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"Terùn, a me?"

Di Pere Duchesne (---.---.---.95) 14 giugno 2011 11:20
Pere Duchesne

Gentile Signora

La sua cortese risposta ad una mia meno cortese esclamazione merita qualche spiegazione da parte mia. Io sono lombardo da infinite generazioni, abito su un lago che io trovo molto bello, abbastanza deturpato negli anni 50-60, ora più sorvegliato, ma sottoposto ad una crescente antropizzazione. La gente di qui è piuttosto chiusa, appare difficile agli estranei, ma è generosa, e poi credo che ognuno abbia diritto di vivere secondo le proprie abitudini. Vede, se dico che non mi piace il modo di vivere dei tedeschi e ancora più quello dei finlandesi, nessuno ha da ridire. Ma se dico le stesse cose di un campano o di un siciliano, sono un bieco razzista. Sono stufo di sentire tacciare di razzismo la gente del nord ad ogni piè sospinto. Sono stufo di sentire parlare delle mafie delle tre regioni come fossero opera di marziani, e non di gente radicata nel territorio e che trova aiuto, protezione e quanto altro da parte della popolazione (e sarebbe interessante quantizzare da quanta parte): se non si parte da questa constatazione non si farà mai nulla. I vari Borghezio straparlano sovente, ma sono parole, mentre quante migliaia di Borghezio meridionali stanno portando la mafia nei nostri territori e li stanno violentando, e non a parole. E anche questo radicamente nella mafia al Nord, è sempre presentato come fosse colpa nostra: ma mi sa dire quanti lombardi, veneti e piemontesi “originali”  ci sono nelle grandi ondate di arresti? Anche la Lombardia non ha amato i piemontesi nel 1859, anche se le ultime celebrazioni hanno sorvolato sui problemi: sono stati meno invasivi che nel meridione solo perché allora le amministrazioni civili austriache erano meglio di quelle del Piemonte. E’ vero che molti rifiuti pericolosi di industrie del Nord sono andati al Sud, ma chi si è fatto avanti per sistemarli, chi ha trovato i posti dove buttarli, chi ci ha guadagnato?

Per capire cos’è il razzismo strisciante e l’emarginazione del diverso, avrebbe dovuto lavorare in una certa scuola brianzola dove vi erano circa 200 insegnanti, di cui 12 lombardi, con un provveditorato interamente meridionale: lascio a lei immaginare chi erano le vittime, e gli emarginati.

Lo so, sono chiacchere, che purtroppo hanno al fondo reali situazioni di disagio, e che andrebbero discusse serenamente, senza strillare continuamente al razzismo. Proprio ora che abbiamo anche le mafie cinesi, albanesi e slave, in aggiunte alle nostre tradizionali.


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