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Giornalisti volontari: senza carta si liberano le coscienze

Di Renzo Riva (---.---.---.95) 24 agosto 2010 17:55
Renzo Riva

Seconda ed ultima parte del COMUNICATO

Questo è il nocciolo della questione. A causa delle tradizioni prettamente umanistiche della nostra cultura, se si ignora chi sia Dante Alighieri o Alessandro Manzoni si viene considerati - ed a ragione - degli zotici ignoranti da cui girare alla larga, però se si ignora la definizione del secondo principio della Termodinamica o la differenza tra concetto di potenza e concetto di energia, che sono basilari ad esempio in tema di energia, si può disquisire in materia lanciando anatemi e condannando al silenzio chi è esperto con la speciosa giustificazione che esprime pareri viziati dall’essere parte in causa. È questa la follia del nostro retaggio culturale prettamente umanista, che quando viene traslata dalla letteratura, alla politica, alla stampa diventa una calamità in grado di produrre sconquassi disastrosi, come l’uscita dal nucleare e l’esaltazione del cancro delle rinnovabili. Siamo all’inconsapevole suicidio collettivo.

Anche il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, già dalla scorsa consiliatura, si è posto il problema della preparazione di base dei giornalisti, ma lo stesso sacro furore suscitato dal fatto che taluni cronisti di giudiziaria ignorassero la differenza tra “Gip” e “Gup” non c’è stato di fronte ai reiterati interventi dell’ingegner Prinzi, allora Membro di quel Consiglio, sull’omologa questione “kW” e “kWh”. È stata ritirata la convenzione ad un certo numero di scuole universitarie di giornalismo, giudicate inadeguate e inadempienti ai nuovi canoni fissati per il loro riconoscimento, ma a nessuna di esse è stato imposto che tra i loro programmi vi siano anche i primi rudimenti di cultura tecnica e non solo gli insegnamenti su come manipolare l’opinione pubblica, perché questo il Cirn ritiene sia sostanzialmente Scienza della Comunicazione applicata al Giornalismo.

Allora ecco i disastrosi risultati. L’Ansa che - ci viene fatto notare
 viene finanziata con trenta miliardi di euro l’anno di fondi pubblici, quindi con le tasse dei cittadini, ignorando persino le più elementari regole di deontologia sul pluralismo e completezza dell’informazione, trattando di energia, tema in cui domina la confusione tra chilowatt e chilowattora citati a caso e talvolta (probabilmente per errore, a causa della legge sui grandi numeri) persino in maniera pertinente, censura quanto non rientra nella visione ideologica dei suoi cronisti, e per questo finisce con il passare notizie amene come quelle del recupero energetico dagli scarichi dei gabinetti, ma ignora sistematicamente e pertinacemente quanti, magari coloritamente ma con dati oggettivi e argomentazioni tecniche, contestano queste loro vespasiane infatuazioni energetiche.

Certo, il Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare non pretende, pur non discriminando nell’invio dei suoi comunicati, che chi fa comunicazione e non informazione pura, riprenda e diffonda le sue prese di posizione. Non siamo abbonati o utenti dei servizi di queste aziende di comunicazione, semplicemente perché non possiamo permettercelo. Al contrario le organizzazioni ecoambientaliste dispongono persino di natanti e di flottiglie, mentre noi della “lobby nucleare” possiamo al massimo permetterci solo una “ciambella” gonfiabile del tipo più economico, magari acquistata dai cinesi.

Riteniamo però nostro diritto e, soprattutto, diritto irrinunciabile dei contribuenti-utenti che con le loro tasse mantengono in vita organismi che pomposamente si ergono a garanti dell’informazione, venire correttamente informati, in particolare se la particolare fonte contraddice in maniera documentata e ben argomentata convinzioni diffuse correnti. Forse il punto debole sta proprio in questo. Chi confonde chilowatt con chilowattora può giudicare solo su base ideologica, nell’ottica di una fede ecoambientalista omologa a quella che portò i pii giudici del Santo Uffizio a rifiutarsi di guardare dentro il cannocchiale, ritenuto strumento del demonio, e condannare Galileo Galilei. Oggi a svolgere tale funzione vi sono degli oscurantisti dediti al culto animista e panteista tipico di certo talebano ecoambientalismo.

Fortunatamente i funzionari ministeriali, tra cui presumibilmente un congruo numero di ingegneri, che ci leggono come destinatari istituzionali dei nostri comunicati che inviamo a tutti i competenti ministeri, sono più attenti ed aperti degli operatori dell’informazione, se i politici da loro assistiti cominciano a rendersi conto di quale “chiotinata” sia il Protocollo di Kyoto, che ha dato vita, secondo la scherzosa definizione dell’ingegner Pietro Lamendola, al Kyotestantesimo, una religione talebana ed intollerante, votata al sacrificio ed al suicidio collettivo.

Si richiama al riguardo l’attenzione su due esposizioni dell’ingegner Giorgio Prinzi, Segretario del Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare, la prima del 12 gennaio 2008 , la seconda del 28 febbraio 2010 , in tema di “effetto serra” e di mutamenti climatici consultabili alle pagine web:

 

http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=2149

 

http://www.politicamentecorretto.com/index.php?news=20792

 

Si torna a fare appello all’Ordine dei Giornalisti e al loro Sindacato unitario perché prendano coscienza che su tematiche di questo genere si gioca la credibilità di tutta la categoria, che assolve, o almeno dovrebbe assolvere, ad un delicatissimo ruolo cardine di mediazione ed intermediazione tra fonti di informazione ed opinione pubblica, informando e formando la quale vengono influenzate anche le scelte politiche strategiche e di fondo, dalle quali dipendono le sorti del Paese. Se l’informazione non svolge la sua funzione in maniera consona ed adeguata, le conseguenze possono divenire catastrofiche, come nel caso contingente delle scelte energetiche nazionali.


RECAPITI CIRN

Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare

06.7049.6222 
  339.12.67.704

[email protected]


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