Maria Stella
l’attrattore strano e il baccalà
di V.S.Gaudio
Oggi,
mentre facevo la mia passeggiata di mezzogiorno, ho avuto ancora dei pensieri
morbosi.Che cosa c’è nella Gelmini che
mi turba tanto? Probabilmente perché ho perduto qualunque traccia di un
desiderio proprio. Obbedisco soltanto a qualcosa di inumano, che non è
inscritto nell’interiorità ma nelle sole vicissitudini oggettive e arbitrarie
dei segni nel mondo. Come il fatale
della Gelmini c’è solo il “fatale delle catastrofi”, che, come ebbe a dire Jean
Baudrillard, “è quell’indifferenza sovrana del mondo nei nostri riguardi, così
ciò che definiamo fatale nella seduzione è quest’alterità sovrana dell’Altro
nei nostri riguardi”: questo fa irruzione nella nostra vita sotto forma di un
gesto, di un volto, di una forma, di una parola, di una battuta di spirito, di
una donna, Maria Stella , un deserto la cui evidenza è folgorante. Ne sono
convinto: è lei il luogo del mio segreto,il mio attrattore strano, quando appare detiene in un solo istante tutto
ciò che non ci sarà mai dato di sapere. Parimenti, negli stessi pensieri
morbosi di mezzogiorno, si insinua il “Dramma nell’oceano”, la tragedia in due
battute di Achille Campanile, in cui i personaggi sono due: il Baccalà e Nessun altro, e la scena in mezzo all’Oceano, ondate come
montagne s’innalzano al cielo, la nave in pericolo, marinai e passeggeri
s’agitano invocando salvezza, s’alza il sipario, il Baccalà fa capolino fra le onde e fissa la scena
perplesso, si chiede tra sé: “Non arrivo a capire se la nave è in pericolo
perché il mare è agitato o se il mare è agitato perché la nave è in pericolo”.