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La vendita dei beni confiscati e l’etica in insalata

Di Marco (---.---.---.188) 28 novembre 2009 12:52

In realtà già oggi esiste la possibilità che un bene sequestrato venga alienato.
ora si vuol procedere regolamentando la materia e disponendo controlli incrociati ancora più stringenti.

Sarebbe utile sapere cosa ne è di quegli immobili che marciscono, senza alcuna utilità sociale, poichè nessuna delle associazioni antimafia se li vuole tenere sul groppone. Libera in primis. Che ora si lamenta, ma intanto ha lasciato più volte che decorressero i termini per proporsi come assegnataria di quel bene sottratto alla criminalità!

E’ vero, possono esserci dei rischi relativamente al fatto che i boss riescano a riprendersi i loro terreni, ma questa è solo una possibilità, pergiunta difficile da considerare credibile: quale mafioso tornerebbe a vivere nella casa o nel casolare dove è stato arrestato e tenuto per mesi sotto controllo? E quale mafioso tornerebbe a lavorare nella stessa proprietà di cui gli inquirenti conoscono ogni centimetro quadrato?

Insomma, demagogia a parte, proviamo a partire dal motivo per cui è stato pensato quell’emendamento, ovvero: non tutti i beni sequestrati vengono poi assegnati perchè nessuno li vuole. Che farne? Lasciarli al loro destino o cercare di ricavarci del denaro da reinvestire nella lotta a Cosa Nostra?

Suppongo che sarebbe di gran lunga più intelligente provare a studiare sistemi di controllo invalicabili, piuttosto che arroccarsi su posizioni inutilmente ottuse!


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