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Il regime denuncia Facebook

Di anonimo (---.---.---.217) 23 ottobre 2009 10:48

E’ possibile leggere la vicenda in due modi. Quella espresa dall’autore dell’articolo e quella che vede come un reato il fatto di minacciare una carica dello stato. Non si parla di chiudere la bocca a chi parla diversamente, ma semmai di contenere le critiche entro i termini dell’educazione. Così come non piacerebbe all’amministratore e ai sottoscrittori del gruppo di FB in questione, di essere minacciati anche solo verbalmente, non mi pare corretto insultare, minacciare e sporcare una carica dello stato.
Che poi Berlusconi abbia compiuto atti riprovevoli o magari illeciti, devono essere i magistrati e l’opposizione politica a contestargli tali atti.
Per ultimo, i cittadini che lo eleggono non sono tutti catodico-idioti...semmai si tengono Berlusconi perchè una opposizione non esiste e quella che si vorrebbe formare litiga già sulle primarie.
Certo, capisco che questo governo per molti sia una spina nel fianco, ma sono proprio gli insulti e le minacce che contribuiscono anche a sostenerlo, dandogli la forza e il diritto di agire nei modi che vediamo (caso FB).
Se le persone che contestano Berlusconi vogliono far sentire la loro voce e il loro peso, si organizzino in un partito, in un comitato o in qualunque altra forza politica, ma che non usi la violenza (neppure quella verbale) per esprimere i propri sentimenti.
I programmi e le idee cambiano le ragioni del voto degli italiani, non gli attacchi violenti (anche se visti in altro modo da chi li porta avanti). Questo la storia insegna.
Saluti.


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