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Brevi riflessioni sulle casse automatiche nelle grandi catene dei "supermercati"

Di (---.---.---.251) 13 febbraio 2013 20:42

Sono appena rientrato a casa dopo aver comprato in un supermercato di Londra due deodoranti. Alla cassa non ho avuto la possibilita’ di parlare, di fronte a me avevo un automa.

Il fatto e’ che in quel supermercato non c’erano casse automatiche e posso dire che la persona che ho trovato alla cassa in quel momento non stava vivendo.
Allora ho pensato: "Se e’ cosi’, la prossima volta paghero’ usando le casse automatiche per evitare di sentirmi solo, circondato da macchine umane".

Nonostante cio’ penso che se potessi pagare con una cassa automatica in un fruttivendolo, un macellaio oppure in un panificio non lo farei. Questo perche’ di fronte a me avrei Persone che vendono frutta, carne o pane e loro potrebbero essere felici, arrabbiati, nervosi o distratti e io potrei essere curioso di scoprirlo e di interagire con loro.

Qui a Londra ed in generale sempre piu nel mondo non si compra piu’ cibo o altri tipi di prodotti, si comprano scatole; le persone non lavorano piu’ per produrre qualcosa, ma per produrre soldi e tutto diventa virtule. Il tempo e’ denaro e le cose semplici perdono valore mentre il superfluo diventa la nostra priorita’. 

Al supermercato io non cerchero’ di pagare evitando le casse automatiche, ma mi sforzero’ di comprare meno oggetti inutili, cerchero’ di spendere piu tempo e denaro per quello che realmente mi rende felice: mangiare, fare l’amore, dormire, viaggiare, sapere.
Credo che questa sia una possibile soluzione per evitare l’alienazione, e forse di conseguenza potrebbero esserci meno supermercati con casse automatiche e piu’ botteghe, dove sia chi incassa e sia chi vende, potrebbe parlare e vivere meglio.

Marco

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