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Commento di kthrcds

su L'opposizione dà alla testa


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kthrcds 22 maggio 2009 18:03

@ Noname

Evidentemente dal mio commento non risultava chiaro che mi rivolgevo all’autore dell’articolo “L’opposizione dà alla testa”, ma la ringrazio per l’attenzione e trovo il suo appunto ragionevole. Io, però, non ho detto che il problema dell’immigrazione debba essere ignorato. Ho detto che per risolverlo adeguatamente è preferibile affrontarlo a monte anziché a valle, che è ipocrita predicare i valori della cristianità e comportarsi in maniera opposta; che è beffardo affidare la custodia della civiltà di una nazione agli esponenti di un partito che da anni sono noti nel mondo per l’inciviltà che li caratterizza, che suona falso dire di voler ripristinare i canoni della legalità in un paese in cui da 15 anni si vilipendono i magistrati, si incoraggia l’evasione fiscale, si insultano gli avversari politici, e l’informazione è diventata uno strumento di propaganda. 

Anch’io sono del parere che oggi come oggi sia effettivamente giunto il momento di regolamentare rigidamente gli ingressi in Italia, perché posto non ce n’è più e anche per evitare che “i demagoghi e le leggi razziste” ci rendano ancor più difficile la vita. Ma lo affrontiamo sbandierando l’accordo stipulato con la Libia per rimetterle i clandestini che approdano sulle nostre coste, indipendentemente dalla loro nazionalità e dai motivi che li spingono ad emigrare; indipendentemente dal fatto che il 90% dei clandestini giunge in Italia per altre vie, dato rilevabile dai principali istituti di ricerca (e confermato anche da Aldo Forbice – uno che non ci pensa due volte a censurare in diretta le notizie a lui sgradite - nel corso della trasmissione radiofonica Zapping, in onda su Rai radio1 il 18 maggio scorso); e indipendentemente dal fatto che molti degli stranieri che popolano i quartieri di diverse città italiane hanno acquistato pronta cassa, da venditori italiani, gli immobili in cui risiedono ed esercitano le loro attività commerciali. Gheddafi prende denaro dal governo italiano per accogliere i clandestini che poi interna in una porzione di deserto. Visto la fine che faranno, potremmo anche prenderli direttamente a cannonate in mare. Ma il problema dell’immigrazione rimarrebbe tal quale è. 

Nel corso della puntata di 8 e ½ (in onda su La7 il 18 maggio scorso), l’on. Casini ha criticato l’impostazione demagogica e propagandistica del governo sulla questione dei “respingimenti”, e ha definito l’on. La Russa più idoneo ad una “politica del Bagaglino che a rivestire una carica istituzionale”, facendo riferimento alle sgradevoli parole rivolte al rappresentante dell’Uhcr Laura Boldrini. Casini ha anche criticato l’istituzione delle “ronde” e la scarsità delle risorse finanziarie destinate alla forze dell’ordine.

Cito le parole di Casini per evidenziare che le voci discordi sui provvedimenti del governo sono molteplici. 

Ciò che intendevo dire riferendomi alle multinazionali non è risultato sufficientemente chiaro. Mi spiego meglio. Se è da considerarsi legittimo liberare il territorio nazionale da una eccessiva presenza di stranieri, diventa difficile considerare ugualmente lecito che le multinazionali occidentali occupino, senza esserne richieste, territori non propri per sfruttarne le risorse e trarne profitti che refluiscono nelle nazioni di provenienza delle società multinazionali, e lasciano solo le briciole a corrotte amministrazioni locali, per la maggior parte instaurate e appoggiate dall’occidente medesimo.

È qui che nasce il fenomeno dell’immigrazione di massa verso le nazioni occidentali. E tale rimarrà finché l’occidente si riterrà in diritto di disporre liberamente delle risorse altrui in virtù della sua “superiore civiltà”. 

Per concludere, alla luce dell’elenco da lei stilato (corruzione, criminalità organizzata, fantaeconomia, l’interesse personale e lobbystico che sostituisce l’interesse comune, truffe, furbi & giochi delle 3 carte), trovo una forzatura attribuirmi l’intenzione di dare fuoco a ciò che resta della casa “mezza bruciata”, tanto più che l’incendio non l’ho appiccato io.


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