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Il potere occulto della mafia e della massoneria

Di Lucio (---.---.---.64) 10 marzo 2011 15:17

Un semplice articolo sul fenomeno della mafia (ma è più corretto dire mafie) non può pretendere di essere esaustivo rispetto alla vastità e complessità dell’argomento e comprendere i molteplici aspetti e le implicazioni che ne derivano, altrimenti non sarebbe un articolo bensì un trattato. Per evidenti questioni di spazio non ho potuto affrontare, ad esempio, le problematiche connesse alle varie forme di criminalità che tu (non a torto) distingui dalla mafia vera e propria: ad esempio il banditismo o il gangsterismo urbano. 

In realtà a me premeva sottolineare il connubio storico e politico, nonché le similitudini culturali esistenti tra due forme di potere "occulto", cospirativo ed eversivo, vale a dire mafia e massoneria, che non a caso hanno in comune il codice dell’omertà e della segretezza.

Per quanto riguarda il discorso sull’identificazione tra capitalismo e criminalità mafiosa, ribadisco il concetto: l’apparato capitalistico è criminale (non significa necessariamente mafioso) nella misura in cui l’origine di certe "fortune economiche" è quantomeno dubbio e sospetto, come affermava uno scrittore più raffinato di te (senza offesa), Honoré de Balzac.

L’accostamento tra le mafie, che ormai agiscono sul piano internazionale, e le compagnie multinazionali, non è affatto casuale e serve a dimostrare esattamente la tesi esposta a proposito dell’identificazione tra mafie (nota che non ho scritto mafia) e capitalismo.

Ribadisco in sintesi la mia tesi, che non è solo mia:

1) Le mafie sono imprese criminose. La mafia è un’organizzazione imprenditoriale che esercita i suoi affari illeciti con uno scopo preciso: il profitto economico. Per raggiungere il quale è disposta a servirsi dei mezzi più disonesti e delittuosi.

2) Per vincere la competizione è pronta a ricattare, a minacciare ed eliminare fisicamente i suoi avversari, come d’altronde fanno altri gruppi imprenditoriali come le multinazionali che uccidono gli attivisti politici e sindacali che si oppongono alla loro ingerenza imperialistica.

3) Il delitto appartiene alla natura dell’economia borghese in quanto è intrinseca ad un ordine retto su ingiuste sperequazioni sociali ed economiche. La logica criminale ed affaristica è insita ovunque riesca ad insinuarsi il sistema capitalista.

4) Ciò che può variare è il diverso grado di aggressività criminale e terroristica dell’imprenditoria capitalista. C’è chi elimina direttamente i propri nemici e chi invece impiega sistemi meno rozzi, più raffinati ma altrettanto pericolosi.


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