateghi” della comunicazione passano la loro vita a cercare di convincere gli altri e spesso non lo fanno in buona fede. Invece di commiserare questa categoria cerchiamo di aiutare le sue vittime ad avere maggiore spirito critico. Un saluto a te e a DD del quale ho apprezzato l’intervento.

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