Se avesse avuto lo spazio mediatico dovuto, forse si saprebbe che la RETE DEI CITTADINI nel Lazio è stata (ed è) portatrice di molti punti segnalati dal costituzionalista Michele Ainis:
- democrazia diretta
- referendum propositivi (senza quorum)
- vincoli di mandato
- controllo diretto dell’eletto da parte degli elettori
- contrasto e regolamentazione delle attività lobbistiche
- valorizzazione delle idee delle minoranze
- reale applicazione dei criteri di merito per contrastare nepotismi e clientelismi
- rotazione delle cariche
- ...e tanto altro.
Sta tutto scritto nel programma di
RETE DEI CITTADINI, da mesi. Ma nessuno ha voluto dar voce a questa novità nel panorama politico Laziale, nemmeno i cosiddetti "paladini della libera informazione" come lo stesso Santoro o, peggio ancora, Travaglio che sul suo "Fatto quotidiano" non ha MAI nemmeno citato
RETE DEI CITTADINI, in barba a qualsiasi regolamento sulla par-condicio.
Il risultato è stato che oltre l’80% degli elettori laziali hanno appreso dell’esistenza di una terza alternativa alla guida della Regione Lazio solo recandosi al seggio.
RETE DEI CITTADINI ha preso lo 0,6% dei voti, quasi 15.000 preferenze conquistate, è il caso di dirlo, una per una, contro tutto e tutti e lavorando strettamente nella Legalità (pur consapevoli dell’assurdità dell’attuale legge elettorale).
Alla cosiddetta "informazione libera" le opportune conclusioni, perché le cose non si cambiano evitando di informare i cittadini.